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Referendum cannabis: per la Consulta è inammissibile, le mafie ringraziano

Scheda elettorale con una foglia di cannabis

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis, cancellando in questo modo una delle più grandi partecipazioni democratiche, portata avanti dal basso degli ultimi anni.

Uno schiaffo in faccia a oltre 600mila cittadini che avevano firmato la richiesta del referendum, per avere la possibilità, prevista da qualsiasi democrazia, di potersi esprimere direttamente su un tema così sensibile.

“Questa non è una sconfitta nostra e delle centinaia di migliaia di cittadini e cittadine che hanno firmato per la cannabis legale. Quella di oggi prima di tutto è una sconfitta per le Istituzioni che non sono più in grado di comprendere una parte importante di questo Paese! È il fallimento di una Corte che non riesce a garantire agli italiani un diritto costituzionale, di un Parlamento che da trent’anni non riesce a mandare in fumo gli affari delle mafie”, scrivono a caldo da Meglio Legale.

“È il fallimento anche di Istituzioni come la Presidenza della Camera che aveva preso l’impegno di calendarizzare le proposte di legge di iniziativa popolare, anche quella sulla cannabis. È la sconfitta per quei partiti che hanno parlato di cannabis legale in campagna elettorale dimenticandosene subito dopo! A vincere oggi è soltanto la mafia”.

Riguardo le motivazioni il presidente della Consulta Giuliano Amato ha detto in conferenza stampa che: “”Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. Alle parole di Amato, il comitato promotore risponde così: “Le motivazioni addotte dal Presidente Amato e le modalità scelte per la comunicazione, sono intollerabili. Il quesito non viola nessuna convenzione internazionale tanto è vero che la coltivazione è stata decriminalizzata da molti paesi, ultimo tra questi Malta”.

Ora è il momento di fare un riflessione su come rilanciare questa battaglia, mentre rimane nel cassetto della Commissione Agricoltura la proposta di legge per depenalizzare la coltivazione di cannabis.

“Adesso ci prenderemo qualche giorno per capire come rilanciare la battaglia per la cannabis legale e vi facciamo una promessa: noi non ci fermeremo neanche questa volta!”, concludono da Meglio Legale. E noi siamo con loro.



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