Anche il British Medical Journal dichiara fallita la guerra alla droga e chiede la legalizzazione
Un editoriale del British Medical Journal ha suggerito che la vendita di Cannabis dovrebbe essere concessa in licenza, così come avviene per l’alcool, perché i tentativi di repressione non hanno funzionato. La repressione della Cannabis ha fatto aumentare i reati e le violenze connessi alla droga, perché il divieto ha fatto in modo che “il mercato illecito costituisse un interessante fonte di introiti per i gruppi criminali da contrastare”. Un incremento del Budget negli USA fino a 18 miliardi di dollari tra il 1990 e il 2002, ha comunque fallito nel tentativo di frenare la crescita del mercato illegale delle droghe. Infatti gli arresti connessi alla Cannabis sono aumentati negli USA da 350 mila del 1990 a oltre 800 mila all’anno nel 2006, con quantità sequestrate, addirittura quintuplicate, di 1100 tonnellate.
L’editoriale, scritto dal professor Robin Room dell’Università di Melbourne, ha dichiarato: “In alcuni luoghi, sono ancora oggi controllati dallo stato – con emissione di licenze, ispezioni, e punti vendita gestiti dal governo – attività per la vendita di alcolici e questo sistema potrebbe essere esteso alla Cannabis.
“Il prof. Room ha suggerito che uno Stato Pilota dove partire con il rilascio licenze potrebbe essere il Canada o alcuni paesi nordici, che potrebbero realizzare “dispensari di Cannabis ben operativi e ben controllati”. Il professore sostiene inoltre che l’attuale divieto applicato alla Cannabis potrebbe essere esteso anche all’alcool, come successe in 11 Paesi tra il 1914 e 1920. Alla fine è stato sostituito con “regimi restrittivo-normativi, che regolavano il consumo di alcool e i problemi connessi, fino a quando questi vincoli sono stati erose dalle ideologie neo-liberali del libero mercato di questi ultimi decenni”. L’editoriale conclude: “La sfida per i ricercatori e gli analisti è ora di precisare i dettagli dei regimi di regolamentazione efficace, come è stato fatto alla vigilia dell’abrogazione del divieto degli alcoolici.”
Alcuni attivisti hanno criticato l’editoriale. Mary Brett, un’ex insegnante di biologia, in pensione ha dichiarato: “tutta la verità sugli effetti dannosi della cannabis, in particolare ai nostri figli, non è mai stata adeguatamente resa nota.” Il messaggio ricevuto da parte dei bambini, laddove dovesse essere legalizzato, dovrebbe essere: “non può essere troppo cattivo, altrimenti il governo non avrebbe fatto questo”. “So per certo – avendo insegnato biologia a ragazzi adolescenti per 30 anni che l’uso è destinato inevitabilmente salire – lo ha sempre fatto quando le leggi sono rilassate, per poi stabilizzarsi”. “Perché aggiungere alla miseria causati dalle esistenti droghe legali, alcol e tabacco?”.
All’inizio di quest’anno, Fiona Godlee, una redattrice della rivista, gestita dall’Associazione medica britannica, ha appoggiato un articolo di Steve Rolles, capo della Ricerca e Trasformazione alla “Drug Foundation”, che ha chiesto di porre fine alla guerra alla droga e la sua sostituzione con un sistema legale e regolamentato. Dr Godlee ha dichiarato: “Rolles ci invita a studiare un’alternativa alla guerra alla droga, che ha terribilmente fallito. Sostiene, e io concordo, che dobbiamo regolamentare l’uso della droga, non criminalizzarla”.
fonte: telegraph.co.uk