Bologna: diffusa alla polizia la guida per arrestare gli spacciatori
Da quanti grammi di erba in poi si tratta di “ingente quantità“, come distinguere un piccolo spacciatore abituale, con quali misure cautelari è meglio colpirlo? A queste ed altre domande risponde la guida che a Bologna ha redatto il procuratore capo Giuseppe Amato, una sorta di vademecum per guidare forze di polizia e magistratura nella guerra contro il piccolo spaccio.
«Nel valutare se procedere o meno all’arresto – si legge nella guida, pubblicata da Il Resto del Carlino – bisogna considerare non solo la quantità di droga che lo spacciatore ha con sé. anche perché se è furbo difficilmente andrà in giro con addosso grandi quantità di stupefacenti, ma anche i suoi precedenti specifici». Altro aspetto da considerare, dice il procuratore, è «il fatto che lo spacciatore svolga la propria attività in maniera abituale: ad esempio, se gli agenti vedono una persona stazionare per ore nello stesso punto, e notano che vende o riceve droga, si può escludere la lieve entità del crimine».
Passando alle quantità passibili di arresto, Amato specifica: «34 grammi per l’eroina, 32 per la cocaina, 200 per hashish e marijuana, e 100 compresse di ecstasy» rappresentano in via indicativa la soglia al di sopra della quale si può ritenere che le sostanze contengano la quota minima di principio attivo considerata spaccio di «ingente quantità» e quindi passibile di arresto.
Un ulteriore discrimine che la polizia deve valutare è anche «la vicinanza a scuole o Università». Non mancano anche i consigli per i magistrati, ai quali si consiglia di prediligere le pene cautelari piuttosto che il carcere, consigliando di prediligere tra queste la misura del «divieto di dimora», ritenuta molto efficace.
Non è tardato il plauso del sindaco Virginio Merola: «Si tratta di un’iniziativa importante tesa a definire modalità di intervento più chiare e più severe. La situazione della zona universitaria presenta aspetti cronicamente critici che vanno valutati e contrastati con strumenti, come questi, sempre più precisi e raffinati così da rafforzare anche l’efficacia degli arresti».
Chiunque conosca Bologna sa bene che lo spaccio, specie in zona universitaria, non è mai mancato, così come negli anni ha visto costanti operazioni di polizia volte a “stroncarlo”, con arresti anche in massa di piccoli spacciatori. Allo stesso modo è tuttavia evidente come la repressione – a tratti feroce – dello spaccio non sia mai riuscita a debellare il fenomeno. Semplice, fino a che esiste la domanda e fino a che l’offerta è in mano all’illegalità lo spaccio non può essere sconfitto. Nessuna città del mondo ci è mai riuscita.
I sindaci di molte città italiane, specie di alcune grandi città alle prese con problemi anche maggiori di Bologna, come Palermo e Napoli, per sconfiggere lo spaccio hanno deciso di aderire alla campagna per la legalizzazione delle droghe leggere. Forse ciò non risolverebbe del tutto il problema, ma di certo avrebbe sullo spaccio effetti negativi maggiori della solita, inefficace, repressione dei piccoli spacciatori.