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Alcol & THC: quando il vino diventa psicoattivo

Alcol & THC: quando il vino diventa psicoattivo

La legalizzazione da parte della California è stato un vero e proprio toccasana per le compagnie produttrici di cannabis. E’ il caso della Flow Kana, una delle aziende produttrici di cannabis più grandi al mondo, che nell’Aprile 2017 ha acquistato nella Contea di Mendocino, per 3,5 milioni di dollari, un terreno di circa 32 ettari, precedente proprietà della storica azienda vitivinicola Fetzer, la migliore nel suo settore di tutta la California.

Alcol & THC: quando il vino diventa psicoattivoSimilmente ai tour di degustazione del vino promossi dalla Fetzer Vineyards, l’apertura del Flow Cannabis Institute introdurrà i visitatori in una nuova esperienza di gusto e contatto con questa pianta speciale.

Che dire invece dell’unione vino-cannabis? Stupirebbe scoprire che già nel 200 a.C. gli antichi Galli ne sapevano qualcosa al riguardo? Ebbene sì, uno scavo del 2015 condotto dal ricercatore Hervé Delhoofs presso una tomba gallica situata nella città di Cébazat (160 km ad ovest di Lione) ha portato alla luce un vaso di terracotta la cui analisi ha rivelato dei particolari davvero interessanti. L’analisi del materiale vegetale confermava la presenza di “biomarcatori” per vino, resina e THC. Gli studiosi ipotizzano, oltre ad uno ricreativo, anche uno scopo medico: l’etanolo presente nel vino, infatti, lo rende una sostanza più efficace per infusione rispetto all’acqua. Del resto, preparazioni medicinali a base di vino non sono affatto rare da trovare.

Già molto tempo prima che si iniziasse a perseguitare la marijuana, quindi, gli antichi galli infondevano i principi attivi di quest’ultima nel loro vino. Che fosse un semplice apprezzamento del gusto o l’espressione di una profonda conoscenza della natura che è andata perdendosi con l’avvento della modernità?



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