Industriale

Approvata una risoluzione di maggioranza per la canapa industriale e la biomassa

Approvata una risoluzione di maggioranza per la canapa industriale e la biomassa
La risoluzione congiunta di maggioranza per la canapa industriale è stata approvata ieri.

“Grazie alla risoluzione approvata in Commissione Agricoltura alla camera, il governo si impegna a promuovere la coltivazione e supportare la filiera della canapa industriale (Cannabis sativa L.). In particolare si impegna a disciplinare la cessione di biomasse essiccate, per la fornitura ad imprese nei settori farmaceutico, alimentare, cosmetico e manifatturiero. La risoluzione prevede anche l’impegno del ministero della Salute a definire con un decreto i livelli massimi di residui di Thc ammessi negli alimenti e ad attuare il decreto legislativo n.75 del 21 maggio 2018 relativamente all’elenco delle piante officinali”, ha comunicato con una nota Chiara Gagnarli, portavoce del Movimento 5 Stelle e capogruppo in Commissione Agricoltura.

I punti principali riguardano la cessione di biomassa per la fornitura ad imprese farmaceutiche, alimentari, cosmetiche e manifatturiere nel rispetto della disciplina vigente in ciascun settore; la possibilità di stanziare risorse nel 2020 per il comparto, la ricerca, l’innovazione tecnologica e l’eventuale creazione di un polo sementiero; l’attivazione di un tavolo tecnico tra il ministero delle Politiche agricole, quello della Salute, dell’Interno, della Giustizia e dello Sviluppo Economico; e infine la richiesta di un decreto del ministero della Salute per stabilire il limite massimo di THC negli alimenti.

Partendo dal fatto che una risoluzione non ha valore di legge, ma serve per indirizzare l’operato del governo, secondo l’avvocato Giacomo Bulleri, “L’unica cosa certa è la cessione di biomassa per i vari settori, il resto è demandato a tavoli tecnici e discussioni che si dovranno affrontare”. Per la questione della biomassa, che comprende anche le infiorescenze, “viene resa legale la cessione di biomassa, risolvendo il discorso del trasporto che sarebbe normato, con il limite chiaro dello 0,2% di THC. Quindi una cosa positiva per la parte agricola. C’è da sottolineare che, essendo in commissione agricoltura, non si poteva andare oltre le proprie competenze”.

Rimane sempre aperto il nodo della commercializzazione, che esula dalle competenze della commissione. “Per la Cassazione esula dalla 242 quindi ad oggi rimane il discorso dell’efficacia drogante. Ieri un altro provvedimento seguito dall’avvocato Zaina a Lucca ha stabilito nuovamente che perla commercializzazione il limite resta lo 0,5% ma si va a macchia di leopardo: uno commercializza a proprio rischio e pericolo e poi se si va nel penale si deve difendere nelle sedi opportune”.

Per risolvere il problema bisognerà cambiare la legge e ad oggi ci sono due proposte in questo senso, già depositate e in attesa di essere discusse, una da parte del senatore Mantero del M5S,  una da parte di Più Europa, oltre ad un’altra precedente, che è stata proposta dal Senatore Ciampolillo e normerebbe la commercializzazione di infiorescenze fino allo 0,5% di THC.

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