Autoproduzione di cannabis: una legge per pazienti e consumatori
Sarebbe dovuta essere la legislatura in cui discutere di legalizzazione, visto che i partiti che formavano il primo governo Conte erano, almeno sulla carta, tutti favorevoli, e invece potrebbe diventare quella in cui si renderà legale l’autoproduzione di cannabis per uso personale.
Questa mattina, infatti, dal sito di iocoltivo.eu, da cui era partita la disobbedienza civile lanciata l’anno scorso sull’onda della pronuncia delle sezioni penali unite della Cassazione che nel 2019 aveva stabilito che non costituisce reato la coltivazione domestica di cannabis se segue certe condizioni, è partito un appello al Presidente Mario Perantoni e a tutti i membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per chiedere che sia tenuto in considerazione, in vista delle proposte di legge di modifica dell’articolo 73 del Testo unico stupefacenti, il tema dell’autoproduzione di cannabis.
La campagna Meglio Legale, che da tempo si pone come ponte tra i cittadini e le istituzioni per affrontare il tema della legalizzazione, sottolinea infatti che attualmente “sono due e sono opposte le proposte di modifica dell’articolo riguardante il Testo unico stupefacenti: da una parte l’introduzione di pene di più lieve entità e per decriminalizzare la condotta della coltivazione domestica a prima firma Riccardo Magi, dall’altra quella della Lega a prima firma Riccardo Molinari che propone tutta un’altra direzione”.
Il tema è estremamente importante e se da una parte viene ricordato che “la Camera dei Rappresentanti degli Stati uniti ha approvato una proposta di legge per decriminalizzare la cannabis a livello federale”, dall’altra viene appunto sottolineata la sentenza del 2019, “un pronunciamento perfettamente in linea con gli intenti della proposta di legge Magi, che consentirebbe chi consuma di non rivolgersi alla criminalità organizzata, svuotare le carceri dalle persone che necessitano di un trattamento per la propria dipendenza, liberare forze dell’ordine e tribunali da inutili procedimenti e, soprattutto, separare il mercato delle droghe leggere da quello delle droghe pesanti, oltre a permettere anche a chi fa un uso terapeutico di potersi curare”.
Una necessità resa ancor più evidente dalla storia di Walter De Benedetto, paziente affetto da artrite reumatoide, che, dopo aver chiesto per anni un aumento della cannabis che gli veniva prescritta, anche tramite il suo avvocato e con le istituzioni che sono rimaste sorde all’appello, ha iniziato a coltivarla facendosi aiutare da un amico.
Oggi Walter, nonostante gli appelli al presidente Mattarella coordinati sempre da Meglio Legale, una staffetta di digiuni portata avanti su iniziativa di Fuori Luogo e la disobbedienza civile di Riccardo Magi che gli ha donato le infiorescenze ottenute con la coltivazione di una pianta di cannabis in occasione di Iocoltivo, è sotto processo per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso, con udienza fissata per il prossimo 27 aprile.
Da Meglio Legale raccontano che diversi esperti, tra quelli chiamati in audizione in Commissione, “hanno messo in rilievo gli aspetti positivi, soprattutto in termini di lotta alla criminalità e di minore pressione sulle forze dell’ordine e sul sistema della giustizia, che deriverebbero da iniziative di decriminalizzazione della coltivazione e di introduzione di reati di lieve entità”. Ed è di pochi giorni fa la dichiarazione rilasciata dal procuratore antimafia Cafiero de Raho, secondo il quale “la coltivazione ad uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”.
“Ci auguriamo che possa iniziare subito una discussione su un testo base che tenga conto del parere degli esperti, che dunque risulti migliorativo della proposta Magi e accantoni quella Molinari. Il recente cambio della maggioranza di Governo richiede di indicare a quali proposte legislative dare priorità, e speriamo che, soprattutto i Capigruppo, indichino il decriminalizzare la coltivazione domestica tra queste”, spiega Antonella Soldo, coordinatrice della campagna Meglio Legale. E noi non potremmo essere più d’accordo.
L’appello, sostenuto da oltre 30 associazioni, è condivisibile e si può firmare online sul sito iocoltivo.eu.