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Alcune regole e definizioni base per la selezione di una varietà di semi che si adattino alle proprie esigenze

92x80xautoflower-bulk-seeds.jpg.pagespeed.ic.SFBa-9fa5KLa genetica non è solo una parola utilizzata dagli scienziati per identificare il mondo invisibile responsabile della creazione degli esseri umani, delle piante e di ogni altro organismo vivente che ci circonda. È anche una parola e un’idea che ci aiuta a spiegare da dove veniamo, cosa aspettarci e molto altro ancora sul ciclo vitale. Mano a mano che i nostri strumenti per identificare e misura le più piccole tracce di agenti chimici e di elementi su un essere vivente sono diventati sempre più sofisticati e accurati, abbiamo iniziato a comprendere la composizione delle cose e il modo in cui le cose si combinano per creare noi e il mondo vivente! Perciò, vale la pena dare uno sguardo al mondo della genetica per vedere il modo in cui può aiutarci a spiegare alcune cose che vediamo nei nostri giardini, nei semi che germogliano o le anomalie che si verificano durante la crescita delle piante.

Il regno vegetale è molto diverso da quello animale, ma condividono qualcosa…la genetica. Quando si coltiva una pianta in un giardino, è possibile vedere leggere differenze tra i semi dello stesso lotto. Ciò è dovuto principalmente all’espressione genetica delle piante genitrici e dai fattori ambientali che influiscono sulla pianta. Comprensione del clima: il controllo della temperatura, dell’umidità e del flusso d’aria renderà il fattore ambientale simile per tutte le piante, ma comunque non sarà mai esattamente lo stesso.

Vale la pena dedicare un minuto alla definizione di alcuni termini comunemente utilizzati dai coltivatori di piante:
Il FENOTIPO sono le caratteristiche genetiche visibili di una pianta o il risultato dei geni che agiscono all’interno delle cellule di una pianta. Se un singolo gene controlla la caratteristica, allora si parla di caratteristiche monogeniche, se invece una serie di geni collaborano per formare una caratteristica, allora si parla di caratteristiche poligeniche.Tutto ciò agisce su una pianta consentendoci di identificarne il fenotipo.

Il GENOTIPO è il contenuto genetico, derivato da entrambe le piante genitrici, che si rileva in un particolare fenotipo…in pratica la costituzione genetica. Come noi riceviamo metà dei geni da un genitore e metà dall’altro, in modo da somigliare più all’uno che all’altro, allo stesso modo il genotipo influenza le piante.Tuttavia, il genotipo non è facile da individuare poiché i geni possono trovarsi in una cella ma possono anche non presentarsi in ogni generazione.

Eccoci arrivati ai geni dominanti e recessivi. I geni dominanti sono presenti in ogni generazione di semi, mentre quelli recessivi possono saltare una generazione per riapparire in una seconda generazione oppure quando si uniscono altri geni recessivi da un’altra pianta genitrice.Alcune caratteristiche recessive, specialmente quelle derivanti dalle caratteristiche poligeniche, hanno la possibilità di rivelare un particolare fenotipo presente solo in una pianta su 1000. Non è solo tramite la mutazione di una specie che si verificano piante rare e probabilmente preziose, ma anche attraverso il modo in cui i geni dei genitori si combinano e ciò risulta evidente solo se si coltivano grandi quantità di semi di ogni tipo. Questo non sempre è possibile, ed è per questo che i produttori di semi mostrano foto bellissime di un particolare strain ma, una volta acquistati quegli stessi semi, le piante che si ottengono non somigliano mai a quelle delle foto. Se si coltivassero grandi quantità di uno stesso seme, la selezione sarebbe maggiore; di conseguenza, si potrebbero vedere molte combinazioni leggermente diverse fra di loro o fenotipi che altrimenti potrebbero non essere visibili se si coltivasse una quantità più piccola di quei semi. L’intervento umano è in grado di creare nuovi fenotipi tramite la selezione e la ricombinazione di varietà genetiche esistenti, ma solo la natura è in grado di creare il pool genetico attraverso un lento processo di mutazione casuale.

Una volta maturata, la Cannabis contiene 20 cromosomi (numero diploide) e ne riceve 10 da ogni genitore (numero aploide). Quando i filamenti delle proteine di ogni genitore si combinano per formare la pianta diploide, la dominanza e/o recessività dei geni contenuti in questi filamenti agiscono l’uno sull’altro per creare i genotipi che si manifestano come fenotipi. Ad esempio, quando si pianta un lotto di 100 semi dello stesso tipo e si fanno sviluppare tutte le piante allo stadio vegetativo, è necessario iniziare la selezione di una pianta particolare. I motivi sono facili da comprendere, dal momento che ci vorrebbero troppo tempo, sforzo e spazio per mantenere vive e produttive 100 piante nate dallo stesso tipo di seme ma leggermente diverse. Pertanto, il principio più importante delle aziende produttrici che coltivano piante e vendono semi è quello di consentire ai coltivatori di scegliere, tra una vasta gamma di possibilità, quella che maggiormente si adatta alle proprie esigenze. Considerando che la maggior parte delle persone ha esigenze diverse, in tal modo si riesce a soddisfare la grande maggioranza dei coltivatori, sempre che siano in grado di capire quale sia la varietà più adatta a loro.

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Per facilitare la selezione, sarebbe meglio avere già un’idea di quello che ci si aspetta da una pianta. Considerando che la maggior parte dei coltivatori è interessata alle piante sinsemilla (senza semi), uccidere le piante maschili è considerata una prassi normale. Resteranno, quindi, 50 diverse piante femminili tra cui poter scegliere.

Arrivata l’ora della vera selezione, la maggior parte delle persone si trova in difficoltà. Suggerisco di tagliare 2 o 3 cloni da ogni pianta e lasciare fiorire una di queste piante. Far fiorire 50 piante femminili non è un’idea così ridicola dal momento che, molto probabilmente, 30 di esse verranno disperse facilmente per un motivo o per l’altro. È necessario essere risoluti ma giusti nel processo di selezione scartando le piante mediocri o sotto la media.Alla fine resteranno probabilmente 5 o 6 piante tra le quali sarà molto difficile scegliere quella che si adatta meglio alle proprie esigenze. La risposta è che non esistono piante migliori o peggiori, quindi non dovete avere paura di prendere una decisione. Se proprio non siete sicuri, potete continuare a far crescere le piante fino a quando non sarete in grado di fare una scelta. In alternativa, potete dare le piante che scartate a un amico, il quale vi darà la sua opinione una volta fatte fiorire, o ancora condividerle con un piccolo gruppo di persone che la pensano come te, in modo da poter discutere in seguito gli aspetti positivi e negativi di una pianta, sotto tutti i punti di vista.

A questo punto del processo di selezione di una pianta femminile adatta al proprio spazio di coltivazione e alle proprie esigenze, bisogna essere sicuri e l’unico modo per esserlo è provare a far fiorire ognuna di queste 5 o 6 piante femminili nelle stesse condizioni di fioritura, calcolando quale pianta si adatta meglio alle proprie esigenze. Aspetti come raccolto, aroma, effetto, vigore della pianta, fragranza, produzione di resina, aspetto e facilità nella fioritura sono, infine, le ragioni per cui selezionare una delle 5 o 6 piante femminili rimaste, perciò occorrerà farle crescere tutte nelle stesse condizioni. Suggerisco di restringere il numero a 2 o 3 piante e, per ognuna, ottenere 2 o 3 fioriture, prendendo nota del risultato e confrontandole l’una con l’altra. Non è certo un processo breve ma vi consentirà di comprendere quale pianta si adatta meglio alle proprie esigenze e alla propria personalità, prima di iniziare a coltivare. Alla fine, sarete in grado di scoprire, tra le 100 a disposizione, la pianta che vale la pena mantenere come pianta madre, dalla quale prendere i cloni (replica genetica identica della pianta madre) e la cui varietà potrete continuare a coltivare per quanto vorrete. Nelle mie stanze per la coltivazione sono presenti piante che ho sottoposto a questo processo più di 20 anni fa e che fanno ancora il proprio lavoro come allora.

Molti coltivatori mi chiedono come mai cloni coltivati all’esterno o all’interno, oppure tra stanze indoor, differiscano così tanto l’uno dall’altro? Il primo elemento che può influenzare la crescita delle piante è l’ambiente. Infatti, è molto comune tra tutti i tipi di coltivatori notare delle variazioni in piante derivate da un clone. Nei coffee shop di Amsterdam è possibile vederne un esempio. La maggior parte dei coltivatori utilizza il clone per la coltivazione ma, dal momento che alcuni preferiscono coltivare in terreno, altri in fibra di cocco e altri ancora in lana di roccia, oltre a una moltitudine di alimenti per piante leggermente diversi; il prodotto finale può risultare così diverso da non sembrare la stessa pianta. Se il ciclo nutritivo, il ciclo di luce, il movimento dell’aria, l’umidità e la temperatura sono diversi, anche solo leggermente per ogni spazio di coltivazione, le piante finali ne risentiranno. Quando un coltivatore è in grado di capire cosa piace alla pianta, come reagisce e quando nutrirla, il fiore prodotto risulterà consistente. Fino a quel momento, però, il fiore varia di crescita in crescita, con lo stesso coltivatore e nello stesso medium…ci vogliono in genere 2 o 3 tentativi prima che un coltivatore di un clone, in una particolare stanza per la coltivazione, riesca a raggiungere la consistenza desiderata. Un coltivatore diventa esperto di una varietà quando riuscirà a riprodurre la stessa quantità e raggiungere un raccolto massimo con quella particolare pianta. Oltre alla genetica della pianta, l’approccio alla coltivazione è l’unico altro fattore importante per diventare un coltivatore esperto.

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È difficile pensare a un aroma o a un effetto che si desidera ottenere da una pianta o da un fiore finché non li si sperimenta.Anche solo per pensare di creare un essere vivente personalizzato occorrono ragionamenti, elucubrazioni e tanta creatività. Ma di questi tempi, e con le leggi vigenti, c’è poco altro da fare per poter trovare la medicina adatta. Considerando che davvero non ci sono regole che determinano cosa è giusto o sbagliato nella genetica, questo è un campo in cui un profano può essere considerato alla stessa stregua di un esperto.

ATTENZIONE: In Italia la coltivazione di Cannabis è vietata (art. 28 e 73 del DPR 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (art. 17 DPR 309/90). Tutte le informazioni contenute in questo articolo, sono da intendersi ai fini di una più completa cultura generale o indirizzate ai lettori che vivono nei Paesi dove la coltivazione di Cannabis non è vietata.


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