Alluvione monstre: un terzo del Bangladesh è sott’acqua
Nonostante negli anni siano stati fatti grandi sforzi di pianificazione e investimenti per contenere e reagire per tempo alle inondazioni che nelle stagioni dei monsoni colpiscono duramente Bangladesh, Nepal e il nord-est dell’India, centinaia di persone sono rimaste uccise dall’inizio di luglio e in milioni hanno già subito ingenti danni dalla pioggia che non vuole smettere di cadere. Si tratta dell’inondazione più prolungata dal 1988. In India e Nepal le piogge hanno ucciso quasi 200 persone, e gli sfollati sono già 4 milioni, mentre in Bangladesh i morti sono almeno 550 e le persone colpite sono quasi 10 milioni.
Meno di due mesi fa, nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus, il devastante ciclone Amphan aveva già messo a dura prova questa area del mondo, generando due milioni di sfollati solo in Bangladesh, paese che ora è sommerso per un terzo del suo territorio.
Il Bangladesh non solo è tra i paesi più popolosi e poveri al mondo, ma è anche tra i più vulnerabili al surriscaldamento globale. Attraversato da più di 700 fiumi e con una linea costiera di 750 km è completamente circondato dall’acqua. Più di 5 milioni di suoi abitanti vivono in aree colpite da cicloni e uragani e più della metà della popolazione vive in un raggio di 100 km dalla costa a meno di 12 metri sul livello del mare. Le inondazioni provocate dai fiumi avvengano con cadenza regolare, tanto da essere parte del ciclo annuale sia dell’agricoltura che della vita delle persone, ma negli ultimi anni il paese sta assistendo a un cambiamento significativo circa la natura di questi eventi estremi. Ogni anno il governo stanzia 100 milioni di dollari per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma la potenza delle inondazioni, come in questo caso, si è rivelata troppo grande: in queste condizioni, è difficilissimo per i paesi prevenire i danni.
Nonostante il Bangladesh contribuisca in minima parte alle emissioni di biossido di carbonio che alimentano il surriscaldamento globale rispetto a giganti come Cina, Stati Uniti, Europa e Russia, i suoi abitanti sono tra i primi a subirne le conseguenze.