Back to Studio One
Chi, anche distrattamente, ha cercato qualche informazione in più sul Reggae, al di là di Bob Marley e Peter Tosh si è sicuramente trovato di fronte al nome Studio One. La mitica etichetta di Clement “Coxsone” Dodd in 25 anni di storia ha dato un contributo enorme alla musica caraibica e mondiale, che ancora non estingue la sua linfa vitale. Come nella migliore delle leggende la figura del fondatore di “Studio One” è borderline tra il romantico uomo d’affari che sosteneva gli artisti emergenti, dandogli da vivere e facendoli studiare in attesa del successo e il cinico sound operator in lotta perenne con il suo storico rivale Duke Reid che è il fondatore di un’altra storica etichetta, la Treasure Isle.
Studio One nasce dall’esigenza di avere musica fresca per il popolo giamaicano, che, esauritasi l’ondata del Rhythm & Blues americano, non ha interesse per il Rock & Roll. È cosi che a Dodd viene l’idea di registrare alcuni pezzi esclusivi, oggi conosciuti come dubplate o special e per il suo “Downbeat sound system” pesca tra i migliori musicisti dell’isola; da qui al lancio del primo disco il passo è breve, ed è così che esce “Easy snappin’” di Theo Beckford. È l’inizio del music business giamaicano. Visto che l’esperimento si rivela vincente nasce Studio One, etichetta e studio di registrazione in Brentford Road, vera e propria mecca per i cultori del genere. In quelle stanze sono passati i migliori musicisti della Giamaica e vi hanno presa forma generi come lo Ska e il Rocksteady facendone l’epicentro musicale di quegli anni. Gli Skatalites e i Wailers sono i due gruppi più conosciuti dell’universo Studio One ma possiamo dire che il grosso dei grandi nomi degli anni ‘60 è passato da lì: Marcia Griffiths, Ken Boothe, Delroy Wilson, Freddie McGregor, Toots & The Maytals sono solo alcuni degli artisti che hanno fatto di questa etichetta la cosiddetta Motown giamaicana. E basandosi proprio sul modello di impresa americana, l’attività di Coxsone Dodd si espande a macchia d’olio abbracciando vari aspetti del business legato alla musica; ricordiamo infatti che i suoi 5 sound system, le varie sub etichette collegate a Studio One, una vera e propria catena di negozi musicali sotto il nome di Muzik City e una casa editrice fanno in breve tempo della compagnia “Coxsone’s Jamrec Publishing” un modello di efficienza e di organizzazione senza pari al quale si ispireranno un po’ tutti i produttori dell’epoca. Possiamo affermare senza dubbio che Clement “Coxsone” Dodd è il padrino dell’industria musicale giamaicana.
In quegli anni di grande fermento per l’isola, ricordiamo che l’indipendenza fu conquistata nel 1962, la produzione di Studio One era a dir poco frenetica. Gli Skatalites, band ufficiale degli studios, suonavano dal lunedì al venerdì anche più di otto ore al giorno: la mole di incisioni e perle nascoste è immensa. In 25 anni di attività i dischi prodotti sono migliaia ed è normale che spesso qualcosa vada perduto o magari dimenticato in qualche scaffale impolverato. Dalla sua chiusura negli anni ‘80 molte sono state le ristampe e riedizioni a opera di label indipendenti armate di pazienza e amore per la ricerca. Tra i più attivi ricordiamo l’inglese “Souljazz Records”, etichetta conosciuta per le compilation a tema davvero popolari. Ed è notizia di questi giorni che a breve altre gemme dimenticate verranno alla luce, infatti la figlia di Coxsone Dodd, Carol, ha stretto un accordo commerciale con l’etichetta del North Carolina “Yep Roc Records” alla quale, per il momento, sono affidate 4 importanti ristampe utilissime a carpire parte della storia dell’etichetta.
La prima uscita prevista per il 27 di maggio vedrà la ristampa di “The Wailing Wailers”, che come potete immaginare è il primo lavoro ufficiale dei Wailers. L’album che vede all’opera la storica formazione con Bob Marley, Peter Tosh, Bunny “Wailer” Livingston e Junior Braithwaite è un tassello importante del variegato mosaico giamaicano e nel disco sono presenti “Simmer Down” la prima hit della band, “Lonesome Feeling”, la jazzy ballad “It Hurts To Be Alone” e la versione originale di “One Love” che è un pezzo ska, solo successivamente è stato riadattato in chiave Reggae diventando una delle hit più famose di Marley.
Per agosto invece è prevista l’uscita di “Money Maker” una raccolta di pezzi a opera di Burning Spear, The Heptones, The Wailing Souls, John Holt e molti altri, mentre ancora da schedulare è il rilascio di “The Studio One Radio Show” album che si rifà alle selezioni a cura del dj Winston “The Wip” Williams per due show radiofonici andati in onda negli anni ’70. Ultimo progetto è invece una raccolta di brani di Don Drummond, trombonista e fondatore degli Skatalites, selezionati dallo stesso Dodd.
Come dicevo all’inizio dell’articolo la linfa vitale di Studio One è lontana ancora dall’esaurirsi e grazie al lavoro certosino di questi appassionati sicuramente avremo modo di scoprire e riscoprire veri e propri capolavori.
a cura di Leonardo Pascale