I benefici dei giardini terapeutici
Ampi spazi verdi progettati per scopi terapeutici, e per aumentare il benessere e la qualità della vita
I benefici del giardinaggio sono ormai conosciuti da tutti, soprattutto dopo la pandemia che ha riportato l’attenzione sull’importanza di rimanere connessi alla natura e ha dato un nuovo impulso al giardinaggio “urbano” al punto da creare nuove tendenze come il recente fenomeno del micro-gardening.
Il contatto con la natura da sempre è una vera e propria terapia per corpo, mente e spirito e grazie proprio al suo potere curativo sono nati i giardini terapeutici, delle aree verdi create da professionisti (architetti, vivaisti, agronomi etc.), solitamente all’interno di strutture ospedaliere o socio-assistenziali, con l’obiettivo di migliorare il benessere e la qualità della vita di pazienti e personale e curare alcune patologie.
Ogni spazio verde è studiato appositamente – soprattutto nei colori e nei profumi – in base alla patologia, e dona un senso di pace, rilassamento e meditazione. Ad esempio secondo diversi studi i soggetti autistici hanno bisogno di un ambiente ben organizzato e privo di stimoli, mentre per coloro che hanno l’Alzheimer ci sarà un tragitto circolare che non implica il dover prendere una decisione su dove andare.
Le origini di questi giardini si possono rintracciare nei paesi anglosassoni intorno agli anni ‘80, dove vengono chiamati healing garden, grazie a Roger Ulrich, professore di psicologia comportamentale e ambientale alla Texas A&M University, uno dei primi studiosi a scoprire il legame tra uomo e spazi verdi che in uno studio del 1984 definì la natura come “distrazione positiva”, definendo i suoi effetti positivi sia sui pazienti che sulle persone più in generale.
Uno dei più attivi e conosciuti in questo campo in Italia invece è Andrea Mati, quarta generazione in una famiglia di vivaisti, che con la sua azienda ha progettato diversi giardini per differenti patologie: ad esempio per ansia e depressione lo spazio verde sarà orientato su suoni, colori e materiali in grado di riaccendere nei pazienti la capacità d’ascolto; oppure per la sindrome di Down suggerisce spazi aperti con alberi e fiori colorati che stimolano la socialità. O ancora per i disturbi alimentari indica gli spazi verdi con orto e tanti alberi da frutto per insegnare ai pazienti l’arte della coltivazione e della raccolta, ed avvicinarli alla natura.
Il giardino terapeutico fa parte a tutti gli effetti della terapia volta a migliorare le condizioni fisiche e mentali di chi ne usufruisce, allevia il senso di dolore e abbrevia i tempi di ripresa da una patologia o da un’operazione.
Logicamente le patologie non possono essere semplicemente curate in questo modo ma i giardini terapeutici possono aiutare a rinforzare il sistema immunitario che in automatico sarà più efficiente nel combattere la malattia.
Annusare un fiore, osservare una farfalla in volo, ascoltare il rumore delle foglie, toccare un petalo, sentire il calore del sole sulla pelle sono tutte azioni molto semplici che possono donare una sensazione di benessere; uno stato che coinvolge tutti i sensi dell’essere umano, fondamentale nella vita di ogni singola persona indipendentemente dallo stato di salute.