Attenzione al ragnetto rosso, il vampiro delle piante
Quando parlo del ragno rosso non mi riferisco a quel ragnetto che in Italia fa capolino su molti balconi, ma di una specie che è in realtà un parente lontano della famiglia dei ragni. Prolifica in pochissimo tempo e se non si interviene in tempo arriva a compromettere resa e qualità dell’intero raccolto.
Identikit
Il ragnetto rosso, Tetranychus urticae, non è un vero insetto ma un tipo di aracnida, parente dei ragni, degli scorpioni e delle zecche. Gli adulti sono di piccole dimensioni e riconoscibili dal colore rossastro. Vivono in colonie, principalmente sotto le foglie delle quali si nutrono. Il clima preferito del ragno rosso è quello caldo e asciutto. Se trova le condizioni ideali inizia a proliferare indisturbato fino a quando ci si rende conto di avere un’infestazione soltanto dopo i segni evidenti sulle foglie o le tipiche ragnatele che vanno da una cima a un’altra. Quando una pianta viene infestata dai ragni rossi è infatti possibile notare delle macchie biancastre sulla parte superiore delle foglie. Più passa il tempo più queste diventano giallastre.
In natura, tra le piante preferite di questa specie, ci sono fragole, meloni, legumi, pomodori e soprattutto fiori ornamentali. I nostri fiori preferiti sono anche i loro. Specialmente quelle varietà dagli odori fruttati. Ho notato nel tempo, infatti, che i ragni rossi sono indica simpatizzanti. Nella stessa growroom la popolazione più grossa si trova molto spesso sulle indiche. L’aroma pungente e critico di alcune sative non li interessa per niente, al contrario sono attratti da certe Kush. Il problema sorge quando vanno realmente in “fame chimica” e iniziano ad attaccare le foglie della pianta succhiando la sua linfa, perché è di questo che si nutrono.
Prevenzione
Si può tenere sotto controllo questa piaga attraverso una prevenzione mirata. Qui vi mostro come eliminare i ragnetti rossi con metodi naturali evitando che la vostra growroom diventi un’enorme ragnatela. Sono dell’idea che la prevenzione sia sempre la soluzione migliore.
L’olio di Neem è senza dubbio il prodotto organico più utilizzato insieme al sapone potassico. Molto spesso vengono miscelati insieme e vaporizzati direttamente sulle piante durante le fasi notturne. In questo modo si evita un eventuale effetto della luce e dell’olio essenziale sulle foglie, che si potrebbero bruciare.
Meno conosciuto dell’olio è il suo principio attivo, Azadiractina, che ha addirittura un’efficacia maggiore. Si tratta infatti di un estratto di principio attivo di Neem che si aggiunge nell’acqua per innaffiare le piante. In questo modo penetra direttamente nella linfa della pianta evitando che il ragno possa succhiarla perché nauseato dalla presenza del principio attivo. È il fitosanitario più utilizzato in agricoltura biologica.
Altri metodi risolutivi sono gli infusi naturali (decotti e macerati) che vengono anch’essi vaporizzati sulle piante durante la fase notturna: il macerato di aglio secondo molti coltivatori è uno dei più efficaci. Viene preparato lasciando in infusione tutta la notte l’aglio che viene poi applicato sulle piante il giorno seguente.
Un altro dei sistemi più efficaci e allo stesso tempo meno invasivi, utilizzato specialmente quando la pianta è già in stadio avanzato e gli odori forti dei macerati e oli essenziali cambierebbe il risultato finale, è l’acqua. I ragni rossi, infatti, odiano l’umidità e, quando entrano in contatto con l’acqua, scappano via. Se le piante sono ancora piccole è possibile intervenire passando una spugna bagnata sulla parte inferiore delle foglie. Se invece le piante sono già in uno stadio più avanzato di fioritura, allora si possono irrorare con getti d’acqua vaporizzata, tenendo conto che un’irrigazione eccessiva provocherebbe piaghe addirittura peggiori come muffe e botriti.
Con la giusta dose di acqua vaporizzata e una temperatura che arriva al massimo a 28 gradi centigradi, un’umidità che oscilla sempre tra 50-60%, i ragni non dovrebbero avere vita facile e si dovrebbe riuscire a evitare la rovina del raccolto.
Per concludere, credo che la prevenzione attraverso trattamenti fitosanitari sia fondamentale per proteggere bene le piante dai parassiti. La ragione è semplice: operando sulle piante giovani non si compromettono le qualità organolettiche delle cime. Se non siete riusciti a evitare l’infestazione in fase iniziale, tenerla sotto controllo in fase di fioritura sarà ancora più difficile. Save your buds from the trap taking care of your plants!
a cura di Dank Weediams