Abiti a noleggio: anche così la moda si fa più sostenibile
Entro il 2050 l’industria tessile sarà corresponsabile dell’aumento di 2 gradi della temperatura terrestre a causa delle sue emissioni di gas serra. Un traguardo nefasto che richiede delle azioni concrete.
Come annullare la Fashion Week che si sarebbe dovuta tenere a Stoccolma alla fine di agosto 2019 per sensibilizzare il settore della moda e tutti noi che ne fruiamo sul tema della sostenibilità ambientale dell’abbigliamento.
In ogni fase del processo, dal momento in cui viene prodotto fino alla fine del suo ciclo di vita, ogni capo d’abbigliamento ha il suo impatto ambientale, per questo negli ultimi anni diversi brand si sono voluti distinguere nella ricerca di nuovi materiali più ecologici, mostrando che è possibile modificare gli standard nell’industria della moda. Il noleggio, tanto quanto la promozione dell’abitudine al riuso, è un ulteriore passo verso questa direzione.
In Italia il fenomeno, che si posiziona all’opposto del fast fashion e della moda low cost, la sovraproduzione di indumenti a basso prezzo che rincorrono l’ultimo trend ma che non durano nel tempo, sta prendendo piede grazie ad alcune startup attive già da qualche anno che permettono di noleggiore abiti e accessori siano essi firmati da case di moda importanti, vintage o creati da giovani stilisti alternativi.
Non si tratta solo di risparmiare soldi, pescando da un guardaroba virtuale, di certo più ampio di quello che le persone in genere possono permettersi, ma di una nuova opportunità per consumatori consapevoli e responsabili.