Anche senza Fini-Giovanardi continua la repressione. La metà delle denunce è per cannabis
È stato presentato il sesto Libro bianco sulla legge sulle droghe, curato dalla Società della ragione e dall’associazione Antigone. La nuova edizione è il primo prezioso contributo statistico che si occupa di fare il quadro sulla situazione ad oltre un anno dalla bocciatura della legge Fini-Giovanardi. Ne esce un quadro di scarso miglioramento, dove diminuiscono le detenzioni per droga, l’ingresso di tossicodipendenti in carcere ed anche le segnalazioni alla prefettura per uso personale. Si tratta comunque di numeri ancora elevati che dimostrano come la repressione dei consumi (specialmente per quanto riguardo la cannabis) non si è certo arrestata con il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli.
I NUMERI DELLE CARCERI. Sono stati 13.972 i nuovi ingressi in carcere per violazione della legge sulle droghe nel 2014 rispetto ai 18.151 dell’anno prima. Sul totale degli ingressi in carcere l’incidenza dei reati relativi all’art 73 (produzione, traffico e detenzione di stupefacenti) è stata del 28,38%, quindi seppur in diminuzione (nel 2013 erano oltre il 30%) si tratta ancora di quasi tre detenuti su dieci, a conferma di come la legge Jervolino-Vassalli, pur distinguendo tra droghe leggere e pesanti, sia una legge fortemente repressiva. Attualmente il 33,56% dei detenuti presenti sono imputati o condannati per reati di droga. Un detenuto su tre: numeri altissimi, anche se è vero che dal 2006 non si era mai scesi sotto il 37%, con un picco del 40,21% nel 2009. 17.995 il numero totale dei carcerati per droga presenti nel 2014 rispetto ai 23.346 dell’anno prima.
UN ARRESTO SU DUE È PER CANNABIS. – il 49,16% delle violazioni della legge antidroga è per cannabinoidi, sarebbe a dire le sostanze meno nocive per i consumatori e meno remunerative per le narcomafie. Emergono anche da questo punto di vista tutti i limiti della repressione penale. La stragrande maggioranza delle segnalazioni è per violazione dell’art. 73, mentre la più grave condotta punita dall’art.74 riguarda poco più del 10% del totale delle segnalazioni. Secondo il libro bianco anche questo è “un pesante indizio di quanto la legislazione antidroga punti verso il basso, sia cioè indirizzata contro consumatori e spacciatori al minuto senza alcun reale rischio per i consorzi criminali più organizzati”.
8MILA SEGNALAZIONI PER CONSUMO IN MENO. Significativo il calo delle segnalazioni alle prefetture per consumo di sostanze, che scendono a 31.272 (ben 26.663 di queste per uso di cannabinoidi), il risultato più basso degli ultimi 8 anni, in netto calo rispetto alle 39.100 del 2013, mentre le persone che hanno subito sanzioni amministrative sono 14.051. D’altra parte continua anche il crollo delle richieste di programma terapeutico: nel 2006 erano 3008, nel 2013 sono scese fino a 241, nel 2014 si è arrivati addirittura a 107. In 8 anni un crollo del 96,45%, tanto che, secondo gli autori del libro bianco, “si può ormai affermare che la segnalazione al prefetto (e quindi ai servizi) non ha alcuna funzione terapeutica, bensì esclusivamente sanzionatoria”.