Anche lì fuori si muore
In un ritardo “Africano”, sperando che come forse già è per il nostro Paese non sia troppo tardi, mando le mie riflessioni dal continente Nero dove a questo giro mi sono giocato il glorioso Mac, soprannominato “frullino”che mi accompagnava da anni. L’equipaggiamento è d’emergenza, cosi come d’emergenza è la situazione. Mi arrivano dall’Italia notizie ed opinioni di cui ho rigetto, non volevo credere sarebbe andata davvero così, speravo come ho scritto l’ultima volta, in uno scatto d’orgoglio che come tante volte nel nostro passato, ci permettesse di riscattarci all’ultimo minuto col genio e col talento italico, che esiste perché come la verità soffre spesso ma non muore mai. Non è prevedibile nessuna evoluzione, le variabili sono troppe, ma direi una peggio dell’altra.
Il bollettino dei suicidi è impressionante, ormai più tanti fuori che dentro le carceri, fatte le debite proporzioni, i penitenziari (meditate sul termine) hanno soltanto anticipato come spesso accade anche per altre emergenze, la situazione vergognosa e miserabile, in cui versa una grande parte della Nazione, quasi ne fossero state il campanello d’allarme inascoltato e vilipeso. Nelle mense della Caritas hanno messo a disposizione sale “riservate” ed un po’ più nascoste, per coloro che, pur avendo lavorato tutta la vita pensando che bastasse a garantire un’esistenza dignitosa, sono costretti a chiedere un pasto e se ne vergognano. Nelle mense scolastiche, separano i bambini poveri da quelli che le cui famiglie possono permettersi di pagare la retta della mensa! I BAMBINI! Siamo all’estrema razio ed il punto di non ritorno è stato superato, l’Italia è pronta per un’altra marcia su Roma e forse qualcuno la sta già preparando da un po’, STIAMO ATTENTI! La statura morale di tutti coloro che bramano o stanno attaccati con le unghie e con i denti al loro potere è rasoterra, direttamente proporzionale alla loro dotazione di carità, ergo, SONO DEGNI DI TUTTO, anche di quello che noi non riusciamo ad immaginare.