Autoproduzione di cannabis: il Senato non calendarizza la legge, nonostante l’obbligo procedurale
Era il 2023 quando furono raccolte oltre 54mila firme con il coordinamento di Meglio Legale per la legge sulla coltivazione domestica di cannabis
Era la fine del 2023 quando Meglio Legale depositò il testo di legge per una proposta di legge simile a quella tedesca, che però alzerebbe da 3 a 4 il numero di piante consentite per abitazione e renderebbe legale l’autoproduzione, le associazioni di coltivatori (Cannabis Social Club) e il consumo personale con il possesso fino a 30 grammi, oltre all’abolizione delle sanzioni amministrative ad oggi previste, come il ritiro della patente e del passaporto.
AUTOPRODUZIONE DI CANNABIS
Le firme raccolte erano state depositate in Senato a giugno, ma subito sono iniziati diversi problemi con la validazione. Grazie al lavoro certosino di Barbara Bonvicini, vicepresidente di Meglio Legale, nel 2024 sono stati recuperati tutti i certificati che dovevano essere rilasciati dai comuni per la validazione delle firme.
«Adesso il Senato sarà obbligato a discutere la proposta di legge per legalizzare, come in Germania, la coltivazione di quattro piantine di cannabis per uso personale», avevano spiegato da Meglio Legale precisando che: «Non sarà una sfida semplice, ma dopo le bruttissime novità degli ultimi mesi, dal DDL sicurezza al nuovo codice della strada, il mondo antiproibizionista in Italia torna a sperare. Piantiamo un seme contro le mafie, legalizziamo la coltivazione domestica!».

L’OBBLIGO PROCEDURALE IN SENATO
L’obbligo della discussione deriva dal fatto che se una proposta di legge di iniziativa popolare viene depositata al Senato, esiste un obbligo procedurale per avviarne l’esame, con tempi ben definiti. Entro un mese dall’assegnazione, le Commissioni competenti devono iniziare l’esame della proposta. Entro tre mesi dall’assegnazione, l’esame in Commissione deve concludersi. Se la Commissione non conclude l’esame entro i tre mesi, la proposta viene automaticamente iscritta nel calendario dei lavori dell’Assemblea, dove sarà discussa sul testo originario presentato dai promotori.
Lo ha ricordato Antonella Soldo, portavoce di Meglio Legale, in questi giorni, spiegando che il presidente del Senato Ignazio La Russa non boicotta solo il referendum dell’8 e 9 luglio, ma anche la legge di iniziativa popolare. “Il 23 dicembre la legge era stata calendarizzata a affidata alle commissioni Giustizia e Affari sociali, che, come previsto dalle legge, si sarebbero dovute riunire entro 3 mesi”. Ma non è successo nulla. Il passaggio successivo, visto il lassismo istituzionale, sarebbe dunque stato quello dell’iscrizione automatica della legge nel calendario dei lavori. “Secondo voi è avvenuto?” chiede ironicamente Antonella Soldo, “Ovviamente no”.
“Il regolamento del Senato parla chiaro e non ci sono dubbi di interpretazione sul fatto che Ignazio La Russa quella proposta di legge di inizativa popolare la deve calendarizzare, punto e basta. Ovviamente andremo avanti con i nostri avvocati stiamo cercando di capire come intervenire. Questa storia solo per farvi capire come queste persone occupano le istituzioni come se fossero a casa loro. Manca giusto un busto di Mussolini, per essere casa loro”.