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Autoproduzione ed emendamenti: il voto è saltato di nuovo

Niente da fare: nonostante le richieste di accelerare, non è ancora iniziata la votazione degli emendamenti

Se questo è il nuovo inizio del nuovo percorso della legge sull’autoproduzione, sarà davvero dura che possa essere approvata a fine legislatura.

Nonostante le ultime batoste in Italia in tema cannabis, c’erano e ci sono possibilità che il testo prima o poi sarebbe arrivato in aula per la discussione vera e propria. Ma sia Caterina Licatini prima, che Riccardo Magi poi, che sono i due firmatari del testo di legge unificato, avevano sottolineato a Dolce Vita la necessità di andare avanti spediti. E invece tutto si è inceppato ancora prima di iniziare.

La scusa, questa volta, è stata una riunione urgente sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Sicuramente importante, per carità, ma che rende evidente la poca sensibilità sul tema, per dirla con un eufemismo.

AUTOPRODUZIONE: ALLE BELLE PAROLE NON SEGUONO I FATTI

“A questo punto è evidente a tutti l’urgenza di una mobilitazione perché si inizi a votare gli emendamenti già la prossima settimana e riuscire a portare in aula il prima possibile questa importantissima proposta di legge”, ha scritto Riccardo Magi, da sempre in prima linea in questa battaglia.

“Dopo le belle parole della scorsa settimana, oggi la commissione giustizia non ha avuto neanche un minuto di tempo per discutere e votare gli emendamenti della proposta di legge per la coltivazione domestica”, sottolineano invece da Meglio Legale puntualizzando che: “Evidentemente togliere una fetta di mercato alle mafie, come sottolineato da Procuratore nazionale antimafia durante le audizioni, non è una priorità”.

Ormai è sempre più evidente la scollatura tra le necessità dei cittadini, che da anni chiedono una riforma delle politiche sulla cannabis, e le risposte della politica, capace di nascondersi sul tema da decenni e avendo pure il coraggio di dichiarare inammissibile il referendum con motivazioni che farebbero sorridere, se non ci fosse da piangere.

Nel frattempo Copenhagen, la capitale della Danimarca, ha presentato la sua proposta di legalizzazione, il Lussemburgo ha detto che procederà con la legalizzazione dell’uso personale entro la fine del 2022, la Germania continua a dire che legalizzerà entro la fine della legislatura, Malta ha già fatto il grande passo per l’autoproduzione di cannabis. In Spagna si depositano disegni di legge, così come avviene in Portogallo, e anche in Francia, tra i più proibizionisti d’Europa, si è aperta una discussione.

E poi c’è l’Italia.

Il paese delle promesse politiche che non si realizzano mai, il paese europeo che probabilmente dalla legalizzazione avrebbe più da guadagnarci, il paese europeo con le carceri più sovraffollate, che è poi il paese europeo con le mafie più potenti, che brindano ogni volta che i politici cassano i tentativi di cambiamento.



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