Alle radici delle nostre paure più irrazionali: terrorismo e disastri aerei
La paura è un istinto che ci collega alle altre specie animali, utile a evitare e schivare il pericolo. Molti studiosi sostengono che senza questo senso, che gli ha permesso di scappare di fronte ai pericoli, i nostri antenati non sarebbero riusciti a sopravvivere nel difficile habitat primitivo e la razza umana si sarebbe estinta. Ma la paura è irrazionale e può anche tramutarsi in un istinto negativo, che porta a prendere decisioni sbagliate e dannose.
L’UOMO, UN ANIMALE POCO RAZIONALE. Secondo la teoria economica la paura è il principale avversario da sconfiggere per ogni investitore: spinge a comprare quando tutti comprano e a vendere appena si percepisce il pericolo che il bene si stia deprezzando, portando così a prendere sempre le decisioni sbagliate. Uscendo dal linguaggio economico ed entrando nella realtà di tutti i giorni possiamo definire la paura come una forma di irrazionalità sociale, che ci spinge a sopravvalutare alcuni rischi, in realtà quasi trascurabili, e a sottovalutarne altri che dovrebbero allarmarci in misura maggiore.
PAURA DELL’AUTO CONTRO PAURA DELL’AREO. Nell’infografica, prodotta in base a un sondaggio condotto negli Usa, si mostra la discrepanza tra gli scenari dei quali abbiamo paura e quelli che realmente sono più pericolosi. Il rischio di morire in un determinato anno a causa di un disastro aereo è di uno su undici milioni, le probabilità di rimanere vittime di un incidente stradale sono invece enormemente più alte: uno su cinquemila. La discrepanza tra rischio percepito e rischio reale è ancora più evidente per quanto riguarda il terrorismo, il quale rappresenta allo stesso tempo la maggiore paura e la minor probabilità di causa di morte.
RISCHIO, POLITICA, ECONOMIA E PAURA. Da questi numeri parte anche un interessante libro di Dan Gardner “Risk: the science and politics of fear”. Il giornalista canadese passa in rassegna i risultati più importanti delle scienze cognitive degli ultimi anni per dimostrare le implicazioni della paura nella vita di ogni giorno. Il problema della nostra specie, sostiene Gardner, è che crediamo di prendere scelte razionali, tuttavia la nostra mente ed il nostro istinto giocano brutti scherzi e ci rendono incapaci di valutare correttamente i rischi.
I MECCANISMI ECONOMICI DEL TERRORE. Il ragionamento di Gardner intende svelare i meccanismi della paura e metterci in guardia. Non siamo in grado di gestire correttamente il rischio, non ne comprendiamo correttamente l’entità. Un fattore che in buona parte è anche alimentato per scopi politici ed economici. Non è certo un caso che le polizze assicurative sui terremoti tipicamente raggiungono un picco immediatamente dopo una scossa tellurica, mentre sarebbe più razionale stipularle proprio in periodi caratterizzati da una lunga tranquillità. «Chiudiamo i nostri figli in casa per paura di rapitori, pedofili, stupratori, incidenti vari, nonostante il rischio di queste evenienze sia molto modesto. Così facendo li condanniamo a sedentarietà, rimbambimento e diabete infantile, che mietono molte più vittime delle presunte orde di orchi».
RICCHI, IN SALUTE, MA MALEDETTAMENTE SPAVENTATI. Di fronte ad un evento drammatico, quando vediamo immagini di panico e distruzione – prosegue Gadner – media e politica ne approfittano: i primi per fare audience, i secondi per fare leggi, non supportate dai numeri e dall’effettiva entità del rischio. Ad esempio le paure del terrorismo e della criminalità, sono state usate come grimaldello per approvare politiche restrittive ed intolleranza in gran parte del mondo occidentale, l’insensatezza economica e sociale della guerra alla droga degli ultimi 30 anni, i cinici interessi economici delle aziende farmaceutiche su virus allarmanti ma di scarso pericolo reale, come ebola e aviaria. «L’umanità occidentale di oggi è la più ricca, in salute, longeva specie della storia – conclude Gardner – eppure siamo maledettamente spaventati».