Bio Edilizia
Torniamo a scrivere di Bio-edilizia e di costruzione di case, e in particolare riportiamo un progetto italiano ad opera di Max Canti, perito industriale, relatore del progetto “agro-industriale canapa” e depositario di diversi brevetti; ha ottenuto numerosi riconoscimenti all’estero, e ora lavora in Italia. La sua idea di base «consiste nell’invenzione industriale di un processo di fabbricazione di pannelli truciolati di canapa, estremamente leggeri», e per leggeri s’intende di un terzo del peso dei tradizionali pannelli in truciolato, completamente ecologici e privi di urea formaldeide.
Pubblichiamo dunque un validissimo argomento per la BIO-EDILIZIA, che potrebbe ad esempio già essere impiegato nell’immediato periodo, in cui c’è l’impellente necessità di ricostruzione in tempi brevi abitazioni ed edifici in Abruzzo, prima dell’arrivo del prossimo Inverno.
Vediamo nel dettaglio:
Con il sistema che ho ideato e brevettato, dice Canti, si possono costruire case quasi subito abitabili, antisismiche, perfettamente isolate termo-acusticamente sia in inverno che in estate, biocompatibili, con interni idroregolati perennemente a 60-62% di umidità relativa, a costi competitivi.
1° METODO
Viene costruita una ossatura di legno di casa all’americana predisponendo le reti di servizio; una squadra predispone i casseri a ridosso dell’ossatura per una gettata di 30 cm di spessore, un’altra squadra sarà impegnata a “scasserare” la gettata anche dopo pochi minuti. Nel cassero si getta un bi-componente inorganico erogato da una macchina bi-componente di grande portata, il getto è orientato con tubo venturi dove in testa una coclea flessibile, a giri regolabili, inserisce nel getto una quantità nota di chips di Canapulo (è il legno leggerissimo di canapa che rimane dopo la stigliatura, impiegato oggi per pellettizzare lettieredi cavalli da corsa).
Dopo pochi minuti è possibile “scasserare”, poiché il getto è divenuto una pietra cinque volte più leggera del cemento armato; in meno di una giornata si ottiene un monolito che comprende le pareti, i solai, il tetto, perfettamente isolato termo-acusticamente, e idroregolatore degli interni.
I due componenti separati, che miscelati reagiscono velocemente, sono il latte di calce ed il cemento alluminoso; il latte di calce in eccesso reagisce con l’alto contenuto di silice del legno di canapa formando pozzolana, e la mine- ralizzazione lo rende di un colore gradevole bronzato e completamente ignifugo.
Quando si parla di pozzolana viene in mente il cemento degli antichi Romani e la struttura monolitica della cupola del Panteon a Roma.
2° METODO
Il getto della macchina bi-componente è orientato sulle due facce di un elemento di un certo spessore, facilmente estraibile dopo il rapprendimento delle due stratificazioni di materiale composito (nel getto vengono inserite le fibre di canapa con una taglierina roving come è in uso nella tecnica nautica, con resine e fibre, per costruire imbarcazioni ed anche piccole navi da 30-40 metri).
Una seconda macchina bi-componente riempie le cavità tra le due stratificazioni di materiale composito con il bi-componente inorganico e legno di canapa come al primo metodo.
In alternativa l’elemento centrale isolante termo-acustico sul quale si effettua la gettata, viene preparato precedentemente in pannelli che rimarranno inclusi tra le due stratificazioni di materiale composito. Il monolito che ne deriva dopo le stratificazioni potrà anche avere una forma libera, non essendo vincolato alle gabbie di tondino o ad una struttura portante di legno o di acciaio.
Uno Yacht di 30-40 metri che plana in mare a 30-40 nodi è sottoposto a migliaia di terremoti di gran lunga superiori a quello recente dell’Aquila; la nostra casa di derivazione avrebbe la stessa resistenza, e potrebbe anche essere posata galleggiante in una laguna o in un terreno fangoso.
In ambedue i casi l’erogatore della macchina bi-componente, alimentato con tubi flessibili, è vincolato al cavo della gru del cantiere che lo sorregge, agevolando gli spostamenti dell’operatore.
Questo secondo metodo è stato inoltre base di un progetto innovativo dell’Università Politecnica delle Marche, il progetto FOSTET, che al momento non viene ulteriormente portato avanti.
Parlando con l’autore di questi progetti, sono diverse le idee e le iniziative davvero valide e rivoluzionarie dal punto di vista tecnico, che potrebbero essere sviluppate ed applicate, se non fosse che in questo Paese il disinteresse e l’ostracismo sono talmente elevati da rischiare di far perdere l’entusiasmo. Ma come ha ribadito direttamente Max Canti, sono ancora molte le idee in cantiere…
Maurizio Birocchi
fonte diretta Max Canti