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Boomdabash: “La musica deve fare del bene”

Boomdabash: "La musica deve fare del bene"
C’è chi ancora ne scrive come di una piacevole sorpresa del reggae italiano, anche se i Boomdabash calcano la scena da ormai 15 anni, infiammando i palchi con i loro show, sputando rime in levare che fanno riflettere, divertire e soprattutto ballare. La formazione salentina composta da Biggie, Papà, Mr. Ketra e Plazon, che accompagna sa sempre l’impegno sociale al proprio modo di fare musica, ha da poco sfornato Barracuda, il loro quinto disco; anticipato dal singolo “Non ti dico no” insieme a Loredana Bertè, che ha conquistato il primo posto in classifica airplay radio dei brani più trasmessi dalle emittenti italiane per due settimane, l’album vede all’interno altre collaborazioni di grande spessore come Fabri Fibra, Jake La Furia, Rocco Hunt, Alborosie e Sergio Sylvestre. Li abbiamo raggiunti durante il tour che li porterà in giro dal sud Italia alla Svizzera e che si concluderà a settembre.

Sono passati 10 anni dal vostro primo disco e 15 dalla vostra nascita: cosa pensate se vi guardate indietro?
Pensiamo che il duro lavoro paga sempre, che i sacrifici fatti non sono stati invani e che abbiamo  avuto anche un pizzico di fortuna. E l’augurio che ci facciamo e’ di essere ancora qui tra altri dieci
anni magari, chi può saperlo?

Boomdabash: "La musica deve fare del bene"

C’è chi ha descritto il vostro disco come il più commerciale che avete fatto, io l’ho trovato un disco maturo, dietro al quale c’è un grande lavoro di ricerca nei suoni e nelle parole, voi che ne pensate?
Da musicisti non conosciamo il significato della parola commerciale. È un termine che in musica non esiste, non ha fondamento. Se qualcuno vuole definire “Barracuda” come un disco commerciale perchè si vende, non posso dargli torto, aggiungendo che grazie a Dio il nostro disco si vende molto bene. Ma tuttavia non trovo il nesso tra la bellezza e la qualità di un disco e la sua commerciabilità.
“Barracuda” è il miglior disco di sempre dei Boomdabash. Lo standard delle produzioni musicali contenute al suo interno è altissimo, abbiamo ricercato ancora nuove sonorità, ci sono ospiti di grandissimo prestigio, i temi trattati non sono mai banali e futili, non possiamo che essere fieri ed orgogliosi del lavoro fatto.

Barracuda come per dire che avete ancora la fame degli inizi?
La fame non sparisce mai, è il motore, la scintilla. Non fame di successo o di denaro, ma fame di musica, di sorrisi dei fans, di rivalsa. Barracuda è un modus vivendi, è una mentalità. Significa essere leali ed umili ma allo stesso tempo saper mostrare i denti quando la vita lo richiede.

Dai temi dell’ultimo disco come la difesa della vostra terra ed il bullismo, passando per l’omofobia, avete sempre usato la musica per lanciare messaggi sociali e “per fare del bene”, come ha detto Biggie. Vi sentite questa responsabilità?
Assolutamente si. Abbiamo tantissimi giovani che ci seguono e non possiamo sprecare questo dono usando la musica per parlare solo di stupidaggini e frivolezze. La musica deve far del bene, di qualsiasi genere musicale si tratti, specialmente in un periodo storico buio e malato come quello che il nostro paese sta attraversando attualmente.

Boomdabash: "La musica deve fare del bene"

Come è stato collaborare con la Bertè? Ascoltando il singolo si capisce che è riuscita ad entrare perfettamente nel vostro mood e nelle vostre sonorità…
Sicuramente è stato un grande sogno che si è realizzato. A volte ancora non ci sembra vero! Siamo da sempre dei grandi fan di Loredana, che nell’81 scaló i vertici delle classifiche europee con “La luna bussó”, un pezzo chiaramente reggae. E proprio il reggae ha fatto da collante tra noi e Loredana, unendo due mondi apparentemente diversi ma allo stesso tempo legati da un filo che attraversa gli anni e le stagioni.

Come vivete i problemi ambientali della vostra terra come quelli dati dall’Ilva di Taranto, o le proteste che vorrebbero evitare la costruzione del TAP?
Per noi e’ una guerra. Perchè da anni contiamo i nostri morti, abbiamo perso amici, parenti, fans, a causa dell’inquinamento dell’Ilva, della centrale di Cerano a Brindisi. E nonostante tutto continuano a trattare la nostra terra come fosse il posto dove tutto è concesso, dove ognuno puó venire a scaricare ogni tipo di nefandezza senza nessun problema. Lotteremo fino alla morte contro quelli che sono, a tutti gli effetti, omicidi legalizzati.

Il disco è fuori ed il tour è iniziato, come saranno i nuovi live?
Grande carica, grande energia, divertimento ma allo stesso tempo non mancheranno momenti di riflessione che tratteranno tempi sociali a noi molto cari. Il tutto con un assetto di palco completamente nuovo.

Cosa ne pensate del fenomeno cannabis light? Voi l’avete provata?
Ovviamente si! Siamo da sempre grandi consumatori di cannabis e utilizziamo il Cbd già da tempi non sospetti, collaborando con associazioni che si occupano dell’uso terapeutico della marijuana, come ad esempio i ragazzi dell’associazione “La Piantiamo”. Non solo, abbiamo anche da poco immesso sul mercato la “Barracuda Legal Weed”, la nostra varietà di cannabis light di altissima qualità.
Troviamo che sia un buon punto di partenza per iniziare a smantellare il muro di pregiudizi attorno a questo tema da sempre molto combattuto nel nostro paese.

Secondo voi il nostro Paese è pronto per fare il passo verso la legalizzazione della cannabis?
Non credo che l’Italia vedrà mai il giorno in cui la cannabis verrà legalizzata. Siamo un paese che preferisce reprimere chi utilizza cannabis mentre si promuove tabagismo, gioco d’azzardo legalizzato, chiudendo gli occhi sui fiumi di cocaina che inondano il mondo dei giovanissimi.

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In questo mare di squali nessuna paura!

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