Cannabis

Le aziende guidate dalle donne hanno difficoltà ad accedere a grossi capitali

Nel mercato della cannabis oltreoceano le donne hanno più difficoltà a trovare grossi finanziamenti per le imprese rispetto alla controparte maschile

Donna con una pianta di cannabis in mano

Negli USA l’industria della cannabis – ormai ampiamente accettata – continua a crescere trainando il mercato globale, ma nonostante la notevole crescita il numero delle aziende di settore guidate da donne non ha avuto lo stesso slancio.

La notizia emerge grazie a un’intervista fatta da Yahoo Finance durante la Benzinga Cannabis Capital Conference a Nancy Whiteman CEO di Wana Brands, un’azienda che si occupa di produrre e distribuire edible negli USA e in Canada. L’amministratore delegato afferma con consolidata certezza che le donne che raccolgono capitali per le aziende che gestiscono ricevono il 30-40% in meno rispetto a società simili guidate da uomini.

«È un po’ scoraggiante. Hai questo settore nuovo di zecca. Penseresti che abbia davvero l’opportunità di impostare un nuovo percorso, ma sfortunatamente a questo punto sembra molto simile a un settore tradizionale» ha detto l’amministratore delegato Nancy Whiteman.

Anche il report di MJBizDaily pubblicato qualche mese fa, Women & Minorities in the Cannabis Industry”, aveva messo in evidenza il fatto che nel mercato della cannabis tra il 2019 e il 2021 la presenza delle donne ha subito un notevole calo a causa dell’ingresso nel settore di molti uomini, provenienti da altri ambiti, con un accesso consolidato al capitale rispetto alla controparte femminile.

La percentuale di posizioni dirigenziali ricoperte dalle donne nell’industria della cannabis è diminuita nel 2021 con una percentuale del 22,1% rispetto alla forte crescita del biennio precedente che invece aveva fatto registrare il 36,8%.

Il rapporto afferma che avviare un’attività di cannabis può richiedere un grande investimento a sei cifre e «le reti di investitori che possono fornire quella somma di denaro – come individui con un patrimonio netto elevato e società di capitali di rischio – sono difficili da raggiungere per le donne». E inoltre rileva che anche se le donne ottengono finanziamenti importanti, «le imprese di proprietà femminile spesso ricevono meno finanziamenti e meno risorse – come tutoraggio e guida strategica – rispetto alle loro controparti maschili».

Infine Whiteman ha specificato che «Quello che è successo è che, poiché gli stati hanno adottato modelli di licenza più limitati, è diventato molto più costoso entrare in gioco. E quindi, favorisce le persone che tradizionalmente hanno avuto accesso al capitale, che sono uomini, uomini bianchi».

Per cercare di eliminare questo divario l’Arcview Group ha stilato un rapporto in cui sono stati delineati tre percorsi per raggiungere l’equità di genere nel mercato della cannabis: partecipazione azionaria sponsorizzata (cioè una società più grande che sponsorizza una società più piccola di proprietà di un gruppo privato senza lo stesso accesso al capitale); partecipazione azionaria dei dipendenti (include piani di partecipazione azionaria dei dipendenti, cooperative di proprietà dei lavoratori e trust di proprietà dei dipendenti); e partecipazione azionaria non accreditata (società che utilizzano il crowdfunding).

Le donne sono parte attiva nell’industria della cannabis sin dagli albori e seppur con qualche difficoltà, dopo decenni in cui la presenza maschile nelle posizioni dirigenziali ha spadroneggiato, lottano per ritagliarsi lo spazio che meritano e rendere il settore più equo e inclusivo. 

TG DV


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