Australia: le 3 proposte per legalizzare l’autoproduzione di cannabis
In Australia 3 Stati dei 6 che compongono il Paese hanno presentato insieme una legge per rendere legale la coltivazoine domestica e il consuo di cannabis per gli adulti
Tre diverse proposte di legge in tre differenti Stati del paese presentate lo stesso giorno: accade in Australia dove il tentativo è quello di dare una regolamentazione all’uso di cannabis per gli adulti.
LE NUOVE PROPOSTE PER REGOLAMENTARE L’USO ADULTO DELLA CANNABIS IN AUSTRALIA
Lo scorso 20 giugno infatti Rachel Payne, deputata per lo Stato del Victoria, Jeremy Buckingham, deputato per lo Stato del New South Wales, e Brian Walker, deputato per lo Stato dell’Australia occidentale, hanno presentato ai rispettivi parlamenti un disegno di legge.
Si tratta di proposte che ricalcano quella già approvata nel 2019 nella capitale, che è stata la prima giurisdizione del paese a legalizzare la cannabis ricreativa sia per la coltivazione che per il possesso di piccole quantità di cannabis.
Nonostante questo, a livello federale la cannabis nel Paese rimane illegale, così come accade negli Stati Uniti.
Le nuove leggi presentate consentirebbero agli adulti di coltivare fino a sei piante e di consumarla in privato, oltre alla possibilità di offrirla a un altro adulto in queste giurisdizioni a patto che sia detenuta legalmente. Consentirebbe l’accesso solo alle persone di età pari o superiore a 18 anni e non cambierebbe il reato di vendita di cannabis.
Come riportato da The Guardian, “Il disegno di legge consentirà alle famiglie di coltivare fino a sei piante, dare e condividere quella cannabis e commerciare i semi“, ha affermato Buckingham, deputato del Legalize Cannabis Party NSW ed ex deputato dei Verdi, che sostiene si tratti del primo tentativo coordinato di legalizzare la cannabis nel Paese.
AUSTRALIA: AL VIA LE CURE CON MDMA E PSILOCIBINA
Intanto l’Australia, proprio a partire da luglio 2023, è uno dei primi paesi in cui gli psichiatri potranno legalmente prescrivere Mdma (per la cura del disturbo post-traumatico da stress) e psilocibina (per il trattamento della depressione resistente ad altre terapie). Pur trattandosi di una “detabellizzazione” ristretta a questi protocolli terapeutici, si tratta di un importante riconoscimento anche a livello legislativo delle necessità di rivedere l’approccio generale alle sostanze psichedeliche.