Producono biancheria in canapa: il governo impedisce loro di registrare il marchio
Il ministero per le Imprese e i Made in Italy rifiuta di registrare il marchio di Steva Hemp perché la parola "hemp" - canapa in inglese - incentiva l'uso di stupefacenti
Un marchio contenente la parola “hemp“, canapa in inglese, secondo il governo italiano non può essere registrato perché promuove e incentiva l’uso di stupefacenti.
È la realtà capovolta con la quale si trova a dover combattere una giovane azienda con sede in Alto Adige che si occupa di commercializzazione biancheria da letto e tavola per il settore alberghiero in tessuto 100% di canapa tessile.
LA BIANCHERIA IN CANAPA INCENTIVA L’USO DI STUPEFACENTI?
“All’inizio di dicembre abbiamo presentato la domanda di registrazione del nostro marchio STEVA HEMP, che, qualche settimana fa, è stata rifiutata dal Ministero per le Imprese e Made in Italy, precisando che la parola “hemp” presente nel nostro marchio, incentiva e promuove l’utilizzo delle sostanze stupefacenti. Preciso che le classi indicate nella richiesta della registrazione del marchio sono soltanto quelle relative al tessile“, racconta infatti la dottoressa Gordana Stevancevic, che è la business developer dell’azienda.
“Se avessi subito registrato il marchio a livello europeo, questo rifiuto molto probabilmente non si sarebbe verificato, ma avendo iniziato l’attività ufficialmente pochi mesi fa ed essendo l’Italia per adesso il mio principale mercato di riferimento ho optato per la registrazione del marchio solo in Italia. Ora mi tocca spendere soldi inutilmente per gli avvocati, che devono spiegare al ministero che la canapa non è cannabis“.
BALZO INDIETRO DI MEZZO SECOLO
“Uno spettacolare balzo all’indietro che cancella la storia di mezzo secolo“, commentano da Federcanapa, associazione italiana per lo sviluppo della canapa industriale, sottolineando che: “Il Ministero sembra ignorare che la canapa industriale da 40 anni riceve addirittura un premio di coltivazione in Europa, Italia compresa, e che dal 2016 è in vigore una legge nazionale che la promuove e anzi “incentiva l’impiego e il consumo finale di semilavorati in canapa”. Quindi, nell’interpretazione del Ministero, anche la normativa europea e nazionale rischiano di essere un veicolo pubblicitario della droga? Ricordiamo inoltre che il termine ‘hemp’ è usato in inglese proprio per distinguere la canapa industriale dalla ‘cannabis’ ad alto contenuto di sostanza
stupefacente. Il risultato di questa assurda posizione ministeriale è che si va a colpire una bella
azienda innovativa, Steva Hemp, che produce biancheria da letto al 100% in canapa per alberghi o
eco-friendly e di lusso. Che gli arredi in canapa delle nostre nonne fossero un subdolo invito allo
spinello?”.