Andrea Trisciuoglio: “Faccio lo sciopero della cannabis per la libertà di Fabrizio Pellegrini”
“Ciao a tutti vi prego tantissimo di aiutarci a liberare Fabrizio Pellegrini dal carcere. Oggi farei iniziare un satyagraha: una forma di non-violenza per richiedere un diritto privandosi di qualcosa di indispensabile per sé. Quello che Marco Pannella faceva come sciopero della fame; per me è molto più indispensabile invece la cannabis per la mia sclerosi multipla ed ora darò una bella responsabilità allo Stato”.
È il messaggio con cui Andrea Trisciuoglio di LapianTiamo ha annunciato lo sciopero della cannabis iniziato oggi, una forma inedita di protesta sulle orme di Marco Pannella, che grazie ai suoi celebri scioperi della fame aveva portato avanti battaglie fondamentali per i diritti di tutti, esponendo il proprio corpo in prima persona.
“Bisogna liberare assolutamente Fabrizio”, ha spiegato Andrea Trisciuoglio a dolcevitaonline.it, “questa cosa è raccapricciante: è come se arrestassero me e mi tenessero in galera senza cannabis. Non è tanto il fatto dell’arresto, quanto quello di rimanere senza la propria medicina. Io sono dispostissimo ad andare in carcere o a donare parte della mia cannabis. Senza tener conto che in questi casi, le misure alternative sarebbero obbligatorie per legge”.
Andrea ha deciso, contro il parere dei medici che lo seguono, di iniziare oggi uno sciopero della cannabis: si priverà della medicina che lo aiuta a combattere i sintomi della sclerosi multipla che lo affligge, pur di portare avanti questa battaglia. “Contro le resistenze che ho da parte di tutti che mi dicono che sono molto più utile se rimango attivo. Però è una battaglia che si deve fare”. Rimanere senza cannabis per Andrea è un problema non da poco, anche un’operazione semplice come l’alzarsi dal letto la mattina può diventare molto complicata e dolorosa. “Alla lunga porterà al ricomparire di tutti i sintomi della malattia che fortunatamente grazie alla cannabis ho eliminato. Io prima vivevo nel dolore e oggi ho dimenticato cosa fossero i dolori, per fortuna. Però in poco tempo ricompaiono gli spasmi ed i dolori, senza parlare dell’appetenza. Io mangio solo grazie alla cannabis e al fatto che stimoli l’appetito”.
“Mi auguro che arrivi una risposta al più presto. Determinate battaglie sono sempre state portate avanti da Marco Pannella che ha sempre avuto un grande seguito. Vorrei che accada la stessa cosa, al di là dei movimenti politici. Do una bella responsabilità allo Stato in generale ed anche ai cittadini appartenenti allo Stato. Fabrizio coltiva la cannabis per curarsi perché è indigente, è poverissimo”.
Fabrizio Pellegrini, classe 1968, è un musicista e pittore abruzzese affetto da tempo dalla sindrome fibromialgica, una patologia altamente invalidante, ed usa la cannabis per alleviare i dolori che questa patologia comporta, riuscendo grazie ad essa a migliorare notevolmente le proprie condizioni di vita. Era il 2006 quando Fabrizio ottenne la prima ed unica prescrizione di Bedrocan, l’infiorescenza medicale di cannabis che importiamo dall’Olanda. Alla fine, come raccontato da Pazienti impazienti, “arrivata alla Asl l’autorizzazione del ministero italiano per l’importazione della sua medicina, la stessa chiedeva il pagamento anticipato del costo totale della pratica, quasi mille euro per un mese”.
“Grazie alla solidarietà di altri pazienti, tramite l’organizzazione di una sottoscrizione nazionale, è riuscita in quella circostanza a permettergli di pagare la fattura e quindi ricevere la sospirata cannabis medicinale, e lui sembrava aver ripreso fiducia in se stesso e nell’umanità. Era di nuovo in grado ed impegnato a lavorare. Alla successiva richiesta presentata dal medico alla Asl per tre mesi di Bedrocan, non c’è stato nulla da fare: quasi 2000 euro anticipati o niente”.
“Nel caso specifico di malati, il nostro ordinamento prevede che il fatto illecito (coltivazione) non venga considerato antigiuridico perchè, qualora sia accertato l’uso terapeutico, il diritto alla salute ed alla vita sono considerati valori assoluti ed insuperabili; Il Codice Penale, infatti, all’art. 51 recita: “L’esercizio di un diritto … esclude la punibilità”. Chi, nell’esercizio di un diritto legittimo, abbia a compiere atti o fatti che integrino una fattispecie preveduta dalla legge come reato, non può essere punito per questo. Nel punire un paziente che fa uso terapeutico di cannabis come Fabrizio, poi, viene meno anche un’ altro aspetto costituzionale, quello dell’art. 25 della Costituzione, cioè del “recupero del condannato”, che in teoria è una delle finalità della pena. Come si può pretendere di mantenere forzatamente un cittadino in condizione di malattia o addirittura in carcere, rovinandogli la vita, allo scopo di recuperarlo da che?”.
Fabrizio Pellegrini è stato arrestato per l’ennesima volta agli inizi di giugno in seguito ad una perquisizione domiciliare durante la quale sono stati trovati 500 grammi di cannabis ed alcune piante; più tempo passerà in carcere senza la propria medicina, più la sua situazione peggiorerà. Speriamo che lo sciopero di Andrea Trisciuoglio porti lo Stato a dare risposte concrete in breve tempo, partendo dal fatto che i malati si aiutano, non si arrestano.