Angelino Alfano, la droga e l’ergastolo della patente
Dice il ministro degli Interni Angelino Alfano che l’Europa ci chiede di fare di più per risolvere il problemi delle vittime degli incidenti stradali. Dal 2001 ad oggi in Italia il numero delle vittime della strada è sceso del 45% ma l’obiettivo è fare ancora meglio. Ottima idea, per carità. Per realizzare questo nobile scopo Alfano più che all’introduzione del reato di omicidio stradale, punta forte sul cosiddetto “ergastolo della patente”, una misura volta a colpire con il ritiro permanente del permesso di guida chi è stato sorpreso più volte alla guida del proprio mezzo in condizioni alterate. Fino a qui tutto bene, direte voi, dopotutto la libertà di alterare se stessi non può certo comprendere il diritto a mettere a repentaglio la vita degli altri.
Il problema è che secondo il nostro Angelino, l’ergastolo della patente dovrebbe servire per “colpire chi altera abitualmente il proprio comportamento con l’uso di droghe”. E chi si mette alla guida abitualmente ubriaco? E chi fa abitualmente i cento all’ora nei centri abitati?. Secondo le statistiche sono proprio eccesso di velocità ed abuso di alcol i due fattori principali nel causare incidenti mortali sulle nostre strade, per l’alcol i dati parlano addirittura di quasi 4 incidenti con vittime su 10 attribuibili al suo abuso da parte di automobilisti. Ma per loro Alfano sembra non prevedere nessun “ergastolo”.
Sia chiaro, chi scrive non vuole affermare in nessun modo che guidare sotto l’effetto di droga sia meglio. Nessuno dei due casi deve essere permesso. Ma nelle parole di Alfano sembra semplicemente riecheggiare il più falso dei luoghi comuni, nonché il più duro a morire. La droga è il male, l’alcool invece è una cosa diversa. Senza considerare poi il fatto che, per come vengono condotte oggi, le analisi per verificare l’assunzione di droghe non hanno alcun valore scientifico. Se infatti con l’etilometro si riesce più o meno a verificare se il guidatore è sotto l’effetto dell’alcol al momento del controllo, per quanto riguarda le altre sostanze le analisi si trasformano in una sorta di caccia alle streghe che punisce le abitudini più che una reale condotta irresponsabile. Lo sanno bene, ad esempio, le migliaia di persone che si sono viste contestare la guida sotto effetto di cannabis per aver fumato qualche sera prima del controllo. La cannabis infatti è la sostanza che per maggior tempo rimane nell’organismo (fino ad un mese per i consumatori abituali). Prima di parlare di ergastolo della patente forse sarebbe il caso di rivedere il metodo dei controlli, che ne dici Angelino?