Terapeutica

Artrite reumatoide e sistema endocannabinoide

L’Artrite reumatoide e le potenzialità della cannabis nel trattamento, raccontate dalla dottoressa Valentina Florean di Clinn

L'interno del corpo umano che segnala la presenza di artrite reumatoide

L’Artrite Reumatoide è una patologia autoimmunitaria le cui cause specifiche sono ancora sconosciute. Colpisce maggiormente le donne degli uomini ed esordisce in genere tra i 30 e i 50 anni di età. Non è una patologia estremamente diffusa, colpisce circa l’1% della popolazione.

I sintomi coinvolgono le articolazioni, soprattutto delle dita delle mani, ma non solo, che vengono colpite in maniera simmetrica e cosiddetta migrante. Infatti si può avere dolore alle mani per un certo periodo poi alle ginocchia, poi a entrambi e così via. 

L'attivazione del recettore CB2 in pazienti con artrite reumatoide può diminuire il rilascio di citochine pro-infiammatorieL’inizio del danno articolare è a carico della membrana sinoviale: in condizioni normali questa membrana formata da tessuto connettivo fibroso è sottile, riveste internamente la capsula articolare e l’estremità articolare delle ossa. All’interno è a contatto con il liquido sinoviale, che in parte produce. Questa costruzione garantisce la fluidità del movimento articolare. Nell’Artrite Reumatoide le cellule della membrana e del liquido sinoviale si comportano in modo anomalo per via di una risposta immunitaria disregolata, iniziano a cambiare aspetto e a produrre una serie di sostanze chimiche che aumentano l’infiammazione e alterano la struttura stessa dell’articolazione. Questo può portare alla distruzione della cartilagine, dell’osso e dei tessuti molli dell’articolazione, che si deforma, diventa dolente e perde la funzionalità. È un processo degenerativo, quindi questa evoluzione si può osservare in un periodo più o meno lungo di tempo e può essere contrastata con il trattamento farmacologico. Quando la patologia è in stadio avanzato oltre alle articolazioni può colpire altri tessuti al di fuori di quello articolare. Può essere molto invalidante e dolorosa. 

La diagnosi è clinica ed è confermata, non sempre, dalla presenza di determinati anticorpi e dal rialzo del Fattore Reumatoide negli esami del sangue.

CANNABIS E ARTRITE REUMATOIDE

In una review pubblicata nel 2020 che ha studiato il comportamento del Sistema Endocannabinoide si evince che soprattutto l’attivazione del recettore CB2, dei due quello più espresso sulle cellule della linea immunitaria, in pazienti con Artrite Reumatoide può diminuire il rilascio di citochine pro-infiammatorie e di metalloproteasi responsabili del danno articolare, favorire l’attività degli osteoblasti (producono osso) e diminuire quella degli osteoclasti (distruggono osso).

L’utilizzo di cannabinoidi in grado di attivare il recettore cannabico CB2 potrebbe potenzialmente essere molto interessante per contrastare i meccanismi patologici dell’Artrite Reumatoide, dato che va confermato con ulteriori studi in vivo. 

Molto più avvalorato dalla letteratura è l’utilizzo dei cannabinoidi per trattare il dolore cronico relativo a questa come ad altre patologie, quindi inteso come trattamento sintomatico con ampio margine di miglioramento della qualità di vita di questi pazienti, compromessa soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia. 

Riferimento bibliografico: Kaur I, Behl T, Bungau S, Zengin G, Kumar A, El-Esawi MA, Khullar G, Venkatachalam T, Arora S. The endocannabinoid signaling pathway as an emerging target in pharmacotherapy, earmarking mitigation of destructive events in rheumatoid arthritis. Life Sci. 2020 Sep 15;257:118109. doi: 10.1016/j.lfs.2020.118109. Epub 2020 Jul 19. PMID: 32698072.

A cura della Dottoressa Valentina Florean



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