Approvato definitivamente il decreto Sicurezza: “È decreto Repressione”
Il governo mette la fiducia anche al Senato per l'approvazione definitiva del decreto Sicurezza, tra le proteste delle opposizioni
Il governo mette la fiducia anche nel definitivo passaggio al Senato e così, dopo l’approvazione alla Camera, il decreto Sicurezza è diventato una legge dello Stato italiano con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto.
La votazione è avvenuta tra le proteste reiterate delle opposizioni, che ha visto i senatori di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sedersi per terra in Parlamento per denunciare le nuove misure contro le manifestazioni non autorizzate, in particolare la criminalizzazione dei blocchi stradali, che da oggi diventano reato penale, urlando “vergogna, vergogna” e alzando cartelli con scritto “denunciateci tutti”.
Stessa sorte per il fiore di canapa industriale, che da oggi per la legge italiana, in conflitto con quella dell’Unione europea, diventa uno stupefacente indipendentemente dal livello di THC contenuto. È l’ennesimo strappo del governo nei confronti del settore, con il diritto italiano che, con l’assoluzione di Luca Marola dopo 6 anni di processo e tanti altri imprenditori nella stessa situazione, ha sentenziato di non considerarlo uno stupefacente.
“Questo decreto è tutta propaganda”, non è “più sicurezza è più repressione”, il commento della segretaria del PD Elly Schlein, mentre secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si tratta di “un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa”.

DECRETO SICUREZZA: I NUOVI REATI
Il decreto Sicurezza introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti, qui sotto le principali novità.
Stretta sulla cannabis light: Sono vietate la lavorazione, la distribuzione, il commercio e il trasporto di infiorescenze di canapa coltivata, anche in forma semilavorata.
Stretta sulle manifestazioni: inasprimento delle pene per danneggiamento in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico qualora il fatto sia commesso con violenza alla persona o minaccia.
Tutela delle forze dell’ordine: viene garantito un sostegno economico fino a 10mila euro per le spese legali in caso di procedimenti penali relativi a fatti compiuti durante il servizio.
Scudo penale per i servizi segreti: l’articolo 31 del provvedimento prevede infatti che gli agenti dell’intelligence non possano essere perseguiti per reati associativi, come mafia o terrorismo, se agiscono su autorizzazione della Presidenza del Consiglio.
Blocchi stradali e ferroviari: ribattezzata norma “anti Gandhi” dalle opposizioni, prevede il carcere per chi blocca strade o ferrovie e l’estensione del Daspo urbano.
Norma “anti No Tav” e “No Ponte”: introduce un’ulteriore circostanza aggravante se la violenza o minaccia a un pubblico ufficiale è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica.
Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR): introdotta un’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi, applicabile se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario o a mezzo di scritti o comunicazioni diretti a persone detenute. Si prevede poi il delitto di rivolta all’interno di un istituto penitenziario: prevede la punibilità con la reclusione da 1 a 5 anni. Viene inoltre previsto un nuovo reato finalizzato a reprimere gli episodi di proteste violente da parte di gruppi di stranieri irregolari trattenuti nei Cpr. Si introduce anche il reato di resistenza passiva: si tratta delle condotte che impediscono il compimento degli atti dell’ufficio o del servizio necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza.
Sgombri di immobili occupati. Viene introdotto il reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” (o delle relative pertinenze, come garage o cantine). Prevista anche una procedura d’urgenza per il rilascio dell’immobile e la conseguente reintegrazione nel possesso. Il reato è punito con la reclusione da 2 a 7 anni e si prevede una causa di non punibilità in favore dell’occupante che collabori all’accertamento dei fatti e ottemperi volontariamente all’ordine di rilascio dell’immobile.
Norma anti “ecovandali”: si prevede che se viene imbrattato un bene mobile o immobile adibito all’esercizio di funzioni pubbliche, con la finalità di “ledere l’onore, il prestigio o il decoro” dell’istituzione alla quale appartengono, si applica la pena della reclusione da 6 mesi a 1 anno e 6 mesi e la multa da 1.000 a 3mila euro.
Detenute madri. Si rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore a un anno e si dispone che scontino la pena, qualora non venga disposto il rinvio, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri.
Norma su Body cam per le forze dell’ordine. Si consente alle forze di polizia di utilizzare dispositivi di videosorveglianza indossabili nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno. Le bodycam però non diventano dotazione obbligatoria. Si prevede anche la possibilità dell’uso della videosorveglianza nei luoghi in cui vengono trattenute persone sottoposte a restrizione della libertà personale.
Norma su armi senza licenze. Si autorizzano gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza alcune tipologie di armi quando non sono in servizio.
Norma su Sim telefoniche. Per acquistare una sim telefonica un migrante dovrà presentare un documento d’identità, non più il permesso di soggiorno come prevedeva il ddl, e si introduce la sanzione amministrativa della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni per i casi nei quali i gestori non osservino gli obblighi di identificazione dei clienti.