Audizioni sulla cannnabis in Parlamento: scandalosi i nomi voluti dalla Lega
Nonostante le dichiarazioni di Bonafede e Salvini, che hanno sottolineato il diniego del governo verso la cannabis, il Sen. Mantero ha depositato una proposta di legge che prevede la legalizzazione e sembra che a breve verrà depositata anche un’altra proposta pro-legalizzazione. Inoltre sarebbero in programma una serie di audizioni a commissioni riunite (XII Commissione Affari sociali e XIII Commissione Agricoltura) per trattare l’argomento: “Iniziative concernenti i prodotti derivati dalla Cannabis Sativa“.
Dall’oggetto delle audizioni, si è portati a immaginare che finalmente il Governo si sia deciso a normare bene i derivati della canapa industriale, magari inserendo le infiorescenze a basso contenuto di THC tra i derivati a uso erboristico, alimentare e riconoscendo l’impiego a uso ludico delle stesse. Sicuramente non sarà discussa la legalizzazione vera della cannabis, ma solo l’impiego di derivati industriali e loro commercializzazione.
Però qualcosa non torna.
Una ricerca sui convocati in audizione dalla Lega, svela i nomi di storici proibizionisti.
Il primo della lista è Giovanni Serpelloni, medico veronese che dal 2008 al 2014 è stato capo del Dipartimento politiche antidroga del governo Berlusconi. Fu successivamente indagato per tentata concussione e turbativa d’asta nell’ambito degli appalti per la manutenzione del software di gestione dei dati sanitari sulle tossicodipendenze. A prescindere dalle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, Serpelloni è famoso per il suo sostegno al proibizionismo. Ha recentemente dichiarato infatti: «La legalizzazione della cannabis light apre a scenari sociali devastanti. Quello che sta accadendo negli Stati Uniti lo dimostra, ma siamo vittime di una manipolazione dell’informazione che risponde esclusivamente a logiche economiche». In realtà, analizzando i successi ottenuti dalla legalizzazione negli USA, è Serpelloni a tentare una manipolazione dell’informazione.
Il secondo nome in lista è Giovanni Biggio, professore emerito di Neuropsicofarmacologia presso l’Università di Cagliari che, nel 2007, sosteneva: «Ci lasciano perplessi certe affermazioni politiche, basate il più delle volte su scarse o nulle basi scientifiche, secondo cui le “canne” sono una droga non pericolosa, non pesante, ad esempio, come può esserlo l’eroina. Un messaggio che può provocare, e provoca, danni ingenti». Anche in questo caso, possiamo con sicurezza affermare che il vero danno è paragonare la cannabis all’eroina.
Il terzo della lista è Silvio Garattini, ricercatore scientifico in farmacologia, medico e docente in chemioterapia e farmacologia. Nel corso della sua attività, è stato Presidente nella Commissione Ricerca e Sviluppo dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), e presidente dell’organizzazione europea di ricerche sul cancro (EORTC). Nel 1996 fu criticato dai sostenitori del metodo Di Bella perché negò, da membro della CUF (Commissione Unica del Farmaco), il passaggio della somatostatina da farmaco di fascia H a farmaco di fascia A (che prevede la fornitura del farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale). La motivazione che diede fu l’assenza, secondo il ricercatore, di prove scientifiche sulla sua efficacia. È inoltre criticato dai movimenti animalisti per la sua posizione fortemente favorevole verso la sperimentazione animale. In merito alla cannabis Garattini è determinatissimo e ha dichiarato di essere assolutamente d’accordo sulla pericolosità della cannabis light.
Invitato alle audizioni anche il tossicologo Carlo Locatelli che sostiene: «La canapa legale può essere stupefacente tanto quanto quella di strada, basta acquistare sufficiente prodotto e con metodi semplici ottenere un concentrato dagli effetti stupefacenti e tossici. Ecco perché la libera vendita delle infiorescenze a contenuto di THC legale, nei canapa shop, dal punto di vista dei tossicologi italiani, non ha senso». Chi si occupa scientificamente di cannabis sa bene che le estrazioni riguardano l’intero fitocomplesso e dato che nella cannabis light il CBD sarà sempre (e di molto) superiore al THC qualsiasi estratto “casalingo” derivato da questi fiori, non potrà mai dare effetti stupefacenti. In merito agli effetti “tossici”, stilando una graduatoria delle piante pericolose per l’uomo, prima della cannabis dovrebbe essere vietato il prezzemolo e la noce moscata.
Il quinto audito in lista è Giuseppe Cucchiara, direttore generale dei servizi antidroga al Ministero dell’Interno, sostenitore della disapprovazione sociale del consumo di droga: disapprovare è una cosa, sostenere le calunnie proibizioniste un’altra.
Il sesto convocato è il prof. Matteo Marti, ricercatore e coordinatore del progetto nazionale sulle nuove droghe (DPA). Il professore è un sostenitore delle proprietà curative del cannabidiolo, ma sottolinea che occorre sviluppare farmaci che lo contengano, e non legalizzare le infiorescenze.
Il settimo è Isabella Marta, Direttore Area Autorizzazioni Medicinali presso AIFA Agenzia Italiana del farmaco, che interverrà in merito al cannabidiolo contenuto negli alimenti.
Segue poi il prof. Gaetano Dichiara, tossicologo e farmacologo, sostenitore della dipendenza fisica da cannabis: «Nonostante non provochi crisi d’astinenza violente come quelle da altre sostanze d’abuso, il suo consumo comporta comunque iperalgesia, irritabilità, ansia e, nonostante non ci sia rischio di morte per overdose, circa il 10% dei consumatori potrebbe sviluppare una dipendenza cronica».
Il nono in lista è il dott. Alfredo Mantovano, magistrato e politico italiano passato da Alleanza Nazionale a Casa delle Liberta, poi tornato ad Alleanza Nazionale e migrato infine al Popolo delle Libertà. Il dottore ingrassa la fila di quelli che sostengono fermamente che, lo “spinello” oggi in circolazione ha effetti devastanti e non sempre reversibili sulla psiche e sul fisico.
Il decimo è Franz Vismara, responsabile delle relazioni istituzionali della comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano. Cosa racconterà mai in audizione parlando di cannabis?
C’è poi Antonio Affinita, Direttore generale Moige – Movimento Italiano Genitori che, preoccupato anche dalla vendita di caramelle al gusto di cannabis, fece un appello alle autorità e alle istituzioni perché intervenissero sul fronte della vendita della cannabis light. Quando il CSS dichiarò che non era possibile stabilire con certezza l’eventuale “non pericolosità” della cannabis light, Antonio Affinita esultò affermando che, ristabilita la verità (quale?) bisognava procedere col divieto di vendita della cannabis light.
Tra gli ultimi nomi in lista troviamo il Gen.le Adelmo Lusi, comandante dei NAS, e la dott.ssa Donata Favreto che fa parte dell’associazione scientifica del Gruppo Tossicologi Forensi Italiani.
Ma siamo sicuri che queste siano le persone giuste da ascoltare per chiarire eventuali aspetti oscuri della cannabis? Siamo certi che il giudizio degli invitati in audizione sarà privo di pregiudizi e non sarà falsato da eventuali interessi personali?