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Alimenti: una proposta europea per i limiti di THC

Alimenti: una proposta europea per i limiti di THC

Il vuoto normativo in materia di canapa industriale relativamente al contenuto massimo di THC negli alimenti continua a creare non pochi problemi agli agricoltori e alle aziende impegnate nel rilanciare una moderna filiera produttiva, in Italia, come nel resto d’Europa. La legge sulla canapa industriale del 2016 non aveva chiarito il punto demandando al ministero della Salute di scrivere una norma ad hoc: in teoria sarebbe dovuta entrare in vigore 6 mesi dopo la legge, ma oggi, a più di un anno di distanza, nulla è stato fatto.

Nel settembre 2017 il ministero aveva presentato agli addetti ai lavori ed agli esperti di settore una bozza di decreto che aveva suscitato diverse critiche sia per i livelli di THC troppo bassi previsti ad esempio per l’olio, sia per una norma poco chiara che avrebbe potuto favorire i prodotti esteri rispetto a quelli italiani e nessun passo avanti è stato fatto da allora. «Il problema di fondo è che non esiste una legge europea in materia», ha raccontato Rachele Invernizzi a canapaindustriale.it, spiegando che: «Gli unici che hanno dei limiti sono la Svizzera, la Germania e forse l’Austria, ma non c’è una norma comunitaria». Per ovviare al problema «Abbiamo deciso di colloquiare come EIHA – l’associazione europea per la canapa industriale di cui la Invernizzi fa parte – con la Comunità Europea e l’EFSA (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) tramite un’agenzia della Repubblica Ceca che mette in contatto le associazioni o le industrie per farle dialogare con gli enti preposti».

Nel 2015 per cercare di ovviare al problema l’EIHA aveva incaricato il Nova Institute, centro di ricerca tedesco, di realizzare uno studio e proporre alla Commissione Europea di utilizzare valori che abbiano una base scientifica, proteggano i consumatori e sostengano la crescita del mercato di prodotti alimentari contenenti canapa.

Nello studio commissionato al Nova Institute sono stati analizzati gli studi scientifici sul consumo e l’effetto di THC per arrivare a determinare un Acceptable Daily Intake (ADI), un quantitativo giornaliero accettabile, di 0.120 mg di THC due volte al giorno. «La tabella seguente – scrivono i ricercatori – riassume i valori guida proposti e derivati dagli studi scientifici analizzati sul THC. I risultati della raccolta di dati sulla regolamentazione del THC in tutto il mondo sono anche presentati come mezzo di confronto. La seguente proposta è stata accettata dalla maggioranza assoluta dei membri presenti al di dell’EIHA all’assemblea di maggio 2015».



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