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“Basta polizia nelle scuole!” Gli operatori sociali scrivono ai Presidi di tutta Italia

"Basta polizia nelle scuole!" Gli operatori sociali scrivono ai Presidi di tutta ItaliaUna lettera indirizzata a i dirigenti scolastici per spiegare loro perché non devono invocare, ma anzi opporsi, alle retate antidroga nelle scuole. È l’iniziativa sociali degli operatori aderenti alla Rete Italiana per la Riduzione del Danno (Itardd).

La lettera è rivolta a tutti i presidi delle scuole italiane, ma è indirizzata innanzitutto al vicepresidente dell’Ass.ne Nazionale Presidi, Mario Rusconi, che nelle scorse settimane aveva chiesto alla polizia di mandare più spesso i cani antidroga nelle scuole per controlli capillari.

Una linea, quella dei controlli di polizia nelle scuole, che è sempre più invocata dai presidi (e spesso anche dai genitori), nonostante le proteste cicliche da parte di studenti e insegnati che denunciano la deriva del sistema dell’istruzione italiano, sempre più luogo di controllo sociale e non educativo.

La lettera degli operatori Itardd segue altre iniziative analoghe degli scorsi mesi, come il bellissimo articolo scritto da un professore di Siena, e arriva al termine di un biennio contraddistinto dall’aumento costante delle operazioni antidroga nelle scuole, molte delle quali con esiti da caccia alle streghe, con ragazzini ricorsi nei corridoi per una canna.

Di seguito un ampio estratto della lettera pubblicata dagli operatori sociali:

Nel nostro lavoro incontriamo ogni giorno persone che usano sostanze legali e illegali. Sappiamo quanto la relazione e la fiducia siano gli strumenti più potenti che abbiamo noi adulti, non tanto per fare “battaglie contro la droga” quanto per promuovere il benessere e favorire la crescita degli adolescenti il cui futuro è sempre più minacciato: sostanzialmente questo è il nostro lavoro.

Leggendo la richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine a scuola coi cani antidroga, abbiamo avvertito un segnale di emergenza, riconoscendo la grande difficoltà in cui si trovano gli adulti, a scuola come a casa, di fronte al fenomeno dell’uso di sostanze dei ragazzi. Ci creda dottor Rusconi. Conosciamo bene il fenomeno con il quale Presidi e Docenti di tutta Italia si confrontano quotidianamente, ma sappiamo per esperienza professionale che la sola repressione non porta a una relazione educativa fra il mondo adulto e quello giovanile.

Voi dirigenti e i vostri colleghi docenti siete, come e più di noi, a contatto ogni giorno coi ragazzi che sono, è bene non dimenticarlo, figli della nostra epoca. È questa la differenza fra voi e chi li giudica e li colpevolizza per professione, in TV o sulla stampa nazionale: voi, come noi, li conoscete e potete parlarci. Ci appartengono questi giovani. E se ci appartengono e crediamo nel nostro ruolo educativo non possiamo che dargli parola e ascoltarli, andargli incontro e aspettarli, accompagnarli e porgli problemi. Non possiamo che accoglierli e crescere assieme a loro.

Dottor Rusconi, davvero la scuola è sofferente al punto di abdicare al proprio ruolo educativo e aver bisogno di poliziotti che frugano negli zaini? Davvero pensiamo che giocare coi ragazzi a “Guardia e Ladri” sia un’opera educativa? Davvero vogliamo correre il rischio che i ragazzi trovino in questo gioco la conferma di quanto sono furbi loro e invece gli adulti maledettamente incapaci di ascoltarli?

Non facciamo della scuola un terreno di frontiera, con le perquisizioni e gli arresti in cortile. Ecco, non facciamo della scuola una dogana con controlli e cani. Il presidio del territorio e le indagini delle Forze dell’Ordine ci saranno, a prescindere dal suo invito. Agli adulti della scuola spetta il compito di costruire e tenere viva la relazione di fiducia coi propri studenti. Non è un invito a coprire le malefatte, ma a recuperare il ruolo educativo e di formazione che la scuola a fatica porta avanti.

Ci creda: l’uso e l’abuso di droghe fra i ragazzi è un fenomeno sociale che la sola repressione non esaurisce. Accolga queste parole come l’invito di chi conosce bene i giovani e il loro rapporto, anche problematico, con le sostanze stupefacenti, ed è disposto a un confronto che aiuti a cercare una strategia e un’alleanza per governare un fenomeno complesso. Ragioniamo assieme per crescere tutti in questa crisi. Per cominciare, se vuole, ci risponda per un confronto di persona. Noi ci siamo.”

(Gli operatori e le operatrici di ITARDD – Rete Italiana per la Riduzione del Danno)



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