Bernini (M5S): allo stabilimento militare di Firenze sono pronti per produzione cannabis
“Allo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze hanno già preparato un piano per la produzione e predisposto un capannone per la coltivazione indoor di cannabis terapeutica, aspettano solo il via libera del ministero della Salute”. A confermare le indiscrezioni degli ultimi giorni è Paolo Bernini, deputato del Movimento 5 Stelle che oggi insieme ad altri tre parlamentari del movimento si è recato in visita allo stabilimento fiorentino. Ai parlamentari i responsabili del centro militare hanno confermato di aver già inviato tutta la documentazione necessaria al ministero della Difesa (dal quale lo stabilimento dipende) e di aspettare solo il via libera del ministro Lorenzin per iniziare la produzione di cannabis a scopi terapeutici per i malati italiani, i quali sono ancora costretti ad importare la cannabis dall’Olanda con grossi ostacoli burocratici ed economici.
GIA’ INDIVIDUATA LA VARIETA’ DI CANNABIS DA PIANTARE. L’ok alla produzione di cannabis sarebbe non solo una buona notizia per i malati ce ne hanno bisogno ma per tutto il paese. Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze è infatti il centro che da oltre un secolo produce i cosiddetti farmaci “orfani”, cioè le terapie per quelle malattie troppo rare per essere considerate commercialmente appetibili dalle multinazionali del farmaco. E se fino a qualche decennio fa nello stabilimento militare si producevano 240 farmaci ora la produzione è di appena 20 medicinali a causa dei tagli imposti dal governo e il centro è a rischio chiusura. “La produzione di cannabis consentirebbe di risollevare le sorti di uno stabilimento fondamentale per la salute dei cittadini rendendolo economicamente autosufficiente”, spiega Bernini. Per questo i responsabili dello stabilimento hanno già predisposto un capannone grande oltre 10mila metri quadrati per la produzione, ma non solo: è già stata anche individuata la varietà di cannabis da piantare, che sarebbe fornita dal Cra, il Centro per la Ricerca di Rovigo.