HipHop skillz

Anagogia: "Inutile rincorrere views e likes se non si conosce e riconosce l'hip hop"

È mc e producer, nonché ottimo freestyler. Ha 20 anni e una firma con una major, la Warner Music Italy, che gli produrrà il primo disco ufficiale, “Pillole“, in uscita a gennaio. Ma no, non è uno di quei casi in cui la musica è in secondo piano in favore di un personaggio vendibile: Anagogia è un gran bel talento e la prova vivente che la qualità, prima o poi, paga. Abbiamo ascoltato in anteprima il suo lavoro, che certifica la bontà delle voci sul suo conto: alle macchine è già una garanzia (Salmo e gli altri con cui ha collaborato, già lo sanno), al microfono continua a racimolare sicurezza e delivery. In attesa che “Pillole” veda la luce, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui: ragazzo serio, oltre che bravissimo.

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– Hai 20 anni e all’attivo qualche Ep e progetto non ufficiale. Ma sei riuscito lo stesso a catturare il rispetto dei tuoi colleghi più esperti e la firma per la Warner Music. Cosa pensi abbia conquistato pubblico, colleghi e major in così breve tempo?

Ho sempre avuto voglia di fare ma non di strafare, credo che questo sia arrivato a tutti, al pubblico ai colleghi e alla Warner. I miei testi sono sinceri e diretti, il mio modo di scrivere penso sia arrivato, non cerco di scavallare nessuno e questo credo sia un pregio che in molti hanno apprezzato.

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– Immagino che approcciarsi a 20 anni al primo disco ufficiale con queste premesse sia un bel banco di prova. Questo tipo di pressioni hanno influenzato la creazione di “Pillole”?

In realtà “Pillole” era già pronto, elaborato e pensato prima che firmassi per la Warner quindi non ho vissuto pressioni di alcun tipo a riguardo; è sicuramente un disco che parla di me e della mia vita ma non di quella presente.

– La tua biografia, probabilmente non aggiornata al momento, recita che sei uno dei più talentuosi freestyler italiani. Molti sapranno che sei sia mc che producer: io credo che alle macchine tu abbia il tocco speciale in più, ad esempio. Tu, invece, quale sfaccettatura della tua indole artistica preferisci assecondare? Quale aspetto ti appaga di più al momento, la produzione musicale o la scrittura? E a quale delle due saresti disposto a rinunciare?

In questo momento porto avanti entrambe le strade, ci sono giorni in cui sento il bisogno di concentrarmi sulla realizzazione di una strumentale e altri in cui preferisco concentrarmi sulle liriche di un pezzo, ma il tutto scorre in modo parallelo e per il momento questi due aspetti si compensano, se le cose dovessero cambiare il futuro mi darà le risposte, per ora preferisco non anticipare i tempi.

anagogia2– Molti tuoi coetanei si stanno avvicinando all’hip hop: che consigli daresti loro per non prenderla come moda passeggera, ma come un modo per conoscere e apprezzare le radici di questa cultura?

Per apprezzare le radici di una cultura occorre prima conoscerla, questo è il consiglio che darei a chi vuole farsi strada nella scena; inutile rincorrere views e likes se alla base non c’è conoscenza e riconoscenza per l’hip hop. In seconda battuta consiglierei di avere sempre molto rispetto per il lavoro altrui, non tutto può piacere ma questa non giustifica il parlar male; infine avere “passione” e “determinazione”, se sei davvero motivato a raggiungere un obiettivo solo questi due aspetti ti aiutano veramente a puntare sempre più in alto e ti stimolano a fare sempre meglio.

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– Tre dischi e tre film senza i quali Marco non sarebbe Anagogia.

Tre dischi che mi hanno influenzato molto sono “Lingua Ferita” di Lord Bean, quest’album mi ha aperto gli occhi sull’Italia in tutti i suoi aspetti, dalla musica alla politica; il secondo disco è “L’Odio del Mondo Rese l’Uomo Schiavo” di Cali, racchiude una profonda emotività che mi ha colpito e per questo ha tutta la mia stima; il terzo disco è “Pillole”, spero non suoni presuntuoso ma la stesura di questo album è stata una crescita personale senza cui Marco non sarebbe l’Anagogia di oggi.

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Per quanto riguarda i film, senza dubbio Shutter Island di Martin Scorsese perché mi affascina il concetto di ”personalità multipla” che ricorre spesso anche nel mio disco, poi “Memento” di Christopher Nolan che non a caso sarà il titolo del mio nuovo ep, in uscita entro fine dicembre. Infine, ma non in termini di importanza, “Sid & Nancy” di Alex Cox: mi ha aperto gli occhi sul mondo dello spettacolo e mi ha reso consapevole, ho capito cosa succede quando smetti di governare la scena e lasci che sia lei a governare te stesso.

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– Hai 20 anni e stai per uscire col primo lavoro ufficiale in un periodo comunque fortunato per l’hip hop italiano. Riesci a prevedere, però, cosa accadrà da qui a cinque anni per te e per la cultura che ti ha conquistato?

In realtà non ho idea di cosa potrà accadere e sinceramente preferisco non prevedere quello che sarà, di certo tra cinque anni spero che il mio ruolo sia sempre più consolidato nella scena italiana; in termini generici confido che l’hip hop diventi un genere più conosciuto nella sua interezza e non ci si limiti a ruotare intorno ai soliti due/tre aspetti che alimentano unicamente gossip e dissapori, è la musica che conta, che ci si concentri su quello.

– Partecipare, in veste di beatmaker, all’ultimo disco di Salmo immaginiamo sia stato un notevole trampolino di lancio per te. Puoi raccontarci un po’ com’è avvenuta questa collaborazione?

In realtà la storia è bizzarra e lontana dal percorso che mi ha successivamente  portato in Warner. Mi trovavo in casa Machete e stavo facendo ascoltare alcuni dei miei beat a Nitro, che stimo e considero un fratello, Salmo si trovava nella stanza accanto e quando ho fatto partire la base di quella che poi sarebbe diventata “Sadico” è uscito chiedendo di chi fosse, gli ho semplicemente risposto “è mia”, da lì il resto lo conoscete..

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– Avremo ancora occasione di vederti gareggiare a qualche contest come freestyler? Sembra che in questi ultimi due anni, grazie a Spit e alla mediaticità conquistata, essere un buon freestyler sia un’ottima strada da percorrere per ottenere visibilità, anche di più rispetto il recente passato.

In questo momento preferisco concentrarmi sulla stesura dei pezzi e la realizzazione di nuovi beat, non saprei dirti che ruolo rivestirà il freestyle nel mio prossimo futuro, come dicevo prima non amo anticipare i tempi, lascio che sia il presente a indirizzarmi sulla strada giusta.

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Nicola Pirozzi



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