Ad ogni coltivatore la sua tecnica: basta con le etichette
Poiché l’uomo scelse di fermarsi e di smettere di essere nomade per dedicarsi all’agricoltura, le tecniche di coltivazione si sono sviluppate con le generazioni, l’esperienza e la tecnologia attraverso prove ed errori in balia degli elementi della natura. Ai suoi inizi l’agricoltura era soggetta alle condizioni climatiche delle aree geografiche del territorio coltivato, ma con il passare del tempo e l’evolversi della tecnologia, della ricerca e il bisogno crescente di nutrire sempre più persone, sono state trovate differenti soluzioni, tutte ugualmente valide a seconda di quale filosofia di coltivazione si addice meglio al modo di vivere dell’agricoltore.
Quando la cannabis viene utilizzata per il consumo umano è estremamente importante effettuare una serie di controlli standardizzati su tutti gli agricoltori e le aziende di tutto il mondo, ma quando si coltiva canapa per produrre pasta di legno in terreni contaminati (per purificarli allo stesso tempo), ci sono meno restrizioni sul prodotto finale. Fondamentalmente lo scopo di queste misure è quello di assicurare la buona salute delle persone e una quantità sufficiente di prodotti – alimentari e non – a costi equi.
Esistono fondamentalmente due metodi di agricoltura: l’agricoltura tradizionale, e l’agricoltura biologica. All’interno di questi due metodi di agricoltura ci sono diverse sottocategorie.
– L’agricoltura tradizionale utilizza fondamentalmente pesticidi, nutrienti aggiunti alla soluzione per alimentare le piante, intensa coltivazione monocoltura e raggiunge buone ricompense economiche commerciali. La maggior parte dei prodotti del supermercato provengono da metodi di allevamento intenso in stile tradizionale. Questi metodi includono idroponica, acquaponia, aeroponica, allevamenti intensivi e coltivazione verticale.
– I principi e i metodi dell’agricoltura biologica sono di non utilizzare fertilizzanti, pesticidi, erbicidi e nutrienti inorganici. Solitamente si stimolano i processi ecologici tramite elementi naturali in quanto è importante che un’azienda agricola biologica sia priva di contaminanti e residui nocivi.
AGRICOLTURA TRADIZIONALE
1. Idroponica
Il suolo è sostituito da una soluzione minerale pompata intorno alle radici delle piante.
La rimozione del terreno elimina il rischio di organismi nocivi presenti nel suolo, ma le piante devono essere costantemente mantenute.
Il monitoraggio e la regolazione delle concentrazioni dei minerali nella soluzione permettono al coltivatore di controllarne la crescita. Inoltre, questo metodo permette di coltivare in regioni dove non c’è terreno. A causa dei costi elevati, l’idroponica viene utilizzata solamente per le colture di alto valore.
2. Idroponica passiva, semi-idroponica, irrigazione sub-passiva È un metodo di coltivazione senza suolo, torba o corteccia. Si tratta di un mezzo poroso inerte che si occupa di trasportare, per azione capillare, acqua e fertilizzante alle radici. L’acqua e il fertilizzante sono trattenuti in un serbatoio e collegati alle radici se necessario, riducendo il lavoro e fornendo un costante rifornimento di acqua alle radici. Nel metodo più semplice il vaso si trova immerso in una soluzione di acqua e nutrienti. Dal momento che la manutenzione ordinaria è semplificata, l’idroponica passiva può ridurre il lavoro necessario a mantenere una grande quantità di piante.
3. Acquaponia
È un sistema di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra l’acquacoltura convenzionale (allevamento di animali acquatici come le lumache, il pesce o i gamberi) e l’idroponica in un ambiente simbiotico. Nell’acquacoltura normale, le escrezioni degli animali possono accumularsi nell’acqua, aumentandone la tossicità. In un sistema di acquaponia, l’acqua viene alimentata da un sistema idroponico in cui i sottoprodotti sono ripartiti per nitrificazione in nitrati e nitriti, che vengono utilizzati dalle piante come nutrienti. L’acqua viene poi riciclata dal sistema di acquacoltura.
4. Aeroponia
È il processo di coltivazione di piante in un ambiente arieggiato o umido senza alcun substrato. A differenza della coltura idroponica, che utilizza una soluzione nutritiva liquida come substrato e minerali essenziali per sostenere la crescita delle piante; o dell’acquaponia che utilizza acque reflue.
5. Coltivazione verticale
La coltivazione verticale mira a evitare i problemi legati alle colture nelle zone secche e facilmente soggette a malattie e che si trovano a molte centinaia di chilometri dai centri abitati in cui i prodotti saranno consumati. Utilizzare i materiali e l’azione capillare tipica della coltura idroponica ed una soluzione di acqua minerale reticolare, sono i principi di base dell’agricoltura verticale. Il cibo viene coltivato per tutto l’anno in grattacieli urbani, riducendo le emissioni di carbonio legate al trasporto di frutta e verdura.
6. Agricoltura intensiva
L’agricoltura intensiva è un sistema d’intensificazione e meccanizzazione agricola che si propone di massimizzare le rese della terra disponibile attraverso vari mezzi, come l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici.
Pratiche agricole intensive includono colture ad alto rendimento e l’uso di fertilizzanti e pesticidi. La produzione alimentare è aumentata, ma con essa anche gli effetti collaterali indesiderati.
La produzione alimentare in questo campo è aumentata notevolmente grazie alle colture ad alto rendimento, la rimozione delle altre piante e dei parassiti e l’aggiunta di fertilizzanti al terreno. Altre pratiche agricole intensive comprendono la custodia degli animali in cattività.
AGRICOLTURA ORGANICA (SENZA CONTAMINANTI)
Un modo alternativo per produrre il cibo è quello di vietare l’uso di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi, e sostituirli con altri metodi naturali. L’uso di foraggio verde, la rotazione delle colture, il compostaggio e il controllo biologico dei parassiti fanno tutti parte del metodo organico di coltivazione.
In molti sostengo che in questo modo si produce cibo di qualità superiore, con un minor impatto ambientale. Gli alimenti prodotti organicamente tendono ad essere più costosi, questo perché la resa di cibo è nettamente inferiore a quella dell’agricoltura intensiva.
Gli elementi principali per ottenere una coltura biologica sono i seguenti:
Rotazione delle colture: una rotazione delle colture ben pianificata vale il 75% del lavoro del contadino, la terra si reintegra con metodi naturali semplicemente cambiando coltura dopo il raccolto.
Concimi verdi: il terreno viene reintegrato attivamente piantando legumi a radici profonde che non solo fissano l’azoto ma aumentano anche notevolmente l’aerazione del suolo, e offrono nuove scorte di minerali al terreno.
Uso del compost: di tutti i sistemi di supporto all’azienda, niente ha più potenziale del compost che è il miglior concime per il terreno e che, inoltre, può essere prodotto gratuitamente nell’azienda stessa grazie agli scarti dei raccolti di stagione.
Stocking misto: Allevare animali e coltivare frutta e verdura nella stessa azienda ha benefici sia simbiotici sia pratici. I residui delle colture alimentano gli animali e i concimi animali alimentano il suolo.
Ley Farming: La fertilità del terreno arato dopo 3 o 4 anni di crescita di erba o trifoglio da pascolo si avvicina, a quello della terra vergine grazie all’enorme quantità di fibra vegetale che si trova nelle radici delle piante perenni.
Polveri di roccia: il lento e misurato rilascio nelle piante di correttori (calcio, fosforo, potassio, etc.) aggiunti al suolo tramite polveri di roccia nella terra simula la disponibilità delle stesse particelle naturalmente presenti nel terreno.
Migliorare la biodiversità: Questo include pratiche come la crescita di una vasta gamma di colture, la semina di diverse piante, oltre ad erbe e legumi, stimolando la nascita di fauna e flora selvatica e così via.
1. Coltura idroponica organica
Si tratta di un sistema di coltura basato sui concetti di agricoltura biologica. La maggior parte degli studi si sono concentrati sull’uso dei fertilizzanti organici. Nella coltura idroponica biologica il concime organico è trasformato via ammonificazione e nitrificazione in nutrienti inorganici da microrganismi presenti nella soluzione idroponica. I microrganismi si sviluppano grazie alla mineralizzazione multipla in parallelo.
2. Agricoltura biodinamica
È un metodo di agricoltura biologica originariamente sviluppata da Rudolf Steiner, che si avvale di quello che i sostenitori descrivono come “una comprensione olistica dei processi agricoli”. Uno dei primi movimenti di agricoltura, che tratta la fertilità del suolo, la crescita delle piante, e la cura del bestiame, come compiti ecologicamente interconnessi, sottolineando prospettive spirituali e mistiche.
3. Agricoltura biologica
L’agricoltura biologica combina il meglio di agricoltura convenzionale e organica, con un’attenzione particolare all’ottenimento di terreni naturalmente produttivi che presentano alti livelli di attività biologica. Lo scopo principale è quello di massimizzare l’attività dei microbi del suolo attraverso la fornitura di una buona alimentazione, insieme ad un adeguato approvvigionamento di energia, aria e acqua. L’agricoltura biologica utilizza la tecnologia moderna e i nuovi metodi, ma cercando di non interferire con la natura.
4. Permacultura
Fondamentalmente la permacultura si basa sul giardinaggio biologico e sulle buone pratiche agricole, ma va oltre queste pratiche e integra il giardino e la casa per creare uno stile di vita che abbia il minimo impatto sull’ambiente. L’agricoltura biologica promuove l’uso di fertilizzanti naturali, avvalendosi del ciclo del carbonio naturale in modo che gli scarti delle piante diventino cibo per altre.
5. Agricoltura di sussistenza
È un tipo di agricoltura in cui la maggior parte dei prodotti è consumata dal contadino e dalla sua famiglia, lasciando poco o nulla per essere commercializzato.
6. Agricoltura sostenibile
Segue i principi dell’ecologia, lo studio delle relazioni tra gli organismi e il loro ambiente. Punta a uno sviluppo economico che sia in grado di essere mantenuto ad un livello costante, senza esaurire le risorse naturali e causare gravi disturbi ecologici.
La coltivazione della cannabis si è sviluppata in modo esponenziale dal 1960, al punto tale che possiamo coltivare in Alaska, Siberia, Equatore, nelle regioni sub-tropicali e desertiche con gli stessi semi indipendentemente dalle condizioni climatiche o geografiche della zona!
L’importanza di quale metodo di coltivazione si usa per la coltura determinerà la qualità e la purezza del prodotto finito. Considerando che la Cannabis è ampiamente utilizzata come sussidio medico, la qualità e la purezza sono due aspetti essenzialmente importanti da considerare.
I coltivatori di cannabis medica avranno bisogno di raggiungere una serie di regolamenti stabiliti da un consiglio che testa i prodotti prima di metterli sul mercato. Speriamo che questo sia il futuro.