Assolto il paziente di cannabis medica Andrea Trisciuoglio
Andrea Trisciuoglio è stato assolto. L'attivista e paziente di cannabis medica è stato processato per possesso di 450 g di cannabis
Andrea Trisciuoglio: attivista e fondatore dell’Associazione LapianTiamo, è stato finalmente assolto. Si conclude così una vicenda che ha del paradossale, che vede un paziente affetto da sclerosi multipla, in possesso delle licenze necessarie per beneficare di cannabis a uso terapeutico, finire sottoprocesso per un reato che non ha commesso.
Infatti per il giudice il fatto non sussiste e non ha rilevanza penale. “Con l’Avvocato Lorenzo Simonetti le cause si vincono”, ha dichiarato per sdrammatizzare Andrea a DolceVita. Non dimenticando di ringraziare anche l’Avvocato Adriano Minetola e l’Avvocato Angelo Ippolito che lo hanno assistito eccellentemente. Ma facciamo un passo indietro.
ANDREA TRISCIUOGLIO È STATO ASSOLTO, MA LO STATO IN ITALIA CONTINUA A CRIMINALIZZARE PAZIENTI E CONSUMATORI
La disavventura di Andrea Trisciuoglio è iniziata il 3 novembre 2021, quando il fondatore di LapianTiamo insieme all’amico Davide Scrano, anch’egli paziente in cura di cannabis medica, sono stati fermati dai Carabinieri e trovati in possesso di “450 grammi di marijuana, suddivisa in diverse confezioni, ed una piantina della stessa sostanza”.
A nulla è servito al momento della perquisizione il tentativo di Andrea, che affetto da sclerosi multipla, aveva dichiarato che tutta la sostanza sequestrata all’intero dell’abitazione era legale e di sua proprietà, specificando che la stessa era per uso esclusivamente terapeutico e personale. Utilizzo confermato dalla documentazione medica consegnata dall’attivista.
Stessa cosa per Davide, che trovato dagli agenti in possesso di cannabis ha prontamente esibito i documenti che attestavano sia la legittimità del possesso che la legalità del prodotto. In particolare l’etichetta dei semi utilizzati e l’autorizzazione per poterli coltivare presso la sua azienda agricola “Tricoma”.
“Siamo molto soddisfati in quanto siamo riusciti a dimostrare che tutto il prodotto sequestrato sia stato qualificato come canapa per uso terapeutico – ha dichiarato l’Avvocato Simonetti a DolceVita – Inoltre con il tempo, il sistema giudiziario sta dando ragione alla nostra impostazione difensiva, per la quale è necessario distinguere la presunzione di spaccio dalla detenzione per uso esclusivamente personale e terapeutico”.
È doveroso infine sottolineare che è la carenza perenne di cannabis medica nelle farmacie a spingere pazienti come Andrea ad autoprodurre la propria terapie e a finire coinvolti, per una mancanza dello Stato, in processi inutili. Tra questi Walter di Benedetto, che ci ha lasciati recentemente. Anch’egli imputato (e poi assolto) per aver coltivato cannabis.