Barcellona riflette sui Cannabis social club. Nuove aperture vietate per un anno
In pochi anni a Barcellona hanno aperto 160 Cannabis social club (Csc), un numero che quasi eguaglia quello dei Coffee shop di Amsterdam (che ufficialmente sono 196). Ora il governo municipale ha annunciato che per un anno sarà vietata l’apertura di nuovi Csc. Secondo quanto dichiarato dal vicesindaco della città, Joaquim Forn, “si tratta di una misura preventiva presa per riflettere sul fenomeno ed evitare che diventi un problema serio”.
VERSO UN NUOVO REGOLAMENTO. Fino ad oggi per aprire un Csc bastava approvare uno statuto tra i soci e comunicare l’apertura al Consiglio Comunale. A partire da ora, il Comune non approverà nuove aperture e non permetterà di ampliare i Csc esistenti. Il provvedimento durerà un anno ed in questo periodo il governo avvierà un confronto con medici ed esperti per redigere un regolamento che fissi le condizioni che devono soddisfare questi spazi, come il miglioramento della ventilazione dell’edificio o essere ad una certa distanza dalle scuole. Inoltre, la polizia municipale aumenterà i controlli per verificare che i club esistenti siano conformi alle regole, innanzitutto non essere orientati al commercio e non generare profitti per i gestori, e si occuperà di verificare che i club siano in grado di provare l’origine della cannabis che distribuiscono.
IL TURISMO DELLA CANNABIS. I Cannabis social club in Spagna hanno iniziato a diffondersi dal 2012 sfruttando i punti deboli della legislazione sulle droghe, che vieta il consumo in pubblico, ma tollera quello privato. La crescita dei Csc è stata esponenziale nell’ultimo anno ed ha generato anche l’inizio di un turismo della cannabis simile a quello olandese. Il vicesindaco Joaquim Forn ha dichiarato che l’amministrazione comunale è preoccupata dal fatto che Barcellona diventi una meta del turismo per la cannabis, ma ha specificato che le ragioni del blocco sono di natura preventiva ed allo scopo di “riflettere sulle ripercussioni sulla salute pubblica, specialmente per quanto riguarda i giovani, del consumo di cannabis”.