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Autoproduzione: è iniziato il dibattito in Parlamento

La legge per l'autoproduzione di cannabis è arrivata alla Camera, e Salvini minaccia di far cadere il governo

Autoproduzione: è iniziato il dibattito in Parlamento
Il momento tanto atteso alla fine è arrivato: la legge per la coltivazione domestica di cannabis, che renderebbe legale l’autoproduzione di 4 piante, è approdata alla Camera dei deputati per l’inizio dell’iter parlamentare vero e proprio.

Dopo oltre due anni dalla proposta, a prima firma di Riccardo Magi, la cannabis torna ad essere presente nel Parlamento italiano. La volta precedente era stata in occasione della legge di iniziativa popolare per la quale erano state raccolte le firme necessarie, che però, purtroppo, si era risolta con un nulla di fatto e la fine del governo di Renzi.

Ora c’è questa nuova concreta possibilità per l’autoproduzione: non si tratta di una legalizzazione vera e propria, ma di un passo importante nella giusta direzione che, oltre a permettere l’autoproduzione per uso personale, la riduzione delle pene per i reati di lieve entità e l’eliminazione delle sanzioni amministrative per la detenzione di cannabis sempre per l’uso personale, porterebbe alla modifica del testo unico sugli stupefacenti, aprendo le porte alla possibilità di un nuovo referendum, dopo che le istituzioni hanno bellamente ignorato la volontà di oltre 630mila cittadini che avevano firmato per cambiare le cose.

AUTOPRODUZIONE ALLA CAMERA: È INIZIATA LA DISCUSSIONE

Ieri è iniziata la discussione (in fondo all’articolo riguarda la diretta di Meglio legale che ha seguito i lavori), con l’intervento dei vari gruppi e partiti, mentre le votazioni di tutti gli emendamenti dovrebbero concludersi entro la prossima settimana. Come già vi abbiamo raccontato la speranza è che l’iter alla Camera possa concludersi entro l’estate, per fare in modo che, alla ripresa dei lavori, la discussione approdi in Senato per l’eventuale approvazione definitiva.

Al momento è impossibile fare previsioni, l’unica certezza è che il momento giusto per continuare a fare pressione e informazione, anche per smontare le fake news della destra, da sempre basate sul pregiudizio e mai nel merito, che ha già iniziato ad alzare le barricate.

Salvini, in grave difficoltà dopo i litigi all’interno della coalizione, le elezioni amministrative, e il rischio di perdere la leadership della Lega, alza il tiro sperando che i suoi elettori si dimentichino le sue varie uscite a vuoto dalla caduta del governo precedente, annunciata con un Mojito in mano, in avanti. “È incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani: in un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziché occuparsi di lavoro, tasse e stipendi”. Gli deve essere sfuggito il fatto che per la richiesta del referendum oltre 630mila cittadini hanno firmato in meno di un mese, rendendo esplicito che la cannabis è un tema urgente, presente e non più rimandabile.

A Salvini fa eco la Meloni, che arriva addirittura a chiedere di “cancellare dal calendario dei lavori della Camera la discussione delle proposte di legge sulla cittadinanza facile agli immigrati e sulla liberalizzazione della droga”. A parte che non deve avere letto il testo, perché non si parla di liberalizzazione ma della possibilità di coltivare per uso personale, anche a lei deve essere sfuggito che gli italiani sono stanchi di essere arrestati per il possesso di un fiore. Secondo Fratelli d’Italia, infatti, i due provvedimenti che oggi verranno discussi alla Camera, sono “due provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-M5s ormai lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini”.

Infine, come ricordato da Riccardo Magi e da Meglio Legale, il tempo delle ambiguità è finito e per i nostri parlamentari è arrivato il momento delle responsabilità, senza più scuse. “Vedremo chi fa sul serio e chi no”, ha infatti dichiarato Magi al quale hanno fatto seguito le esternazioni del gruppo antiproibizionista: “Per i partiti che si sono espressi a favore della legalizzazione è finito il momento dell’ambiguità, conteremo i voti e vedremo chi ha votato a favore e chi no!”.



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