Autofiorenti
Maggio: il momento migliore per seminare o trapiantare in esterno varietà autofiorenti di cannabis.
Le varietà autofiorenti, di cui la prima e più famosa è la lowryder, sono una piccola rivoluzione nel mondo dei growers: non risentono del ciclo di luce/buio, rimangono nane (15 – 50 cm.) e completano la fioritura dopo 2 – 3 mesi dalla posa del seme.
In genere sono varietà “Indica” (il nome non è esatto, ma è entrato nell’uso comune per la varietà afgane – Indukush a foglia larga e fioritura rapida) o a predominanza di caratteri di “Indica”, incrociate con ceppi di “Ruderalis”con buona produzione di resina.
La “Ruderalis” è una varietà di canapa che cresce selvatica dall’Ucraina alla Siberia, spingendosi a sud fino al Kazakistan e alla Mongolia. Una varietà di canapa che non ha alcun valore commerciale: bassa statura, poca produzione di cannabinoidi e fibra di scarsa qualità. Ma che ha un pregio particolare: non è influenzata dal fotoperiodo ed entra in fioritura dopo pochissimi giorni di crescita (15 – 30), indipendentemente dalle ore di luce. Questo perché le estati, nel suo habitat naturale, sono estremamente brevi: da giugno ad agosto, e prima e dopo questi mesi fa troppo freddo, le temperature vanno facilmente sotto lo zero, perché la canapa possa nascere o sopravvivere.
L’incrocio di un buon ceppo di “Ruderalis” con una “Indica” ricca di cannabinoidi produrrà piante piccole, con un ciclo rapido, con una discreta quantità di resina e, a volte, un gusto ed un “High” piacevoli. Alcune di queste piante non risentiranno del fotoperiodo e cominceranno a fiorire anche se sottoposte a 18 ore di luce e 6 di buio (anche a 24 ore di sola luce, ma qualunque varietà sarebbe soggetta a stress se il giorno continuo si prolunga oltre i 15 giorni dall’emergenza della piantina dal terreno. Le piante hanno bisogno qualche ora di “notte” per poter scaricare le sostanze tossiche accumulate nei tessuti di giorno).
Selezionando solo le piante autofiorenti per alcune generazioni si arriverà ad isolare una nuova varietà autofiorente, con buone percentuali di cannabinoidi. Non sono riproducibili per talea, perché il ciclo di crescita è troppo rapido, danno spesso alte percentuali di maschi rispetto alle femmine. Un inconveniente a cui si può cercare di rimediare dando a queste piante la possibilità di sviluppare abbondanti radici fin dall’inizio: seminate in vasi abbastanza capienti (2 – 4 litri) e, al momento del trapianto, preoccupatevi che possano esserci almeno 10 – 15 litri di medium ben fertile disponibile per le radici, ricco di fosforo per un’abbondante fioritura. Ricordo che meglio stanno le piante, fin dall’inizio, più possibilità ci saranno che possano scegliere di diventare femmine.
Più ore di luce potranno avere (18 ore è l’ideale per contivazione in interno), più potranno crescere e fiorire in modo abbondante; se invece le ore di luce saranno inferiori, anche il volume delle infiorescenze ne risentirà. Per questo, se poste in esterni (in vaso od in piena terra) i mesi con più insolazione (maggio, giugno, luglio ed agosto) saranno i migliori per una resa soddisfacente (a seconda degli “strain” e delle tecniche di coltivazione dai 10 ai 30 grammi di infiorescenze secche e pulite per pianta).
Le varietà autofiorenti rappresentano un’arma ideale contro un regime proibizionista folle. La loro capacità di fiorire in qualunque momento con un ciclo di vita corto e la loro taglia ridotta le rende facilmente camuffabili in mezzo ad altra vegetazione, sia in pieno campo sia in un giardino o su un balcone. La resa è bassa, ma la loro rapidità può rendere conveniente anche una loro coltivazione in interni, sotto lampade a scarica: si può arrivare a rese fino a 300 grammi/metro quadrato in 3 mesi di ciclo. Un Risultato comparabile a quello delle migliori rese dati da ibridi indica/sativa, che possono arrivare fino a 500 g./m2 in 4-5 mesi fra crescita e fioritura.