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Best Rap Verses 2014: La top 5 delle strofe italiane dell'anno

best rap verses

Come si confeziona una strofa potente e quali sono le caratteristiche che ne sanciscono la riuscita? Flowcontent e delivery ne costituiscono la spina dorsale, ancor di più la capacità di canalizzare in pochi minuti l’intensità e il pieno significato del proprio discorso. Sensazioni che sommate costituiscono una strofa di grande livello, che ha più possibilità di un’altra, manchevole di una sola di queste caratteristiche, di venire ricordata nei mesi e negli anni a venire.

Il 2014 che ci apprestiamo a salutare non è stato illuminante dal punto di vista qualitativo, ma rimangono molte le strofe che condensano stile e potenza. Negli States, sul podio stilato da Complex, troviamo gli interventi-bomba di Lil Wayne in “Believe Me“, di Drake in “0 to 100 / The Catch Up” e di Dreezy in “Chiraq” – input moderni al rap game americano. In Italia sono state ben poche le sorprese positive dell’anno, ma in fin dei conti così notevoli da sfiorare la Top 5. Parliamo, ad esempio, di:

DUTCH NAZARI – “FALLING CRUMBS

La nuova scoperta (che tanto scoperta non è) di Dargen D’Amico è il padovano Dutch Nazari, che emerge con prepotenza con l’EP “Diecimila Lire“. Abile penna che tratteggia perle umili e quotidiane, da cui traspare un senso di instabilità nei confronti della vita e delle sue stranezze: “Non ho mai capito il mito della razza / gli estimatori di Benito nella piazza”. In “Falling Crumbs“, in felice compagnia di…

WILLIE PEYOTE – “OSCAR CAROGNA

Faccio rap da qualche anno / i meglio rappers italiani mi fanno seghe a due mani” – la sorpresa più luminosa del rap italiano degli ultimi anni proviene da Torino. Willie Peyote porta il dramma come il personaggio di Maccio Capatonda e riversa tutto il carico di cinismo e nichilismo in una traccia che dà schiaffoni in faccia alla scena rap italiana – e non: “Chi cazzo è Kendrick Lamar?“.

JOHNNY ROY – “FLASH BANG

Flash Bang” è la bomba detonata da Johnny Roy, contenuta nel suo primo disco ufficiale. L’mc romano viene fuori dopo anni di palchi e fiera militanza underground – e l’esuberanza che ha contraddistinto ogni sua strofa per Carati Crew (ma era lui, sicuri?!?). Flow mega e timbrica spettacolare per un pezzo che è fuoco puro: “La storia del rap in quattro barre / racconti storie sul rap, quattro balle / Chi vive solo di rap c’ha quattro palle / Due per combattere, le altre per raccontarvele

Ecco invece chi ha avuto quel tocco in più ed è entrato nella speciale classifica dei 5 BEST RAP VERSES del 2014, selezionati per voi da Myhiphop.it – chi sarà al primo posto dopo la consacrazione di MezzoSangue nello scorso anno?

5) MEZZOSANGUE – SANGUE

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Non dovremo penare più di tanto per l’atteso “Soul of a Supertramp” – l’esordio di MezzoSangue sarà fuori il 23 gennaio 2015. Qualche anticipazione ha già aumentato a dismisura l’hype, e nonostante il romano abbia centellinato le apparizioni, anche quest’anno entra in classifica con un brano micidiale. “L’arte è guerra ed ogni guerra c’ha i suoi mercenari / Sarò scemo io che parlo ancora di etica ai maiali“: se non fossero chiari i motivi del suo allontanamento dalla scena, “Sangue” ne chiarisce gran parte.

ASCOLTA: “Sangue” – MezzoSangue

4) MISTAMAN – A100

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La M-Theory di Mistaman mescola rap e matematica, fisica e funzioni dove giochi di parole, rime impossibili e incastri paranormali giocano a rincorrersi sul piano cartesiano (Polimeni per myHH). La complessa teoria di Prof. Gomiero culmina in “A100” – “Uno dei testi che ho trovato più complesso scrivere” – dove l’ossessione tecnica si fa vera e propria arte e non disperde un significato compiuto. Doppi sensi e accenti scambievoli in un brano che è un tiro a giro nel sette.

ASCOLTA: “A100” – Mistaman

3) EGREEN – MANOLETE

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Dopo il podio solo sfiorato lo scorso anno, arriva la consacrazione per Nicholas da Busto Arsizio, che con “Manolete” confeziona probabilmente uno dei pezzi più potenti del 2014. “Sapete così tutto di tutti e così poco di voi stessi” –  EGreen sputa la rabbia accumulata in periodi musicali non semplici e dimostra ancora una volta di essere il torero più cazzuto della corrida del rap italiano. “Ho iniziato con un miscuglio di affetto, pace e Mandela / mo è pallido plenilunio, il mio Diavolo si dimena“, la sua impennata alla curva del Tamburello.

ASCOLTA: “Manolete” – EGreen

2) HYST – ADESSO PARLO

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Rapper, cantante, produttore, regista, presentatore, attore, conduttore… in una parola, maestro Hyst, che in “Mantra” è esploso col suo spirito rigoroso e ferreo al seguito delle regole tipicamente orientale mescolato all’animo più caloroso e spaccone de Roma. Due singoli apripista hanno spiazzato mezza scena col suo carico di empatia emotiva, il marchio di fabbrica di un interprete infallibile ed emozionante. “Adesso Parlo” è la nostra scelta, una bomba di attitude e concetti sulle ali dei draghi di San Giorgio (cit. Polimeni)

ASCOLTA: “Adesso Parlo” – Hyst

1) LORD BEAN – L’ULTIMA SCENA

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Le polemiche che lo hanno coinvolto per la sua personale firma sulle sneakers Hogan sono un lontano ricordo, e con soli quattro pezzi in questo 2014 Lord Bean è ancora una volta il rapper più potente dell’anno. “L’ultima scena” è un collage di pensieri ed immagini sul beattone apocalittico di TNS – raccontato così dallo stesso Barcellona: “la nostra voglia di cambiare le cose che si affievolisce sempre di più, sostituita dalla comodità, dagli impegni che diventano la nostra scusa migliore per finire a pensare solo al proprio tornaconto“. Pulsante verve anti-sistema filtrata dalla rituale ricerca metrica e lirica – la classica bomba ad orologeria che ha fatto macerie nel rap game italiano.

ASCOLTA: “L’ultima scena” – Lord Bean

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A cura di Nicola Pirozzi



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