Alla scoperta delle capitali della Cina
Stato: Cina
Capitali: Pechino – Shanghai – Hong Kong
Clima: Subtropicale – Temperato – Glaciale
La Repubblica Popolare Cinese, questo il vero nome della Cina, è una delle più vaste e popolose nazioni al mondo e come altri paesi con dimensioni simili, India, Russia o gli Stati Uniti d’America, è molto difficile da poter visitare in unico viaggio. Con oltre nove milioni di km quadrati la Cina è grande trenta volte l’Italia e con una popolazione di oltre un miliardo e trecento milioni di abitanti questo immenso paese è una vera sfida per il viaggiatore che gli si approccia per la prima volta. L’idea di questo viaggio attraverso le tre città più significative del paese – Pechino, Shanghai e Hong Kong – nasce proprio dall’idea di tentare un approccio diverso all’esplorazione di un paese, partendo prima dalle capitali per poi esplorare l’entroterra. Attraversando una storia millenaria, imperi, rivoluzioni e uno degli sviluppi economici più rapidi che la storia recente ricordi, queste città non sono solo patrimonio della nazione cinese ma di tutto il genere umano.
Pechino, la capitale politica del paese, è la prima di questa tappa. Esistono numerosissimi voli che la collegano all’Italia ed è sicuramente possibile trovare buone offerte per questa destinazione. Raccomandazione imprescindibile: il visto turistico. Le politiche cinesi in materia di ingressi nel paese sono molto rigide, verificate, prima di acquistare i biglietti, come ottenere un visto valido se non volete rischiare di essere arrestati all’arrivo e rispediti indietro. Pechino assunse importanza solo a partire dal XIII secolo quando Gengis Khan con la sua Orda d’Oro la razziò più volte stabilendo infine qui la capitale del suo impero, status che le è rimasto attraverso i secoli fino ai giorni nostri. Nella città quindi è possibile trovare dalle antiche vestigia imperiali fino all’architettura razionale comunista sviluppatasi durante gli anni del governo di Mao Tse-tung, il Grande Timoniere padre della Cina moderna. È proprio dall’immagine di questo rivoluzionario del secolo scorso che si parte a visitare la città. Un suo immenso ritratto campeggia infatti su tutta piazza Tienanmen, visibile da ogni angolo della piazza e si trova all’entrata di uno dei gioielli del paese e patrimonio dell’Unesco: La Città Proibita. Costruita tra il 1406 e il 1420, è composta di 980 edifici divisi in 8.707 camere. L’estensione di 720mila metri quadrati ne fa “il più grande palazzo del mondo”. Il complesso del palazzo è un perfetto esempio della sontuosa architettura tradizionale cinese ed ha influenzato gli sviluppi culturali e architettonici dell’Asia orientale. Tradizionalmente, la Città Proibita è divisa in due parti. La Corte esterna, che veniva usata prevalentemente per scopi cerimoniali e la Corte interna, separata da quella esterna per mezzo di un cortile ortogonale. Al centro della Corte interna, sono presenti il Palazzo della Purezza Celeste, Il Palazzo dell’Unione e il Palazzo della Tranquillità Terrestre. I tre palazzi furono le residenze ufficiali dell’imperatore e dell’imperatrice. L’Imperatore, che rappresenta lo Yang e il Cielo, occupava il Palazzo della Purezza Celeste. L’Imperatrice, che rappresenta lo Yin e la Terra, risiedeva nel Palazzo della Tranquillità Terrestre. Tra di loro c’era il Palazzo dell’Unione, in cui lo Yin e lo Yang si mescolavano per produrre armonia. Tutta la città è un tripudio di legno laccato e giardinetti curatissimi, impreziosita da statue di pietra raffiguranti leoni o demoni della tradizione. Lo stacco dal caos della città è netto e non è difficile credere che qui gli imperatori cinesi abbiano vissuto per oltre cinquecento anni in isolamento dal resto del paese. Esplorare tutto il complesso della Città Proibita, che comprende anche diversi altri palazzi e un immenso parco provvisto di lago, può richiedere diversi giorni, il consiglio è di dedicarci tutto il tempo necessario, ne vale assolutamente la pena.
Lasciata Pechino e i suoi maestosi palazzi imperiali il viaggio prosegue con un volo interno verso sud, a Shangai, la capitale economica del paese. Perla dell’Oriente, Parigi d’Oriente, la Prostituta dell’Oriente, questi e altri soprannomi sono stati dati a questa incredibile città che secondo un censimento del 2011, veniva riconosciuta come città più popolosa della Cina e quindi, del mondo intero. Porto di marinai, pirati, esploratori e rivoluzionari (qui si ebbe la formazione del primo Partito Comunista Cinese) Shangai ha attratto sin dalle sue origini frotte di affaristi, uomini d’affari e politici che ne hanno fatto uno dei più importanti hub economici del mondo. Ecco cosa non farsi mancare assolutamente visitando la città: il Bund, il lungo viale che costeggia il quartiere degli affari e dove sorgono i più impressionanti grattacieli del paese (e del mondo), un posto brulicante di vita e dove il business non dorme mai. Spettacolare la vista all’alba, vale la pena osservarlo da un battello lungo il fiume Huangpu. La Jinmao Tower, il più alto grattacielo della città, con i suoi ottantotto piani, offre un panorama mozzafiato. Fermatevi a bere qualcosa al Cloud 9 Bar, situato all’ottantasettesimo piano, esempio di design contemporaneo e simbolo della Cina moderna. Cercate di spendere una mezza giornata allo Shanghai Museum, uno dei più caratteristici del paese con una notevole collezione di dipinti e statue delle dinastie imperiali.
Un’altra fondamentale attrazione è la Città Vecchia, dove è possibile trovare le famose case Shikumen, edifici di due/tre piani a mattoni neri/grigi. Ogni abitazione è collegata alle altre e disposta in stretti vicoli, noti come Longtang e ogni vicolo ha un’entrata caratterizzata da un arco di pietra, lo Shikumen che dà il nome alle caratteristiche abitazioni. Le abitazioni Shikumen sono il risultato di una commistione di elementi architettonici occidentali e stili tradizionali dell’architettura e della società cinese. Nella zona della città vecchia è possibile visitare anche uno splendido parco, il Yuyuan Garden, o Giardino della Felicità. Costruito durante la dinastia Ping, questo classico esempio di architettura tradizionale cinese incorpora basse costruzioni e placidi laghetti, il tutto immerso in una piccola foresta di bambù, un set fotografico perfetto. A poca distanza da qui si trova il Dongtai Market, uno dei più grossi mercati di antiquariato del paese, dove oltre centoventicinque botteghe vendono di tutto, dai poster della Rivoluzione Culturale, ai memorabili del regime passando per paccottiglia finto/antica.
La città possiede anche alcuni splendidi esempi di architettura neoclassica sovietica. Questi edifici sono stati per lo più costruiti durante il periodo della fondazione della Repubblica popolare avvenuta nel 1949, fino a quando vi fu la crisi sino-sovietica alla fine del 1960. Nel corso di questo decennio, un gran numero di esperti sovietici, tra i quali molti architetti, arrivarono in Cina per aiutare il paese nella costruzione di uno stato comunista. Esempi di architettura neoclassica sovietica a Shanghai comprendono ciò che è oggi il Centro Internazionale delle Esposizioni di Shanghai.
Terminata la visita a Shanghai è la volta della terza e ultima tappa Hong-Kong. La città si trova sulla costa meridionale della Cina tra il delta del fiume delle Perle e il Mar Cinese Meridionale. Hong Kong è famosa per la sua preponderante skyline e il profondo porto naturale. La città diventò una colonia dell’Impero Britannico dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842). Originariamente limitati alla sola Isola di Hong Kong, i confini della colonia furono estesi ad includere la penisola di Kowloon e solo nel 1997 tornò ad essere parte della Cina. Da allora la città vive sotto uno speciale ordine politico e amministrativo rendendola, di fatto, l’unica città assieme a Macao ad avere un ordinamento che può ricordare le democrazie occidentali. La città sembra uscita direttamente da un romanzo cyberpunk o dalla matita di un fumettista: alti grattacieli si stagliano sulle rive del Mar Cinese Meridionale, piccoli vicoli fumosi nascondono negozi di elettronica e gadget informatici. Negli alti palazzi si trovano ad ogni piano ristoranti, bar, karaoke e psichedeliche sale giochi. La città sembra non dormire mai e ad ogni ora del giorno o della notte ristoranti e locali servono cibo e bevande. Con un po’ di tempo disposizione si può visitare anche l’entroterra, ma limitandosi alle isole principali della città, ecco cosa non farsi mancare.
Il Victoria Peak è la montagna più alta della città, è possibile raggiungerla con un tram che arriva fino alla sua sommità. Da qui c’è una vista panoramica della città e ogni sera è possibile ammirare uno spettacolo di luci che i palazzi offrono ai visitatori. Da qui potete scendere e proseguire nella zona centrale di Hong Kong Island e raggiungere la zona di SoHo, caratterizzata dalle sua vie a scalini. I migliori ristoranti qualità/prezzo si trovano da queste parti, se siete in vena di sperimentare potete provare la rinomata zuppa di pinna di squalo, un vero must per gli abitanti della città. Una volta pranzato potreste dirigervi verso la costa e prendere un biglietto giornaliero per girare la città a bordo di uno dei suoi numerosi traghetti e ammirare la vista dei grattacieli della città dal mare, molto bello al tramonto. Ci sono innumerevoli mercati che vendono un po’ di tutto nella città, il migliore è il St. Night Temple Market, preparatevi a contrattare, gli honkeese, abitanti di Hong Kong, sono mercanti nati. La sera invece è d’obbligo un giro nel quartiere di Lang Kwai Fong dove non mancheranno ristoranti tradizionali, fusion e karaoke bars.
Infine l’ultimo consiglio è quello di trovare almeno un giorno per prendere il battello e visitare l’isola di Lamma, una piccola isoletta a poca distanza dal centro della città. Qui piccole abitazioni e la completa mancanza di autoveicoli vi faranno intravedere uno scorcio di Hong Kong assolutamente inusuale, dove spiaggette nascoste si incastrano nella jungla rigogliosa che domina l’isola.
Termina così il primo timido passo all’esplorazione di questo vasto paese nell’attesa di viaggiare ancora nella Terra di Mezzo, antico nome con cui i mercanti indicavano la Cina.
Mattia Coletto
Viaggiatore appassionato nasce nel secolo sbagliato. Avrebbe voluto fare l’esploratore.