Anatomia della pianta di cannabis: dal seme ai fiori
Un’analisi dettagliata della pianta di cannabis, dalla struttura al suo funzionamento
Sebbene molti coltivatori studiano e coltivano la cannabis, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare da ogni raccolto. In primo luogo, è bene identificare ed etichettare tutte le parti della pianta di cannabis con la terminologia e il riferimento biologico corretti, in modo che quando leggiamo di determinati sviluppi nella genetica o nella produzione di cannabis dovuti a un’innovazione capiamo a cosa si riferiscono. Pertanto partiremo dalla terminologia di base per poi spiegare la loro funzione in tutte le diverse parti del ciclo naturale della cannabis.
Fondamentalmente ci sono 4 fasi nel ciclo di vita naturale di una pianta di cannabis in cui l’anatomia della pianta si struttura.
- Germinazione (3-10 giorni): quando il seme germoglia e fuoriesce dal substrato.
- Piantina (2-3 settimane): dopo la germinazione, quando la pianta sviluppa le sue prime foglie cotiledonari e inizia a mostrare gli internodi, uno stadio giovanile della pianta.
- Vegetativa (3-16 settimane): la fase di crescita in cui una pianta di cannabis fa crescere i suoi steli, rami, fusti e foglie per stabilire la sua dimensione e resa prima che il fotoperiodo cambi portando alla fioritura.
- Fioritura (8-14 settimane): il periodo fotoperiodico che porta alla fioritura fino alla maturità e alla morte finale.
Durante le diverse fasi di sviluppo, l’ambiente e le condizioni di crescita della pianta determineranno il potenziale che raggiungerà. In generale, il fiore più pregiato è quello coltivato indoor con luci artificiali, seguito da quello coltivato in serra e quello coltivato outdoor, che rappresenta il fiore di minor valore commerciale. L’entità della differenza è direttamente correlata alla concentrazione di composti attivi presenti sul fiore maturo rispetto ai costi di coltivazione.
DIFFERENZE TRA PIANTE FEMMINE E MASCHI
I fiori di cannabis hanno un valore che si ritrova sulla pianta femmina di cannabis. Questa è la pianta desiderata utilizzata per la produzione di fiori, sia tramite clonazione di una pianta madre selezionata esistente sia piantando semi femminili. La pianta maschile di cannabis ha un valore nel lavoro genetico e nella produzione di semi e biomassa, sotto forma di polpa. La pianta maschile di solito ha una quantità minore di composti attivi rispetto alla pianta femminile. Gli steli maschili sono più morbidi e più facilmente lavorabili rispetto a quelli femminili; quindi è chiaro che ci sono piante diverse per diverse esigenze.
STRUTTURA DELLA CANNABIS
Quando si pianta un seme regolare, non si sa se si tratta di una pianta femmina o maschio fino all’inizio della fioritura, e solo dopo 14 giorni di 12 ore di luce al giorno. Una volta che il seme germina nel substrato, si forma uno stelo che rivela 2 foglioline tonde chiamate cotiledoni: queste sono le prime foglie a crescere dopo la germinazione del seme. Contemporaneamente alla crescita della pianta in superficie, l’attività delle radici di cannabis inizia a svilupparsi sotto terra. La radice principale è chiamata fittone invece le radici laterali sono chiamate radici capillari: più bianche e soffici sono più sana è la pianta e più rapidamente cresce. Queste radici capillari assorbono ossigeno, acqua e nutrienti per mantenere la salute e la crescita della pianta.
Quando la pianta inizia a crescere oltre i cotiledoni e produce le prime vere foglie e i primi nodi, la piantina diventa una pianta. Il fusto consente alla pianta di rimanere robusta e verticale, mentre i rami permettono alla pianta di iniziare a svilupparsi sia in orizzontale che in verticale. All’interno del fusto della pianta si trovano lo xilema e il floema (due tubi), il primo fornisce acqua e luce a tutta la pianta (xilema), mentre il tubo floematico trasporta gli zuccheri e le sostanze nutritive in tutte le aree della pianta.
All’intersezione tra il fusto principale e i rami laterali si trova un nodo. I siti nodali sono aree ormonali della pianta e sono importanti per lo sviluppo. Nel punto nodale di una pianta che ha già raggiunto le 2 settimane di fioritura, si manifesterà il sesso. La distanza tra i nodi è chiamata spaziatura internodale: una spaziatura internodale che segue un rapporto 1:1.6 può essere un buon indicatore di un certo livello di stabilità nella pianta da seme ed è un tratto da tenere presente quando si seleziona appositamente una pianta maschile. Il rapporto 1:1.6 è conosciuto come il rapporto di Fibonacci e nelle piante indica stabilità, mentre negli esseri umani è il rapporto con cui viene valutata la bellezza. Non è certo il tratto più importante su cui concentrarsi, ma è un elemento da considerare.
Man mano che la pianta cresce sviluppa grandi foglie, che funzionano come celle solari per assimilare l’energia della pianta. Queste foglie a ventaglio mostrano foglioline numerate dispari, di solito seguendo l’ordine 1, 3, 5, 7, 9 e talvolta anche 11. Poi quando la pianta passa alla fase di fioritura queste foglie a ventaglio si dispongono al contrario, seguendo l’ordine inverso (9, 7, 5, 3, 1), e quando il fiore mostra solo una foglia di solito è un segno che la pianta ha completato il suo ciclo di vita.
Ai nodi si sviluppano e crescono rami che si estendono sia verso l’alto che in orizzontale, mostrando fiori maschili o femminili. Le foglie di zucchero sono piccole foglie che crescono lungo i rami e i grappoli floreali principali della pianta femminile. Queste foglie mostrano molta più resina rispetto al fusto, alle foglie a ventaglio o ai rami, vengono principalmente utilizzate per l’estrazione e vengono chiamate trim nella forma secca.
RICONOSCERE IL SESSO
I fiori femminili, che non vengono impollinati dal polline maschile, si gonfiano in un grande grappolo di fiori ed è la parte desiderata della pianta per coloro che la utilizzano per l’estrazione o il fumo, spesso chiamata sinsemilla. Il primo segno di una pianta femminile si vede nei nodi e se si tratta di una femmina si vedrà una brattea o calice che assomiglia a una lacrima con pistilli sporgenti. I pistilli sono lunghi filamenti simili a peli che fuoriescono dal calice, mentre gli stigmi sono la parte che cattura il polline maschile e lo dirige verso il calice (dove è alloggiato l’ovario). Mentre il calice può essere coperto da ghiandole resinose o tricomi, i pistilli e gli stigmi non giocano un ruolo nella potenza; tuttavia, lo stigma può passare da bianco soffice al rosso o all’arancione man mano che la pianta matura.
I singoli fiori femminili sono disposti in modo da creare un gruppo di fiori che può essere chiamato “cola“. La cola principale è situata sulla cima della pianta femminile matura e può variare da compatta a ariosa a seconda delle caratteristiche del ceppo. Questi fiori sono coperti di tricomi; ghiandole resinose a forma di fungo, che contengono composti attivi come cannabinoidi, terpeni e flavonoidi. Il motivo per cui una pianta produce questi tricomi è quello di proteggersi dai predatori e dagli elementi climatici.
La pianta maschile non è realmente la pianta desiderata per coloro che utilizzano i composti medicinali che si trovano principalmente sul fiore femminile. I maschi producono sacche di polline nella stessa area in cui la femmina produce il calice e i pistilli, nei nodi. Inizialmente sembrano piccole sfere verdi e man mano che maturano e si sviluppano si aprono e il vento o gli insetti disperdono i granuli di polline agli stigmi e ai pistilli che, una volta fecondati, creano un seme all’interno della brattea.
CONDIZIONI DI STRESS
È importante spiegare gli effetti eccessivi sulla pianta di cannabis quando è sotto stress e pressione. Gli stress esterni possono causare l’ermafroditismo; dove entrambi i sessi -maschile e femminile – sono presenti insieme su una singola pianta. Lo stress così come le condizioni metereologiche avverse, la reazione a sostanze chimiche, i danni a una pianta, le malattie e la carenza di composti e nutrienti possono causare questo fenomeno.
Quindi gli stress ambientali possono influenzare il sesso di una pianta anche se è predeterminato dai suoi cromosomi! Ci sono anche fattori genetici che causano ermafroditismo, e questi sono di solito dovuti a cattive combinazioni genetiche.
Comprendere l’anatomia delle piante di cannabis maschili e femminili è cruciale per i coltivatori che desiderano controllare il processo di riproduzione o garantire lo sviluppo di cime senza semi (sinsemilla) per un contenuto più elevato di cannabinoidi. Molti coltivatori di cannabis preferiscono coltivare solo piante femminili per evitare la produzione di semi e garantire cime potenti e resinose.
Prima di allestire una coltivazione indoor o in serra, bisogna capire quale sarà lo scopo e quale sarà il mercato desiderato per utilizzare la coltivazione. La maggior parte delle volte, le coltivazioni allestite per la produzione durante tutto l’anno sono molto più costose nell’allestimento iniziale, quindi è importante scegliere ceppi che producono in modo costante e che funzionano bene con interazioni molto limitate. Coltivare all’aperto non richiede grandi investimenti ed è classificata come coltivazione agricola, ma questa forma sarà in balia del clima. Una volta che il coltivatore comprende l’anatomia della pianta di cannabis, può coltivare a basso costo le piante destinate all’estrazione mentre le piante che richiedono fiori resinosi di alta qualità andranno coltivate con le luci artificiali e in un ambiente climatizzato. Ciò significa a sua volta che ci sarà bisogno di un investimento iniziale maggiore, e ci vorranno da 2 a 3 raccolti per recuperare l’investimento in condizioni normali.
L’anatomia della pianta di cannabis non è complicata e questa conoscenza è incredibilmente importante per il coltivatore, poiché gli permette di individuare i problemi e risolverli. Imparare la terminologia e il funzionamento corretti per qualsiasi abilità che si svolge è essenziale se si desidera eccellere in questo settore.