Arresti per Juicy Fields: truffa da oltre 600 milioni
Sono stati arrestati alcuni operatori di Juicy Fields. La piattaforma che quasi due anni fa ha abbondando i suoi investitori. Si stimano dai 600 milioni ai 2 miliardi di dollari persi
Arrestati nove operatori di Juicy Fields: la piattaforma di crowdfunding che quasi due anni fa è collassata abbandonando i suoi investitori. L’operazione è stata guidata dall’Europol, l’agenzia cooperativa dell’UE, che ha stimato una truffa di circa 645 milioni di euro.
“Dopo aver messo insieme tutte le prove digitali, gli investigatori hanno elaborato un quadro di intelligence comune che ha permesso alle forze di polizia di tutta Europa di avviare questa ondata di arresti”, ha dichiarato l’agenzia governativa.
I Paesi coinvolti nell’operazione sono stati Germania, Italia, Lettonia, Spagna. Poi Repubblica Dominicana e, da quanto comunicato dalla National Crime Agency britannica, Regno Unito.
MILIONI DI INVESTIMENTI SPARITI NEL NULLA
Per chi non lo ricordasse, Juicy Fields “permetteva” di adottare una piantina di cannabis a distanza. Piccoli investimenti per grandi guadagni. Così la piattaforma spronava gli utenti ad acquistare.
Come riferito da HempToday infatti, e confermato dall’Europol, la piattaforma garantiva per soli 50 euro l’acquisto di una pianta online. Pagando (all’inizio) fino al doppio gli investitori. Invogliandoli così a spendere sempre di più.
“Molti investitori – spinti dal desiderio divampante di guadagnare “soldi facili” – alzavano la posta in gioco e sborsavano centinaia, migliaia o in molti casi anche decine di migliaia di euro“, ha dichiarato l’agenzia europea.
IL PIANO (QUASI) PERFETTO DI JUICY FIELDS
Accordi falsi. Per guadagnare credibilità, Juicy Fields aveva dichiarato ai tempi di avere dei contratti con alcuni giganti dell’industria della cannabis, come Canopy Growth e Aurora. Entrambi però, avevano negato alcun tipo di rapporto con la piattaforma.
E ancora, “uffici fisici, personale e rappresentanza in occasione di eventi dell’industria della cannabis”, ha affermato Europol.
Tanti piccoli indizi che volevano costruire l’idea di una struttura commerciale affidabile. Che però altro non erano che tasselli di uno schema piramidale studiato nei minimi dettagli, per una delle truffe online “più riconosciute” degli ultimi anni.
MOLTI PIÙ DI 645 MILIONI DI EURO
I danni economici effettivi potrebbe essere “significativamente più alti” dei 645 milioni di euro stimati, ha riferito l’Europol. Che ha calcolato oltre 180mila investitori truffati in tutto il mondo.
L’avvocato svedese Lars Olofsson infatti, che a fine 2022 rappresentava oltre 800 vittime di Juicy Fields provenienti da 56 Paesi diversi, ha stimato una perdita di circa 2,5 miliardi di dollari.
“Chiunque su questo pianeta avrebbe potuto essere vittima di questo tipo di schema – aveva dichiarato Olofsson a CannaReporter – Ho fonti affidabili che confermano che le menti dietro il piano Juicy Fields hanno praticato diversi tipi di frode per oltre 12 anni“. Questa quindi non era la prima volta per i truffatori.
Olofsson aveva anche avviato una causa contro banche, avvocati, diversi social media e mezzi di informazione. Che per l’avvocato hanno contribuito a facilitare gli investimenti nella piattaforma.
In particolare, le sue richieste hanno coinvolto 70 persone, 60 banche e 40 aziende. Inclusi social media e piattaforme di notizie come Facebook, Instagram, Forbes, Google, CNN e YouTube.
FACEBOOK NON GARANTISCE LA SICUREZZA PROMESSA
“Le nostre prove dimostrano chiaramente che Facebook, nonostante le ripetute promesse e l’impegno scritto dello stesso, non dispone di un sistema per impedire la pubblicazione di annunci fraudolenti nel suo ecosistema”, ha spiegato Olofsson.
“Con questa causa (avviata alla fine del mese scorso per conto di 514 clienti presso il tribunale distrettuale Stoccolma, ndr), chiedo che Facebook si assuma la responsabilità del fatto che gli annunci fraudolenti siano apparsi sulla piattaforma”, continua l’avvocato.
“Annunci che non sono stati rimossi quando gli utenti di Facebook (e i miei clienti) li hanno segnalati alla società come annunci fraudolenti”.
Infine, Olofsson ha chiesto un risarcimento totale di 23 milioni di dollari (21 milioni di euro) persi dai suoi clienti a causa degli annunci pubblicitari apparsi sul social media.