In evidenzaInterviste specialiTerapeutica

Billy: il ragazzo con la carrozzina di perla

Un ragazzo tetraplegico che per fare sesso ha lanciato una disobbedienza civile e si batte per i diritti dei disabili e per quelli di tutti, come la cannabis. Un ragazzo che soprattutto non ha dimenticato l’ironia e racconta la sua storia in un libro

Gianluca Giacchero Billy
La vita di Gianluca Giacchero, che chiamiamo Billy e più avanti spiegheremo perché, cambia completamente un pomeriggio di sole di giugno, di un’estate di 15 anni fa. Giovane volontario della Croce Rossa a Sanremo, la città in cui vive, accoglie le insistenze di un amico e posticipa il turno da volontario per andare in spiaggia a fare i tuffi, come facevano sempre. Il fondale del mare però cambia di continuo, in particolare in quel tratto di costa, e quel giorno Billy picchia forte la testa e rimane paralizzato. Lo soccorrono gli amici, poi il bagnino e infine il personale sanitario che lo porta in elicottero – insieme al papà – all’ospedale Santa Corona. La diagnosi è spietata: grosso edema cerebrale e quarta vertebra lesionata.

REIMPARARE TUTTO DA CAPO 

Dopo aver passato un mese completamente paralizzato, iniziano le cure e piano piano inizia a muovere il collo e gli arti superiori, fino ad accorgersi, dopo diversi mesi, che la lesione non era completa perché il midollo non era stato tranciato completamente e quindi nei mesi successivi ha iniziato a muovere un po’ anche le gambe, con la sensibilità che torna un poco.

“Quello che non tutti sanno”, racconta oggi Billy, “è che, oltre alla parte motoria, un trauma del genere blocca anche la parte viscerale e sessuale”. E quindi ha dovuto reimparare a fare tutto, utilizzando il catetere per la vescica ed evacuando in modo “alternativo”.

Dopo 500 giorni di ricovero viene dimesso nel febbraio del 2009, con gli ausili vari come la carrozzina elettronica sulla quale si muove oggi. “Ho dovuto reimparare tutto da capo e inizialmente è stato davvero difficile. Ci son voluti due o tre anni per riprendere una sorta di routine e il cercare di adattarmi alla mia nuova vita mi ha portato a diventare un attivista”. A partire dalle cose semplici, come il fatto che fino al 2015 il palazzo in cui vive non aveva l’ascensore. E per sei anni i genitori l’hanno dovuto trasferire a mano sulla sedia per uscire di casa come tutte le altre persone.

“Da quando ho iniziato ad avere l’autonomia per uscire di casa autonomamente, ho ricominciato a guardarmi in giro e a cercare di fare le cose che fa un ragazzo della mia età”. Teniamo presente che a questo punto della storia Billy ha 22 anni. “Oggi sono 30 – ricorda – dei quali metà li ho passati in carrozzina”.

IL LAVORO E LA POLITICA

“Dal 2015, anche grazie all’inserimento nelle categorie protette del comune, ho trovato un buon posto di lavoro, un’azienda che fornisce internet e servizi, dove lavoro da ormai 8 anni occupandomi di inserimento dati e analisi. È un’altra delle cose che mi ha aiutato moltissimo a riprendere in mano la mia vita e – sappiamo bene quanto è importante il lavoro per le persone con disabilità – non smetterò mai di ringraziare il mio titolare e i miei colleghi per aver compreso fin da subito le mie difficoltà e che mi aiutano tutti i giorni a farmi sentire parte integrante del gruppo di lavoro”.

Nel 2018 si è candidato al consiglio comunale con il sindaco uscente Alberto Biancheri, che è stato poi riconfermato, e qui inizia a far parte del comitato PEBA (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) che ogni amministrazione ha a disposizione per legge e che dovrebbe attivare, “io e in particolare i miei colleghi prima di me, abbiamo fatto molto per rendere la nostra città più inclusiva ed accessibile a tutti i tipi di disabilità e dovremmo impegnarci ancora tanto per migliorarla”.

Da lì inizia a portare la sua testimonianza nelle scuole, a partire dal rischio che comportano questo tipo di incidenti, per arrivare alla cannabis, sua compagna nel percorso di cure e il tema della sessualità, troppo spesso percepito ancora oggi come “scomodo”.

LA BATTAGLIE DI BILLY: CANNABIS TERAPEUTICA E SESSUALITÀ

La cannabis la incontra nel 2017 per il dolore neuropatico subentrato in conseguenza alla lesione incompleta. “Dopo tantissime terapie che non hanno funzionato, ho ottenuto la cannabis grazie al dottor Marco Bertolotto, l’allora primario del reparto di terapia del dolore e cure palliative dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, e devo dire che è stata davvero una bella scoperta. Mi si è aperto un mondo e ho visto che, più che per il dolore che continuo a percepire anche se mi permette di sopportarlo meglio, è stata davvero utile per la spasticità: bastano pochi tiri e gli spasmi spariscono. Poi ho tutta un’altra serie di benefici che hanno migliorato notevolmente la mia qualità della vita: dormo e riposo bene, e anche a livello di appetito e digestione mi aiuta”.

L’altra battaglia che Billy sta portando avanti è quella per la sessualità, che è nata dalla voglia di Billy di trovare innanzitutto una compagna. Quindi si confida con un amico e compagno di sventure in ospedale – Gabriele Capponi, tetraplegico anche lui per un incidente Inn moto che nel frattempo è diventato dj e ha fondato l’associazione Frega project a Parma – e la prima idea è quella di organizzare una disobbedienza civile. Vanno a Torino, parlano con un esponente di Più Europa, e – accompagnato dai suoi amici – Billy va a fare la sua prima esperienza sessuale per rivendicarlo come diritto. “In Italia è da anni che si discute, quasi con imbarazzo, di una legge per l’assistenza sessuale”.

Passano 3 anni, la storia di Billy arriva all’orecchio de Le Iene che lo portano a Bologna dall’associazione Love Giver fondata da Max Ulivieri che da anni si batte per questo diritto fondamentale e organizza insieme ad esperti del settore corsi a pagamento per chi è interessato a voler intraprendere questo percorso – che dura 200 ore e spazia in diversi campi dalla psicologia alla sessualità – però senza che le persone possano poi esercitare legalmente questo lavoro perché in Italia purtroppo non è ancora regolamentato.

“In quella occasione, ho conosciuto una OEAS, che sta per Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità, e abbiamo chiacchierato molto della mia vita e delle mie necessità. L’ho messa molto sull’ironia, che è un po’ la mia filosofia di vita cercando di prendere tutto con il sorriso, senza piangersi addosso”.

“E in questo, devo dire la verità, mi hanno aiutato tanto i miei amici: non vogliamo vedere il pietismo negli occhi delle persone e quindi le prendiamo un po’ in giro e le stuzzichiamo”.

UNA POSSIBILITÀ DI CAMBIAMENTO

Ad ogni modo la sua storia raggiunge un buon consenso sui social e Billy spera “che questa mia esperienza possa arrivare all’attenzione politica ed aprire finalmente un serio e costruttivo dibattito, dopo troppi anni di menefreghismo. Non ho la presunzione di dire che arriveremo al dunque, però, come in ogni cosa nella vita, se uno crede in quello che fa deve arrivare fino in fondo”.

La storia di Billy sta per diventare un libro che lui stesso ha deciso di auto-pubblicare (“preferisco crearmi le mie opportunità da solo”, dice) e che sarà pronto a breve. “Verso agosto voglio organizzare una grande presentazione per poter far conoscere a quante più persone possibile la mia storia e mettermi in gioco anche sui social, dopo essere stato nell’ombra per questo dolore che mi ha logorato. Mi sono messo a nudo nel libro e ora è arrivato il momento che attendevo da tutta la vita”.

E il libro? “Si intitolerà ‘Il ragazzo con la carrozzina di perla’ e verrà pubblicato, se tutto va bene, il prossimo 3 settembre, esattamente a sedici anni dal mio compleDanno!”.

Perché Billy? “E’ il soprannome che mi hanno dato i miei amici, i miei fratelli. Arriva dalla parola inglese ‘disability’, che significa disabilità, storpiato in ‘Disabilly’. Oramai più che un soprannome è diventato una filosofia di vita, perché nella vita, se ci pensi, siamo tutti un po’ Billy!”.



grafica pubblicitaria sponsor canapashop

SOSTIENI LA NOSTRA INDIPENDENZA GIORNALISTICA
Onestà intellettuale e indipendenza sono da sempre i punti chiave che caratterizzano il nostro modo di fare informazione (o spesso, contro-informazione). In un'epoca in cui i mass media sono spesso zerbini e megafoni di multinazionali e partiti politici, noi andiamo controcorrente, raccontando in maniera diretta, senza filtri né censure, il mondo che viviamo. Abbiamo sempre evitato titoli clickbait e sensazionalistici, così come la strumentalizzazione delle notizie. Viceversa, in questi anni abbiamo smontato decine di bufale e fake-news contro la cannabis, diffuse da tutti i principali quotidiani e siti web nazionali. Promuoviamo stili di vita sani ed eco-sostenibili, così come la salvaguardia dell'ambiente e di tutte le creature che lo popolano (e non solo a parole: la nostra rivista è stampata su una speciale carta ecologica grazie alla quale risparmiamo preziose risorse naturali). ORA ABBIAMO BISOGNO DI TE, per continuare a svolgere il nostro lavoro con serietà ed autonomia: ogni notizia che pubblichiamo è verificata con attenzione, ogni articolo di approfondimento, è scritto con cura e passione. Questo vogliamo continuare a fare, per offrirti sempre contenuti validi e punti di vista alternativi al pensiero unico che il sistema cerca di imporre. Ogni contributo, anche il più piccolo, per noi è prezioso. Grazie e buona lettura. CONTRIBUISCI.
plagron banner

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio