Anche quest’anno (e forse per sempre) l’Islanda non darà la caccia alle balene
Per il secondo anno consecutivo, non ci saranno balene arpionate nelle acque islandesi. Dietro la decisione non c’è un ritrovato rispetto per la natura e gli animali ma una mera questione economica. Il mercato della carne di balena non è più remunerativo come un tempo, ragione per cui le due maggiori compagnie del paese dedite alla caccia, Hvalur e IP Utgerd, non hanno più interesse a mantenere l’attività alle attuali condizioni – la seconda ha ufficialmente annunciato la chiusura.
I dati elaborati dal Fondo internazionale per il benessere degli animali (IFAW) e Capacent Gallup, solo il 3,2% della popolazione islandese mangia carne di balena con regolarità (sei o più volte l’anno) e solo 1,7% mangia carne di balena almeno una volta al mese. Gran parte del consumo locale proveniva da turisti, ma anche quello è diminuito a causa della popolarità del whale watching che genera oltre undici milioni di euro annui. Nelle gelide acque islandesi è possibile avvistare oltre venti specie di cetacei, come megattere, balenottere minori, capodogli e orche, ed è uno dei migliori luoghi d’Europa per avvistare le balene tutto l’anno.