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Amir Issaa: "Com'è stato il mio viaggio in Giappone"

Amir Issaa è anzitutto un rapper, e oggi ce lo ricorda nuovamente con la release del suo nuovo mixtape, “Radio Inossidabile vol.3” (qui per il free download). Ma è anche il direttore artistico di “Potere alle Parole“, il progetto che ha portato il rap nei licei italiani contro le discriminazioni (clicca qui per il nostro approfondimento) e ora lo vede esportarlo negli States. Con lui, abbiamo parlato anche di una bellissima esperienza, ovvero il suo viaggio in Giappone, dove ha conosciuto e imparato ad apprezzare la cultura hip hop del posto. A voi:

amir issaa 2016PH: Mayuko Goto

++ Ciao Amir, siamo molto felici di intervistarti. In realtà ci sarebbero un sacco di cose che vorremmo chiederti in ambito musicale, sociale e altro. Conosciamo tutte le cose che fai attraverso i tuoi social, ma nell’ultimo mese abbiamo seguito tanto il viaggio fatto in Giappone, per questo motivo vorremmo chiederti se ce ne puoi parlare, com’è stata questa esperienze, che sensazioni hai provato…

Il tutto è nato due anni fa quando ho collaborato con la Piccola Orchestra di Torpignattara in cui il loro direttore, Domenico Coduto, mi ha commissionato una scrittura di brani rap in ambito sociale dato che è da anni che attiro l’attenzione dei media per le attività che tratto anche all’interno delle mie canzoni inserendole in ogni occasione. Quella sera ho conosciuto Stefano Fossati il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Osaka. Mi ha proposto, così, di andare in Giappone; inizialmente non ci contavo poi pian piano ci siamo tenuti in contatto. Lui è una persona che tende a coinvolgere un po’ tutta la cultura Italiana per portarla in Giappone, magari alcuni non lo sanno, ma in ogni grande città c’è un Istituto che promuove la cultura all’estero.

++ Quindi hai deciso di partire.

Sì, Stefano mi ha coinvolto in questo viaggio; inizialmente era un concerto ma io, data l’occasione, ho cercato di ampliare il più possibile la mia permanenza lì. Prima sono stato ospitato dal Ritsumeikan University di Kyoto un’università dove studiano italiano e la cultura italiana, ed è interessante come Amir Issaa, che in Italia viene visto come lo straniero immigrato nonostante sia nato e cresciuto in Italia, sia stato chiamato a rappresentare l’hiphop Italiano. Successivamente ho cantato ad un Festival musicale “The Union”, un’occasione annuale in cui tutte le organizzazioni di Osaka si riuniscono e collaborano per quest’evento, dove si alternano nella line up musica elettronica e musica rap. È stata una bella esperienza perché i giapponesi erano curiosi e stupiti nello stesso tempo nel sentire rappare in italiano.

++ Come è recepito lì l’hip hop?, siamo curiosi!

È una realtà completamente diversa da quella italiana, ma dopo mezz’ora io mi sentivo a mio agio con tutti. Questo mi ha fatto percepire davvero come il rap sia universale, insieme ai vari artisti giapponesi parlavamo in inglese dei dischi di artisti americani conosciuti anche li in Giappone. Tutto ciò mi ha fatto capire come io possa spostarmi ovunque in giro per il mondo e questa cultura ti faccia sentire a tuo agio in qualsiasi luogo. Durante la serata ho conosciuto giovani emergenti fino ad arrivare a Shingo Nishinari, un rapper di 42 anni, una vera e propria leggenda. Strano ma vero il giorno successivo la mia amica Mayuko mi ha portato a visitare il quartiere Nishinari, considerata la periferia della città, lontana dalle luci e turisti. Il mio hotel si trovava proprio in quel quartiere definito “la piccola America”, dove c’erano negozi hiphop ovunque: vinili, sneakers, abbigliamento… si respirava proprio l’aria di questa cultura bellissima. Il rapper Shingo viene proprio da Nishinari e mentre giravamo mi sono trovato davanti ad un palazzo con la sua foto. La sua popolarità è data dal fatto che è una persona vera che non ha dimenticato la sua gente, nonostante abbia venduto tantissimi dischi. Lui torna spesso in strada ad aiutare la sua popolazione composta da persone povere, barboni, prostitute e umili operai.

++ Probabilmente, quello che dovrebbe essere ogni rapper.

Per me è un esempio perché è riuscito a raggiungere il suo posto ma stando nel suo quartiere. In un certo senso l’Italia dovrebbe prendere esempio, soprattutto certi rappers famosi; dovremmo solamente inchinarci e prendere esempio da un uomo così. Poi, la sera del Festival, nel backstage, io e Shingo abbiamo iniziato a fare freestyle ed è stato fantastico sentirlo rappare con un po’ di parole in italiano, ha fatto anche parte del mio nuovo videoclip diretto dal registra Daisuke Miyazaki della Deepend pictures che è venuto appositamente da Tokyo per questo progetto. Siamo andati a girarlo tra Shinsekai e Nishinari, dove non vi sono solo grattacieli, e lì abbiamo cercato di rappresentare al meglio la parte più tradizionale e lo spirito del Giappone. Qualche giorno dopo sono andato a pranzo insieme con Shingo e la sua famiglia, è nato un bel rapporto il tutto grazie all’aiuto di Dj Seeb che è un ragazzo di Torino che mi ha accompagnato ovunque per i giorni che sono stato in Giappone, lui suona ed insegna italiano a scuola ed insieme abbiamo in mente altri progetti. Successivamente sono stato ospitato in “Blackanradio”, che in realtà è un gioco di parole tra black e japan, all’interno del noto programma “Seebway Radio Show” di Dj Seeb ad Osaka dove ho fatto un’intervista interamente in inglese che veniva tradotta istantaneamente in lingua Giapponese, c’era in redazione anche Dj Martin dei Wu Tang che è rimasto molto stupito nel sentire rappare in italiano.

amir giapponePH: Yuya Yamatsu

++ Cosa ti rimarrà di questa esperienza?

Una delle tante cose che mi rimarrà è proprio il modo che hanno i Giapponesi di vivere, hanno il rispetto per tutto ciò che è della comunità, l’ho notato subito uscito dall’aeroporto, aspettando lo shuttle bus, mi sono trovato davanti ad una fila indiana dove c’erano persone che rispettavano il proprio turno, educate e gentili cosa che in Italia non si vede spesso, anzi. C’è molta cura ed attenzione per le cose non proprie. Inoltre i Giapponesi sanno come divertirsi sempre in modo buffo, condividono tutto con tutti. Lavorano tantissimo per produrre per la collettività oltre che per se stessi ma allo stesso modo sanno come vivere la vita in modo felice. Quest’esperienza è sicuramente per me un orgoglio per il semplice fatto che posso dire di aver rappresentato il mio paese, l’Italia. Durante la mia carriere artistica ho ricevuto importanti riconoscimenti, come, ad esempio con il film “Scialla” dove la musica rap è arrivata al cinema entrando in nomination al David di Donatello e ai Nastri D’Argento come miglior canzone da film dell’anno e ha calcato il Red Carpet del Festival del cinema di Venezia. Questo concetto del rap all’interno del cinema viene citato anche nel libro di Luca GricinellaCinema in Rima” . Io, personalmente, sono molto contento di tutto quello che ho fatto fino ad oggi perché non essendo uno dei rapper in classifica sono riuscito a mettere delle bandierine nel mio percorso che per me significano molto.

++ Ritorni dal Giappone e riparti già per gli Stati Uniti, sempre per lo stesso motivo o per un altro progetto?

Esatto, proprio adesso sono ripartito per l’America insieme al mio manager Flavio Zocchi. Questa volta il motivo non è quello per il quale sono andato in Giappone, ma per il progetto del “Potere alle Parole“, di cui sono direttore artistico. Un progetto di laboratori musicali contro tutti i tipi di discriminazione (razziale, sessuale…) Per intraprendere questo percorso in giro per l’Italia ho scelto accuratamente alcuni rappers portando in cattedra artisti come: Ghemon, Kiave, Mad Buddy, Mistaman… Con questo progetto abbiamo attirato l’attenzione di varie realtà finché mi ha contattato una professoressa, Graziella Parati, che insegna a Roma in una sede distaccata di un college americano, il Dartmouth College. Con l’occasione di alcuni studenti americani che sono venuti a fare un viaggio studio a Roma ho passato una mattinata insieme con i ragazzi che studiano italiano e la nostra cultura per parlare di linguaggio e della lingua, loro avevano già studiato i miei testi e sapevano già di cosa trattavo ed è stata una bella esperienza star a contatto con questi giovani. Così la professoressa mi ha proposto di andare in America nella sede che c’è ad Hanover; inizialmente non avevo realizzato ma poi ho capito che sarei andato in varie sedi e in altre università, portando i miei pezzi in concerti che dureranno un’ora, inoltre passerò molto tempo con i ragazzi.

++ Come ti sposterai negli States?

Ovviamente i miei spostamenti verranno annunciati man mano attraverso i miei social. Partirò da Boston muovendomi verso Vermont, Kingstone, Massachusetts e arriverò a New York dove trascorrerò tre giorni che mi prenderò per girarla perché per tutti i rappers è un po’ tornare all’origine, alla Mecca della musica, non avendo mai avuto la possibilità di visitarla sarà anche questa una bellissima esperienza. Il 1° Novembre sarò a New York ospite nel programma Radio Nuova York che passa musica italiana di Polo (il rapper dello gruppo storico “La Famiglia” di Napoli). Molto probabilmente girerò anche un videoclip durante la mia permanenza negli Stati Uniti, cosa che ho fatto anche in Giappone.

++ Per quanto riguarda altri progetti in vista?

Proprio oggi esce “Radio Inossidabile Volume 3”, scaricabile su www.amirmusic.com in freedownload. Successivamente ci sarà il mio nuovo album che uscirà nei prossimi mesi realizzato in studio insieme a due ragazzi molto bravi di Torino (di cui non svelo, per ora, i loro nomi), producono beats ma ci siamo occupati a sei mani nella scrittura dei ritornelli, una cosa che non ho mai fatto prima ed il risultato, a parer mio è di spessore, molto bello non scade nel pop ma è qualcosa di più maturo, in questo caso ho voluto sperimentare. Durante questo viaggio in Giappone ho scritto vari testi e la mia scrittura è in costante movimento. Per quanto riguarda la Red Carpet, l’etichetta discografica mia e di G-Romano (anche lui produttore musicale), va sempre avanti e ci concentreremo su di noi artisticamente parlando ma non solo, in previsione ci sarà un Ep di una ragazza rapper, Kris Kolo che è a metà tra il rap e il cantato. Quest’anno non manchiamo di novità.

++ Grazie Amir, e buona permananenza negli States!

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Vera Visonà



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