Bimbo morto per “overdose di hashish”, ma l’autopsia non è ancora stata depositata
Per la stampa italiana mainstream è una certezza: Nicolò, il bimbo di due anni deceduto lo scorso 28 luglio all’ospedale di Pieve di Cadore, è morto per “overdose di hashish”.
La notizia è stata data in anteprima dal Corriere scrivendo che il piccolo “è deceduto a causa di una overdose di hashish” e che si tratterebbe di “una prima anticipazione dell’autopsia” svolta dal medico legale Antonio Cirnelli, medico legale nominato dalla procura. “Non solo”, continua il Corriere, “le analisi dei capelli del piccolo rivelano tracce di cocaina ed eroina”.
OVERDOSE DI HASHISH? L’AUTOPSIA NON È STATA DEPOSITATA
Insomma, la notizia viene data per certa, ma c’è un problema: l’autopsia, ad oggi, come ci ha confermato l’avvocato del padre del piccolo indagato per omicidio colposo, non è ancora stata depositata, e quindi le decine di articoli scritti fino ad oggi sull’argomento sono basati su un’ipotesi non verificata. Ribadiamo: ad oggi non c’è nulla di ufficiale a parte il fatto che il bimbo sia morto per arresto cardiaco.
“Nonostante sia uscita la notizia, l’autopsia non è stata ancora depositata”, spiega infatti l’avvocato Massimiliano Xaiz, “per cui non abbiamo né la relazione né gli esiti”. Tra l’altro, sottolinea l’avvocato, ai primi di agosto il consulente aveva chiesto 90 giorni di tempo, che scadrebbero quindi a inizio novembre.
In tutto questo anche il consulente della difesa è al lavoro, anche lui ha già svolto l’autopsia, ma nemmeno lui ha ancora depositato i risultati.
Quello che resta è una tragedia enorme, nella quale la verità non è ancora stata appurata, ma per la stampa italiana c’è già un colpevole, la cannabis, e la “sentenza” è già stata emessa con decine di articoli di giornale.