Autofiorenti multistrain in cocco
Strain: Think Different, Cream Mandarine, Red Poison & Magnum
Seeds Bank: Dutch Passion, Sweet Seeds e Buddha Seeds
Ciao a tutti!
Dopo i cicli dello scorso inverno pensavo di fermarmi fino a settembre, ma la fine delle mie scorte personali mi ha spinto ad iniziare a marzo un ultimo ciclo prima dell’arrivo del caldo estivo. Dato che il tempo stringe, ho deciso di optare per un ciclo di autofiorenti abbastanza veloci: Think Different (Dutch Passion), Cream Mandarine (Sweets Seeds) e Red Poison (Sweet Seeds), a cui ho successivamente aggiunto una Magnum (Buddha Seeds).
Il setup si compone di una growbox da 120x120x200cm, equipaggiata con un estrattore da 320 m3/h a cui ne ho affiancato uno da 190 m3/h per l’immissione di aria, umidificatore ad ultrasuoni e una lampada HPS Agro da 400W montata sotto un riflettore Adjust-A-Wing. Come substrato ho scelto la fibra di cocco in vasi da 11 litri, fertilizzando con Coco A & B di Canna.
GERMINAZIONE E SEMINA
Per 32 ore ho lasciato i semi immersi in acqua (75% demineralizzata e 25% rubinetto decantata, pH 6.5 EC 0.3), seminandoli poi dentro ad alcuni bicchierini di plastica riempiti con un substrato di cocco senza perlite, il tutto posto all’interno di una mini-serra artigiana- le, composta da un secchio tappato con della pellicola trasparente. Malgrado i dubbi iniziali, questo metodo si è rivelato efficace durante la fase d’emergenza per via della condensa che si forma all’interno del secchio e che aiuta a mantenere alta l’umidità. Le piante sono emerse tutte senza problemi, tranne una i cui cotiledoni non sono riusciti a rompere la membrana protettiva; ho pro- ceduto quindi a rimuoverla io delicatamente utilizzando l’ago di una siringa. Durante questi primi giorni ho utilizzato sola- mente acqua a pH 6.0/6.5 ed EC 0.4/0.5.
Dopo 24 ore dall’emergenza dei primi germogli ho deciso di mettere i contenitori direttamente sotto ad una HPS Agro da 400W, montata su un riflettore Adjust-A-Wing (equipaggiato con il Super Spreader) e tenuta a circa 40cm di distanza durante i primi giorni di vita; mantenendo sempre un fotoperiodo di 24/0 (portandolo a 20/4 alla comparsa dei primi prefiori).
CRESCITA VEGETATIVA
Dopo tre giorni ho deciso di iniziare a fertilizzare, spruzzando 1,5 ml di Canna A & B diluito in 1 litro d’acqua (soluzione con pH 6.0 ed EC 0.8). Notando un allungamento iniziale ho anche avvicinato maggiormente la lampada alle piante in cerca di luce. Nel frattempo ho deciso anche di insonorizzare l’estrattore, rivestendo l’interno di uno scatolone con della lana di roccia, forandolo su un lato ed infilandoci l’estrattore (nella foto). Molto semplice, il rumore si è ridotto notevolmente. Avendo un ambiente di crescita con un’umidità troppo bassa per delle piante così piccole inizialmente ho dovuto ricorrere a metodi “caserecci” quali il classico straccio ammollo in una bacinella d’acqua, optando successivamente per un vaso riempito con fibra di cocco ed 1 litro d’acqua che, evaporando, ha aumentato notevolmente l’umidità della serra dal 26% al 53% (con temperatura di 27.3 °C ). Ho poi acquistato un umidificatore ad ultrasuoni per mantenere un tasso d’umidità circa del 70%, riducendo anche la temperatura nella growbox.
Purtroppo una mattina ho trovato un paio di piante morte per cause ignote, ho provveduto quindi a seminare altre Red Poison e una Magnum della Buddha Seeds. Per la Magnum ho deciso di utilizzare vasi da 14 litri anziché da 11 litri, questo perché dovrebbe trattarsi di uno strain autofiorente con un notevole sviluppo radicale e aereo. Avendo notato anche alcune macchie sulle foglie e credendo che la causa fosse un over- fert, ho deciso di proseguire la fertilizzazione abbassando le dosi a 0,5 ml di prodotto per litro d’acqua. Successivamente ho provato anche diverse combinazioni di fertilizzante, acqua demineralizzata, acqua del rubinetto e acidi per riuscire a tenere basso l’EC, ma senza riuscire ad abbassarlo a meno di 0.6/0.7. In realtà i problemi delle piante erano derivati dagli stress iniziali e dal fatto che ho tardato un po’ prima di capire come si comporta il cocco a livello di assorbimento e drenaggio dell’acqua. Ad ogni modo la colonizzazione delle radici è stata velocissima, richiedendo un travaso (nei vasi definitivi) già dopo una decina di giorni. Dopo il travaso ho iniziato ad aumentare gradualmente il fertilizzante portandolo prima a 1.2 ml/L e nelle settimane successive a 1.8 (con pH 5.8 ed EC 1.1), mantenendo sempre costanti i valori di temperatura e umidità; le piante hanno apprezzato mostrando nuove foglie in salute e i primi prefiori.
Con l’arrivo di aprile, dopo circa un mese dall’emersione, ho aumentato la fertilizzazione a 2,0 ml di Coco A&B per litro d’acqua, riuscendo però questa volta ad abbassare l’EC fino a 0.8. Ho mantenuto la temperatura fra 23.0 e 26.5 °C (alzata di proposito per far asciugare prima l’acqua del substrato) e l’umidità tra il 50% e 65%. In queste condizioni la crescita è proseguita bene, permettendomi di avvicinare il riflettore fino a 20cm dalla cima più alta della Think Different.
FIORITURA
Dopo 3-5 settimane dall’emergenza e con lo sviluppo del qunto internodo, le piante sono entrate quasi tutte in fioritura. Ero un po’ preoccupato per la dimensione ridotta delle piante, colpa anche dei molti stress subiti durante l’emergenza e la crescita, ma entrando in fioritura hanno subito aumentato il proprio volume, senza tuttavia “esplodere” come avevo previsto. Ancora una volta si sono fatti sentire i diversi problemi incontrati dalle piante durante lo sviluppo vegetativo. Con l’inizio della fioritura ho aumentato la fertilizzazione portandola a 2.5 ml di pro- dotto per litro d’acqua, irrigando ogni pianta con circa 400 ml di soluzione a pH 5.8 ed EC 0.9 (più alto rispetto ai precedenti valori per- ché ho dovuto usare una percentuale maggiore di acqua del rubinetto, non avendo a disposizione sufficiente acqua demineralizzata).
Durante la prima settimana di fioritura la temperatura si è stabilizzata tra i 24° e i 26°C con alcuni picchi di 28°C, ho allora deciso di aumentare la quantità d’acqua fino a mezzo litro per pianta, con l’eccezione della Magnum alla quale ho dato 650ml per via del vaso più capiente (da 14 litri). Poi ho aumentato ancora la dose dei fertilizzanti portandola a 2.8 ml per litro. Con il riflettore posto a circa 30cm dalle cime più alte, le piante hanno iniziato finalmente a mostrare lo sviluppo tipico della fase di fioritura (chi più e chi meno: la Magnum ha continuato a vegetare ancora, essendo stata seminata dopo le prime).
A fine aprile ho dovuto riorganizzare gli spazi di coltivazione perché la germinazione e l’emergenza distribuita su un arco di 11 giorni mi ha portato ad avere in fioritura piante con altezze molto diverse tra loro. Ho quindi cercato di alzare tutte le piante alla stessa distanza dalla lampada. Con i valori di temperatura sempre stabili e l’umidità al 60%, la fioritura è proseguita bene, anche se la Red Poison si è dimostrata una genetica poco stabile: sapevo che essendo nuova non poteva esserlo più di tanto, ma non pensavo lo fosse così poco. Ognuna delle tre Red Poison è cresciuta come una pianta diversa dalle altre.
La Think Different si è invece riempita di prefiori per tutta l’altezza e la Magnum, anche se in ritardo rispetto alle altre, ha colonizzato completamente il vaso. In questa fase ho aumentato ulteriormente la dose di Coco A&B prima a 3ml/L e poi fino a 3.5 ml/L, prestando sempre attenzione a segni di possibile overfert. Dopo un mese e mezzo dall’emersione delle prime piante, ho finalmente cambiato il foto- periodo portandolo a 20/4. L’idea iniziale era di farlo fin dalla comparsa dei primi prefiori, ma avendo seminato strain con tempistiche diverse e in giorni diversi, mi sono ritrovato con alcune piante che hanno tardato maggiormente a entrare in fase di fioritura. Il cambio di fotoperiodo e il costante aumento di fertilizzante (fino ad un massimo di 4 ml/L) hanno portato la Magnum a crescere molto e a creare qualche problema per la di- stribuzione delle piante nell’ambiente di coltivazione. Ma a parte questo e qualche carenza di Calcio, la fioritura è proseguita più o meno re- golarmente. I problemi iniziali, come mi aspettavo, alla fine hanno minato la produttività di questo ciclo. Ma non tutto è andato perso, in fioritura avanzata alcune piante hanno messo lo sprint. Le Red Poison non mi hanno sorpreso come speravo, ma due piante su tre sono diventate belle rosse, solo una era rimasta verde. E’ bastato qualche giorno di fresco in balcone per farla colorare di bellissime tonalità viola, tuttavia il sapore non mi ha entusiasmato. Dei problemi iniziali ne hanno risentito anche le Think Different e le Mandarine Cream, mentre la Magnum ha continuato a crescere indisturbata. Comunque il cocco mi ha colpito molto come substrato, richiede più attenzione rispetto alla terra, ma permette di capire meglio i bioritmi della pianta.
CONSIDERAZIONI
Red Poison: Non mi ha colpito come speravo. Non è stata particolarmente veloce, né produttiva, né buona. Allora qual è la sua utilità? Beh, tre piante su tre con bellissimi colori viola, purpurei e una volta seccata, alcune cime assumono tonalità quasi nere, con pistilli di colore arancione in contrasto. Ho voluto coltivare questo strain perché non avevo mai visto una cima viola, ma non penso che la riprenderò in considerazione.
Mandarine Cream: Bella pianta, cresce com- patta e con un bel ritmo. Purtroppo non ho potuto ottenere il massimo per via dei pro- blemi iniziali. Sono però rimasto contento e sicuramente riproverò a coltivarla. Purtroppo sia la Cream piccola, sia la grande, sono sta- te attaccate dalla botrite, facendomi perdere 2 apicali.
Think Different: Secondo la mia esperienza si tratta di una pianta che cresce compatta, fino a inizio fioritura tutta su un apicale, poi arresta la crescita in altezza e promuove la crescita laterale. Nel mio caso i rami laterali avevano superato l’apicale.
Magnum: Questa per me è stata la pianta più sorprendente. Fortunatamente ho deciso di darle subito un bel vaso da 14 litri piuttosto che da 11 litri come alle altre. Due settimane prima di entrare in fioritura l’aveva già colonizzato tutto e uscivano le radici dai buchi ed è sempre cresciuta con ritmi vertiginosi. L’unica nota stonata riguarda i tempi di questo strain, che sono davvero lunghi: quasi 120 giorni dall’emersione dei primi germogli. Attesa ripagata però dalla produzione finale e dall’aroma che sprigiona.
the.pitbull (dal forum di enjoint.com)