Amarone della Valpolicella: dai fruttai al bicchiere
L’Amarone della Valpolicella è uno dei nostri vini più celebrati: prodotto di qualità, frutto di una preparazione particolare in cui è ancora possibile trovare tracce di artigianalità, parte fondamentale del nostro patrimonio enologico.
Le uve (soprattutto Corvina veronese e Rondinella) vengono selezionate e raccolte a mano alla fine della vendemmia, adagiate in cassette dove appassiranno per 3- 4 mesi in locali denominati fruttai, fino a un calo di volume del 40–45 % per raggiungere una maggiore concentrazione di zuccheri e profumi. Poi inizia la fermentazione: se si decide di svolgere in alcool tutti questi zuccheri concentrati nell’uva otterremo Amarone, che avrà un’alta gradazione alcolica, se invece si interrompe la fermentazione lasciando un residuo zuccherino avremo il Recioto.
Sono molte le cantine che producono questo vino: abbiamo assaggiato l’Amarone 2009 dell’azienda Lavarini, una delle più affermate. Sebbene il disciplinare preveda minimo due anni di affinamento, l’Amarone è uno dei più adatti all’invecchiamento, che può arrivare fino a 15-20 anni. Il vino è di un bel rosso granato intenso e colpisce per consistenza, ma è all’olfatto che sa stupire, riempiendo l’aria con un ampissimo bouquet di profumi, che spazia dalla frutta cotta alle marmellate (ciliegie, more, prugne), dal legno alla terra bagnata, dal cuoio alle spezie (vaniglia, pepe nero, noce moscata) passando per mille note minerali. Un’intensità e una persistenza eccezionali che ritroverete all’assaggio insieme a una grande sensazione di morbidezza e calore: perfetto per accompagnare carni rosse e selvaggina.