After Work: immaginare un mondo senza lavoro
Erik Gandini autore del famoso documentario Videocracy torna sugli schermi con After Work, una riflessione profonda ed esistenziale sul mondo del lavoro e sulle nostre vite. Come sarà la vita quando molti processi saranno automatizzati e lavorare non sarà necessario? Questa è la domanda iniziale da cui parte il regista, facendo anche riferimento agli scritti del sociologo svedese Ronald Paulsen e raccogliendo testimonianze di lavoratori diversi tra loro e in differenti parti del mondo (Corea del sud, Italia, Stati Uniti, Kwait).
After Work si apre con una citazione di Aristotele sugli spartani, popolo che non sarebbe stato capace di mantenere il proprio governo, dopo la guerra, perché non abituato ad una vita senza conflitti. Tempo che invece si potrebbe utilizzare in maniera più proficua alle relazioni, alla creatività e alla propria crescita.
Tanti, anzi troppi, sono gli interrogativi che Gandini lascia in sospeso e senza alcun appiglio di riflessione, in questo attraente e coinvolgente documentario.
In After Work è evidente il caratteristico umorismo, già rilevante in Videocracy (2009), e la comprovata arguzia di Erik Gandini nel porre spunti di riflessione interessanti sulla questione.
Nell’era in cui ChatGPT e le intelligenze artificiali sembrano essere il futuro nel mondo del lavoro questo è l’inizio di un dibattito per capire se il mito del tempo lavorativo sta arrivando al suo declino e come agire.