Autoproduzione: l’ultima speranza perché cambi qualcosa
Riprende l'iter della legge sulla coltivazione domestica e Walter fa un video-appello
La proposta di legge sull’autoproduzione di cannabis è l’ultima speranza affinché in questa legislatura possa cambiare qualcosa.
Con la delusione per il referendum che ancora brucia, tutte le speranze degli antiproibizionisti italiani sono racchiuse in questa proposta di legge. Il lato positivo è che ci sono delle possibilità che la legge passi. Quello negativo è che ci dobbiamo nuovamente fidare di una classe politica che ci ha abituato solo a brutte sorprese.
Noi, nonostante tutto, vogliamo mantenere l’ottimismo che da sempre ci contraddistingue e ci crediamo. Crediamo nella possibilità che la politica, dopo aver cancellato con un singolo “no” le speranze di oltre 600mila cittadini che chiedevano semplicemente delle risposte pratiche a un problema epocale dal quale le istituzioni fuggono, si assuma le proprie responsabilità e si faccia portatrice del cambiamento che non è stato possibile votare tramite un democratico referendum.
Il momento è critico e, per stimolare ulteriormente il dibattito e far capire la portata del provvedimento, è arrivato anche l’appello di Walter De Benedetto, paziente affetto da artrite reumatoide che l’anno scorso è stato assolto dall’accusa di produzione di sostanze stupefacenti per aver coltivato cannabis visto che quella che gli veniva fornita non bastava.
Tramite il Comitato Cannabis Legale, formato da Meglio Legale, l’Associazione Luca Coscioni e Forum Droghe, De Benedetto ha scritto al Presidente della Camera Roberto Fico, alla Ministra Fabiana Dadone e al Presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni.
Intanto giovedì è ricominciata la discussione del testo in commissione Giustizia. Per fare il punto della situazione e capire cosa ci aspetta, ne abbiamo parlato con Riccardo Magi, presidente di Più Europa e primo firmatario della proposta alla quale è stata accorpata quella dell’onorevole Licatini del M5S.
AUTOPRODUZIONE DI CANNABIS: L’INTERVISTA A RICCARDO MAGI
È iniziata la discussione degli emendamenti?
Sì e no, nel senso che è ripreso l’iter della legge sulla depenalizzazione della coltivazione domestica per uso personale, ma anche riduzione delle pene per i fatti di lieve entità e l’eliminazione delle sanzioni amministrative per chi detiene per uso personale. L’iter era rimasto lungamente sospeso in commissione Giustizia e nell’ultima seduta si è esaurita la discussione sugli emendamenti. Dalla prossima settimana si dovrebbe iniziare a votare gli emendamenti sui quali nel frattempo stanno arrivando i pareri del governo.
Quando bisogna accelerare i tempi?
La richiesta che noi facciamo è che si vada rapidamente avanti con l’esame e che poi si approvi in aula in tempi certi.
Esaurito questo passaggio poi ci sarebbe l’invio della legge alla Camera con la calendarizzazione?
La prossima settimana si inizieranno a votare gli emendamenti e non so quante sedute serviranno, poi si voterà il mandato al relatore per andare in aula con il testo e ci sarà il dibattito in aula. Questo è un momento cruciale perché politicamente è l’ultima occasione che il Parlamento ha in questa legislatura per modificare qualcosa della normativa sugli stupefacenti. E che è particolarmente importante dopo che è stato impedito ai cittadini di votare con il referendum.
Significherebbe un primo bel passo in avanti…
Sicuramente, anche se la proposta tocca solo alcuni aspetti di quelli che riguardava il referendum, però sarebbe un passo avanti significativo. Bisogna mettercela tutta per farlo.
Intanto è arrivato anche il video-appello di Walter De Benedetto.
Dobbiamo ringraziarlo tutti per il suo impegno civile e per la sua continua richiesta agli organi istituzionali. Credo sia arrivato il tempo di dare una risposta concreta, con i fatti.
Le tempistiche affinché la legge venga approvata la legge sull’autoproduzione entro la fine della legislatura ci sono?
Sì, sulla carta ci sono, però significa che già dalla prossima settimana si deve andare avanti a votare con un ritmo serio e sostenuto, cosa che avviene quando c’è una maggioranza. La maggioranza in teoria c’è, ora serve che le forze che si definiscono progressiste, PD, M5S, LEU, oltre a noi di Più Europa – Radicali e le altre formazioni che sono nel gruppo misto, agiscano di conseguenza.
Dall’altro lato, visto che la Corte non ha ritenuto ammissibile il referendum e visto che probabilmente per nessuna forza politica è ammissibile che il mercato della cannabis resti in mano alle mafie, è ora che il governo si assuma like proprie responsabilità.
Aggiungo una cosa importante: a ottobre scorso si è riunita la Conferenza nazionale sulle droghe, che è il consesso dal quale devono uscire le indicazioni al Parlamento per eventuali modifiche della normativa. Le indicazioni sono esattamente quelle contenute in questo testo. È una cosa che politicamente ha il suo peso e il Parlamento non può non tenerne conto.
Non solo, perché la ministra Cartabia nel parlare di riforma della Giustizia aveva più volte sottolineato che ii reati di lieve entità non dovrebbero più portare in carcere, visto che le nostre prigioni sono le più sovraffollate d’Europa, e questa legge andrebbe proprio in quella direzione.
Sì, perché depenalizzare i fatti di lieve entità che nel nostro paese in 7 casi su 10 portano ancora in carcere, e questo sarebbe sin provvedimento strategico.