Analizzare le sostanze prima di consumarle: il Lazio apre ai drug checking
Il Drug Checking è una pratica diffusa in diversi paesi europei che permette di verificare in tempo reale la composizione di una sostanza stupefacente.
Recentemente il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato una mozione che riguarda l’introduzione del “drug checking” a carico del Servizio sanitario regionale, nei contesti del divertimento.
La mozione, a prima firma Alessandro Capriccioli, “impegna la Giunta a istituire servizi di drug checking su tutto il territorio della Regione: consentire ai giovani di conoscere le sostanze che stanno per assumere, rendendoli pienamente consapevoli e perciò responsabilizzandoli, è un modo efficace per combattere i rischi connessi all’uso delle nuove sostanze psicoattive (NSP)”, come si può leggere nella nota di Capriccioli.
“Si tratta, in pratica, di prevedere presidi, vicini a luoghi strategici come quelli del divertimento notturno, all’interno dei quali i ragazzi possano portare le sostanze che stanno per consumare per conoscerne in tempo reale la composizione effettiva”, continua la nota.
Questa pratica, inizialmente in uso solo in Olanda dalla metà degli anni ’90, si è poi diffusa in altri paesi europei come Spagna, Portogallo, Francia, Slovenia, Svizzera, Austria etc. È stata già impiegata in Italia con il progetto B.A.O.N.P.S. come prima esperienza “formale” di promozione del drug checking nel nostro paese.
Il 31 marzo si è celebrata la giornata internazionale del Drug Checking, un’iniziativa di un gruppo eterogeneo di organizzazioni che partecipano tutte attivamente alla realizzazione di iniziative per la riduzione del danno e la sensibilizzazione sul controllo delle droghe. L’intenzione è quella non solo di testare le sostanze, ma anche di ricordare alle persone di testare la loro conoscenza delle droghe e dei loro effetti. Dopotutto, assumere un farmaco comporta sempre dei rischi. Aumentando la consapevolezza e condividendo le conoscenze, ci si augura di migliorare la cognizione dei modi in cui ogni individuo e ogni comunità può ridurre questi rischi.
Ad oggi si è potuto riscontrare un importante risultato, ovvero “i dati dicono che circa 1 persona su 3, tra quelle che hanno usufruito del servizio, stava per consumare una sostanza diversa rispetto all’atteso, e soprattutto che il 51% di chi ha scoperto di essere in possesso di sostanze non desiderate ha deciso di non consumarle”. Si può quindi comprendere che la misura è anche precauzionale, oltre che mirata alla riduzione del danno.
Materialmente la pratica del pill testing consiste in un’analisi delle sostanze stupefacenti condotta con reagenti chimici colorimetrici. Gli operatori installano solitamente una postazione con accesso riservato in eventi quali rave party o laddove è diffuso il fenomeno del consumo degli stupefacenti. Le sostanze principalmente indagate sono cocaina, lisergici, metamfetamine, anfetamine, eroina, ketamina e via dicendo.
Questi reagenti sono validati a livello internazionale e hanno una buona corrispondenza con analisi Gas- cromatografiche di laboratorio. Inoltre possono essere legalmente acquistati in rete da chiunque in tutta Europa a prezzi accessibili.
Con queste premesse, è possibile auspicare che l’installazione di punti di drug checking possa ridurre le conseguenze dovute al consumo di droghe, compresi i decessi per overdose.