All’alba della cannabis globalizzata il sole illumina chi possiede le informazioni
Nell’industria della cannabis si capisce bene chi saranno i protagonisti mondiali. In alcune nazioni le aziende aumentano velocemente le proprie conoscenze, sviluppano metodi e prodotti, piattaforme tecnologiche di produzione e vendita. Consolidano la propria credibilità verso consumatori e altre aziende in un quadro normativo che difende la salute pubblica e tutela gli operatori responsabili. Si tratta anzitutto degli Stati Uniti, dove stanno gradualmente commercializzando la cannabis sotto stretta vigilanza statale e federale. A seguire il Canada con 25 produttori di varietà terapeutiche autorizzati e in competizione alla luce del sole. Poi Israele, unico paese con un programma di ricerca clinica sulla cannabis come unica terapia per malati terminali di cancro. Ha numerose piccole società nel settore cannabinoidi medicinali. Infine l’Olanda coi suoi pionieri della selezione genetica e con la sua casa farmaceutica autorizzata a produrre ed esportare. Cosa succeda in Spagna non è chiaro ma è già qualcosa, mentre in Regno Unito non importano più grazie ad un’enorme produzione illegale indoor e ospitano legalmente l’altra casa farmaceutica cannabinoide europea.
ESTRATTI PRESCRITTI E CONSEGNATI IN 10 MINUTI. In diversi Stati nordamericani i medici specializzati prescrivono cannabis per qualsiasi patologia dichiarata da chi richiede la medicina. Con HelloMD, Meadow, Eaze e altre piattaforme di contatto fra medico e paziente si ottiene una prescrizione di cannabis terapeutica in 5 minuti, poi altri 10 per scegliere la varietà più adatta e vedersela recapitare a casa. Questo vale anche per oli e altri preparati inalabili o ingeribili contenenti cannabinoidi coltivati ed estratti con le migliori tecnologie.
CADE LA DISTINZIONE FRA USO MEDICO E RICREATIVO. In USA le piattaforme di connessione informatica fra medici, fornitori e pazienti stanno accumulando i Big Data sulle coltivazioni, sui pazienti e le loro patologie, sull’azione delle varietà di cannabis nelle diverse condizioni fisiche e mentali. Questi dati si incrociano con i numeri provenienti dalle serre, che permettono di prevedere costi, quantità e qualità disponibili. Una parte di queste informazioni sono simili a quelle accumulate negli anni dalle case farmaceutiche e riguardano l’intero processo produttivo della cannabis. Ma oltreoceano la distinzione fra mercato terapeutico e ricreativo non ha più molto significato perché con la normalizzazione qualsiasi prodotto venduto dovrà avere contenuti e processi certificati, indipendentemente dal suo utilizzo. Come succede in Colorado ormai da tre anni, con pochi problemi e costi accessibili.
DATI SU CONSUMO E RISULTATI CLINICI INVOGLIANO GLI INVESTITORI. Dal punto di vista finanziario non c’è troppa differenza fra una piattaforma lifestyle come Merry Jane di Snoop Dogg e una casa farmaceutica olandese o israeliana: ognuno a suo modo sta accumulando dati sulla cannabis che potranno essere venduti, rubati, mostrati alle banche, ma anche utilizzati per migliorare tecnologie e terapie. Snoop Dogg è uno dei travestimenti degli investitori di Wall Street che credono nel valore economico dei dati sull’utilizzo libero o sulla somministrazione terapeutica. Dati su larga scala e validati con metodo scientifico. Accettabili da governi, investitori, medici e pazienti.
SHANTIBABA SI UNISCE AI RICERCATORI CHE EMIGRANO IN AMERICA. Negli interventi di alcuni relatori a Milano per “Medicina Canapa 2015”, fra i quali Scott Blakey, si sottolineava l’importanza dei dati su genetiche, tecniche ed effetti nelle diverse condizioni. Questo fa CBD Crew con la sua rete di breeder, coltivatori e pazienti. Scott Blakey dichiara però di non riuscire a realizzare i suoi obiettivi sulla cannabis terapeutica in Europa: a malincuore porterà gran parte della sua ricerca genetica negli Stati Uniti, dove in pochi mesi ha cominciato un’attività legale. L’ingresso delle corporation è impossibile ancora per molti anni. Pertanto USA e Canada si godono oggi la nascita di una sana economia della cannabis avviata da studiosi, pazienti, attivisti e migliaia di piccole imprese. Questa nuova industria beneficia come sempre anche di competenze che emigrano dall’Europa. Come nel caso di Scott Blakey e altri ricercatori anche italiani.
ULTIMA PAROLA AI CONSUMATORI. Fra i numerosi sviluppi tecnologici spinti dal cannabusiness ci sono gli analizzatori portatili di sostanze psicotrope, terapeutiche e contaminanti. Con i suoi sensori derivati dall’esplorazione aerospaziale il personal cannabis analyzer entra nella tasca dei jeans ma costa sui 700 dollari e quindi resta un gadget hi-tech riservato a pochi. Quando il pubblico chiederà questi prodotti ai growshop al posto di vetri e pipe colorate i prezzi dei dispositivi di analisi si abbasseranno, nessuno potrà mettere sul mercato merce di bassa qualità e il narcotraffico ne subirà le conseguenze. Anche nell’industria della cannabis globalizzata è importante la cultura dei consumatori per orientare almeno in parte le aziende verso prodotti utili al benessere e alla salute.